06/10/2007
Le Colonne: un grande evento culturale. Di Vincenzo Albano
Ad una persona estranea alla nostra realtà, il batti e ribatti fra il Sindaco di Brindisi e quello di Lecce, sarà apparsa una storia godibilissima che non ha niente da invidiare alle migliori trame della commedia dell’arte.
“Restituisci la colonna”… “La tua richiesta mi sembra scortese” …“Ma come, ti avevo avvisato telefonicamente”… “Lasciamo le cose come stanno”…“Non mi arrendo e per questo metto in piedi una super affollata commissione di super esperti, verosimilmente super impegnativi per le casse comunali, cosi ci spiegano perché voglio la colonna e perché me la devi restituire.”
Una disputa infarcita di convenevoli e attestazioni di stima, che diventa più aspra, forse più rancorosa, fra la gente delle due città che, ignara, agisce in base alle passioni e non rispetta le esigenze e le regole del grande teatro d’autore.
Fra visioni di identità recuperate e illusioni di rinascimento sbocciato, si snoda una vicenda che, presumo, avrà il suo momento migliore, il più emozionante e coinvolgente, in occasione delle prossime elezioni comunali del 2009.
Basta allora tenerla in caldo, con una commissione di studio, per recuperarla nei momenti di difficoltà. Un cavallo di battaglia ideale che ha mostrato di poter assorbire l’attenzione di molti nostri concittadini mentre intorno, sotto le parole, le immagini, le suggestioni, le passioni, palpita una realtà fatta di dimenticanze, di disimpegno, di degrado, di disoccupazione, di inquinamento, di emigrazione, di periferie abbandonate, di promesse non mantenute, di bisogni e di sofferenze alle quali l’Amministrazione Comunale, la sua maggioranza, non riesce a dare risposte adeguate o, più semplicemente, non riesce a dare alcuna risposta.
In verità, a me, questa cortina fumogena per nascondere le conclamate inefficienze di una classe dirigente, ha procurato solo grande tristezza.
Oramai non basta più dividerci fra di noi, adesso ci impegniamo per creare occasioni di dissidio anche con chi giuriamo di voler costruire un percorso comune proclamando, nell’ostentata emozione di un’alba assonnata, la guerra santa per il recupero di un pezzo di colonna che, strumentalmente, ha pensato di erigere a simbolo di una identità, per lui e solo per lui, agognata e mai raggiunta.
La grande contraddizione sta nel fatto che mentre da una parte si dice di credere nel progetto del Grande Salento, allargato a Taranto, nel quale l’orgoglio dell’appartenenza ha ceduto il passo alle contingenze del presente, per qualificarne il futuro in nome del comune interesse allo sviluppo del nostro territorio, dall’altro si rischia di compromettere l’affinità forte, con i leccesi, che affonda le sue radici nel vissuto economico e culturale dei Messapi, che ci appartiene e che dobbiamo custodire gelosamente e coltivare come un bene prezioso.
Ogni tanto da qualche parte si tenta di anestetizzare le coscienze ed i pensieri della gente, mettendo in piedi il gran balletto delle restituzioni delle opere d’arte e dei monumenti, scegliendo il principio dell’opera simbolo, contro quello dell’integrità del contesto.
Ed il contesto, la storia, l’immagine nazionale ed internazionale , il cuore di questa città, da oltre 400 anni a questa parte viene rappresentato, vissuto, così com’è attualmente, una bella grande affascinante colonna con accanto la base di un'altra colonna, con un rocchio collocato di traverso. Ogni altra immagine risulterebbe anticontestuale, non vissuta, non rappresenterebbe la nostra storia, la storia e l’anima di questa città.
Altro che sogno!
Certo che su questo punto la discussione può durare in eterno.
Ma perchè poi limitare la restituzione alla colonna? Perché i greci non dovrebbero rivendicare le decine di migliaia di sculture, di vasi, di dipinti che sono sparsi in tutto il mondo? Gli egiziani non dovrebbero reclamare tutti gli obelischi di Roma?
Anche la Gioconda, che Leonardo personalmente fece emigrare, dovrebbe ritornare in Italia, solo che alla fine si dovrebbe decidere dove dovrebbe andare? A Roma, a Firenze o a Vinci? I Raffaello dovrebbero rientrare tutti a Urbino, i Tiziano a Pieve di Cadore. Ma, a pensarci bene, anche le ancore del piazzale superiore del monumento al marinaio, dovrebbero essere restituite all’Austria.
Io credo che si sia imboccata la strada sbagliata. Non abbiamo saputo o voluto cogliere la grande occasione che questo vicenda ci offre: quella di costruire e favorire una grande discussione e, su questa, far sorgere una manifestazione, un grande evento culturale di carattere nazionale, intorno alla colonna, alla sua storia, alla sua capacità di tenere unite due popolazione, di rinsaldare l’amicizia, la vicinanza, la storia, la tradizione delle due città. Un grande evento che ogni anno potrebbe tenersi alternativamente a Brindisi e Lecce.
Invece hanno saputo, per gli interessi di bottega di qualcuno, generare diffidenza, rancore, sospetto, che ci ha impedito di cogliere l’opportunità di lavorare insieme e farla diventare una storia di crescita, di incontro, piuttosto che di scontro o di conflitto.
Quanta delusione! Quanta tristezza!
Vincenzo Albano
Consigliere Comunale dei Democratici di Sinistra
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