12/01/2004
"Parmacrack" di Gilberto Perrone
Tutti lavoratori impegnati, dai semplici ed operosi impiegati di concetto ai “mega” direttori generali, in un frenetico susseguirsi di giornate costruttive all’insegna della ricerca del perfetto equilibrio tra costi e ricavi; senza troppa fantasia, la semplice e metodica applicazione di ferree regole di disciplina economica. Nulla di più. E fu il boom. 20 anni di tranquillo boom economico.
Non laureati alla Bocconi con 110 e lode, master in economia presso le più blasonate aziende degli “states”, ma semplici operosi ragionieri “del dopo guerra” ben riusciti con obiettivi di carriera chiari ed una grande consapevolezza di essere solo uomini, e come tali …sostituibili, quindi sempre sotto esame.
In contrapposizione ai sani principi di una economia in giacca, cravatta e buon senso siamo giunti alla scoperta degli effetti catastrofici di una classe “manageriale” con una mentalità da “ingegneri della finanza”. Così amano farsi chiamare quei signorotti che padroneggiano a capo di istituiti bancari o parabancari che hanno portato le basi della nostra economia allo sfascio e che hanno portato le famiglie a non credere più negli investimenti.
Eravamo, al mondo, uno dei popoli che riusciva a risparmiare di più. Oggi siamo quelli che, fra tutti, amiamo più spendere. Ma quali soldi ormai?
Lasciare i soldi in banca non equivale più all’ideale della tranquillità e della certezza; o meglio, si è certi di rimetterci sicuramente qualcosa.
Sì perché ormai pare che le banche ci facciano un favore a tenerci i soldi, e per questo bisogna pagarli. “All’anima del favore!”
In realtà la giustificazione ufficiale e, bisogna dirlo, molto più elegante, è che i tempi sono cambiati, quindi bisogna ammodernare i sistemi di offerta al pubblico.
Offerta di che? Fondi comuni, Azioni? Ma che!… Obbligazioni? Per carità, quelle oggi..! …Strutturati? Ma via!… Unit Linked, o Index Linked? Basta troppo diffusi! ..Derivati? Ma scherziamo?!?…. Buoni fruttiferi? Per l’amor del cielo!…… Bot, Btp, Cct, tric trac e bombe a mano? Questo è il punto. Non possono più offrire nulla che non sia già stato offerto con clamoroso…insucesso. Hanno sparato tutte le loro cartucce, e.. non erano a salve, hanno fatto milioni di vittime! E pensare che si poteva evitare.
Sono stati sprecati milioni di euro nell’acquisto di giornali, libri ed abbonamenti internet per la scoperta del “segreto” che i “guru” della finanza fingevano di narrare ad un popolo “ingenuo e credulone” almeno quanto quei poveri forsennati cercatori d’oro degni protagonisti di storie alla “Indiana Jones”, sempre alla ricerca di una mappa per scovare per primi il famigerato tesoro.
La Parmalat, Cirio e presto…no, non ve lo dico, non ne ho ancora la certezza. Sono solo la punta dell’iceberg. E si sa che quando il ghiaccio si scioglie compaiono… gli scheletri. Il merito è tutto loro amici miei, di quei top manager che si sono fatti pagare, e si fanno ancora pagare decine di migliaia di euro al mese, per mettere a puntino meccanismi di ingegneria finanziaria in grado di far impallidire anche “Silvan” con i suoi cilindri e i suoi conigli. Prestigiatori, questo sono. E la cosa più grave è che sono convinti di essere bravi. E se dipendenti, promotori finanziari ed assicuratori si rifiutano di collocare i loro “prodigi”… possono dimettersi, perché per loro diventa un inferno continuare ad operare con la propria banca.
I meccanismi di “ingegneria finanziaria” sono ottimi strumenti se utilizzati dagli stessi analisti per diversificare il rischio, in percentuale minima e sempre ben controllata, purché non li si metta nelle mani sbagliate. Per capirci, è come lasciare maneggiare della nitroglicerina ad un bambino. Nessuno nega l’utilità del composto, purché nelle mani giuste.
Il problema è quindi la mancanza di controllo. Chi doveva vigilare non lo ha fatto, o lo ha fatto male sin dai primi anni novanta, e forse anche un po’ prima.
Bisogna metterselo in testa. La finanza è governata da leggi matematiche, non si sfugge. E la matematica è una scienza esatta. Quindi se un’operazione finanziaria è visibilmente in contrasto con le leggi del mercato è molto probabile che alle spalle vi siano dei meccanismi occulti che determinano un falso bilancio.
Ahi voglia a spingere la vendita di un titolo per accrescerne il valore in borsa.
Se manca il riscontro nei “fondamentali” è tutto denaro perso, o meglio “deviato” nella direzione in cui è poi possibile perderne le tracce. Perché se è vero, come è vero, che la quantità di denaro sul mercato è sempre comunque la stessa, pena l’incremento vertiginoso dell’inflazione, è quindi chiaro che quando si dice che “sono andati in fumo” decine di milioni di euro, non si intende certo che sono svaniti nel nulla assoluto. È bene comprendere che tutto ciò che per un semplice risparmiatore è “assoluto”, per il mondo della finanza, quindi delle banche e delle grandi aziende protagoniste del mercato , è “assolutamente relativo”.
Dopo dodici anni di serio e composto operato per il sistema creditizio, io non ci sto più. Dal 01 gennaio di quest’anno, dimessomi dal mio incarico, per rispettare chi mi ha sempre rispettato, ovvero i miei clienti, io non desidero più svolgere attività di raccolta per le banche. Mi rifiuto di far parte di un sistema corrotto e privo di ogni più banale logica morale. Resto invece a disposizione di chi apprezza farsi guidare in una fitta giungla di “imbrogli” e di prodotti messi in piedi dagli “azzeccagarbugli della finanza”.
D’ora in avanti preferisco pormi come osservatore e critico narratore degli atteggiamenti meno noti e più ombrosi di quel mondo che amo tanto e che con sacrificio mi limiterò a guardare dalla finestra, sino a che non troverò una banca seria e profondamente rispettosa della propria clientela. Sono convinto però che presto ci sarà un risveglio di dignità e di ecclesiastico buon senso che mi riporterà a più ampia disposizione di chi ama non sognare mettendo a rischio i propri sacrifici.
Gilberto Perrone
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