24/09/2007
Un ricordo del Dott. Tonino Di Giulio. Di Doretto Marinazzo
Il 24 settembre del 1997 moriva nel suo ospedale “di Summa”, il dottor Antonio Di Giulio, Zio Tonino per tanti nipoti, veri e putativi.
Ricordare Tonino Di Giulio è un dovere per tutti i Brindisini che ne hanno conosciuto le enormi qualità umane e professionali, ma è un compito arduo per chi, come me, può dire di averlo conosciuto dalla nascita, con Lui, in particolare, condividendo, giorno dopo giorno, gli anni affascinanti e difficili dell’impegno ambientalista.
“C’è sempre stato un Marinazzo a condizionare la mia vita” mi disse un giorno, con una punta di compiaciuta civetteria, nel ricordare il rapporto di profonda amicizia e di condivisione di idee che, sin dai primi anni quaranta, lo aveva visto con mio zio Mimmi impegnato a creare il Partito Socialista a Brindisi, a costruire esperienze cooperativistiche forse troppo avveniristiche rispetto ai tempi in cui si venivano a collocare ed a rendere il “Di Summa”, sotto la presidenza dell’on. Perrino, un ospedale di eccellenza.
Contemporaneamente Tonino Di Giulio ricordava gli anni trascorsi da quando, nel 1981, gli proposi di essere la guida di quel comitato, da cui scaturì il circolo di Lega Ambiente a Lui oggi intitolato, iniziò l’ardua lotta contro l’inquinamento dell’ambiente e delle coscienze che l’industrializzazione e, in primo luogo, la centrale di Cerano stavano provocando. “Sono abituato a combattere battaglie perse” mi disse allora nell’accettare e mi ripetette quando guidò con il prof. Franco Rubino, la lista dei “cattolici e laici per il cambiamento” – che ebbe un grande successo nelle elezioni comunali del 1985 – e quando accettò di candidarsi al parlamento nella lista dei “Verdi” sfiorando l’elezione.
Le battaglie perse erano, in realtà, battaglie in cui l’uomo ed il professionista, sempre impegnato nella prevenzione primaria dai tumori, si esprimevano pienamente ed attraverso cui Tonino Di Giulio è rimasto nel cuore di tanti Brindisini.
Negli ultimi giorni durante il ricovero in ospedale, là dove aveva deciso di morire, due erano i suoi pensieri fissi, il centro oncologico - che finalmente stava prendendo effettivamente corpo - e la questione energetica, rispetto alla quale, pochi giorni prima aveva replicato polemicamente all’Amministratore Delegato dell’Enel, nel chiedere notizie sull’uno e sull’altro argomento. Era come se volesse consegnare il testimone a chi poteva e doveva continuare la sua opera.
Il Centro Oncologico era stato l’obiettivo finale di una vita professionale tutta dedicata a prevenire i tumori, a formare medici ed infermieri che fossero capaci e disponibili a realizzare screening diffuso, servizi di base ed una rete di ricerca e di assistenza che non facesse mai sentire i malati ed i loro parenti impotenti e soli.
L’impegno ecologista era figlio, allo stesso tempo, dell’impegno civile, politico e sociale dedicato alla sua Brindisi (di cui, tra l’altro, era stato Sindaco per 100 giorni, Presidente della Società di calcio e Presidente e promotore del Risveglio Agricolo) e dell’impegno professionale, essendo convinto che il carbone fosse una delle cause principali del grave incremento di tumori e della possibile morte del porto avrebbe potuto, per così dire, vivere di rendita ed invece volle sfidare perbenismo, apatia atavica ed anche chi lo accusava di tradire il socialismo, a cui, al contrario dei suoi detrattori, è rimasto fedele fino alla morte.
Il ricordo di Tonino Di Giulio resta indelebile nei Brindisini ed è anche doveroso che a Lui oltre dediche private, sia stato intestato il futuro parco accanto al Magistrale. Il suo ricordo ed il suo esempio sono uno sprone costante per quanti si impegnano perché un’altra Brindisi ed un altro mondo siano possibili.
Ti ricorderemo sempre, caro Zio Tonino.
Doretto Marinazzo
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