12/12/2007

Brindisi simbolo della lotta per lo sviluppo sostenibile. Di Pablo Zito


Di seguito l’intervento di Pablo Zito all'Assemblea della Sinistra e degli Ecologisti di Roma.

Se l’ambiente è tema primario della Sinistra quanto il Lavoro e lo Stato Sociale, allora i territori più martoriati da uno sviluppo sbagliato ed eterodiretto meritano oggi quell’attenzione che la politica nazionale ha sempre negato ai territori periferici.

Vi parlerò di Brindisi, area di crisi ambientale, sito inquinato nazionale, straordinario concentrato di impianti a rischio di incidente rilevante, massimo polo termoelettrico a carbone d’Italia.
A Brindisi sono operativi 4.370 MW da fonti fossili, si sbarcano 8 milioni di tonnellate di carbone ogni anno, si emettono in atmosfera 23 milioni di tonnellate di anidride carbonica ma soprattutto 23.000 ton di anidride solforosa, ossidi di azoto e polveri, e si scaricano in mare miliardi di tonnellate di acque calde.
Mentre i cambiamenti climatici tendono al centro delle agende di governo, si accetta che i grandi impianti emettano indisturbati CO2 semplicemente acquistando quote sul mercato.

Ma dato il loro impatto inquinante oltrechè climalterante, da dove si deve iniziare per qualificare le politiche climatiche del Paese se non dai grandi impianti? La Legge lo consente, il Decreto Legislativo istitutivo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale consente attraverso di essa di porre limiti all’emissione di gas climalteranti in funzione del grave stato di inquinamento locale.
Questa norma ad oggi non è mai stata utilizzata. Poiché questi impianti entro marzo devono tutti conseguire l’A.I.A., l’A.I.A. può diventare pronto strumento per affrontare le emergenze ambientali locali e contemporaneamente agire sul mix energetico nazionale e sul caos climatico. La Sinistra faccia sì che le leggi ambientali non siano solo enunciazioni.

Ma è altrettanto urgente affrontare la questione in termini generali, e piuttosto LEGIFERARE per porre un termine temporale alla produzione di energia da carbone. A 20 anni dalla vittoria sul nucleare, pur vigili sui rigurgiti nuclearisti dobbiamo oggi affrontare la battaglia del secolo, quella della decarbonizzazione. E’ assurdo impiantare nuove centrali a carbone, è perverso aver delocalizzato un parco carbone di Brindisi in Croazia, è impensabile difendere gli impianti esistenti, che hanno prodotto disastri immani. Sarà un caso, ma a Brindisi l’inquinamento di terreni e falda intorno alla centrale di Cerano ha obbligato quest’anno al divieto di coltivazione e alla distruzione delle colture su migliaia di ettari, per la fine della economia agricola locale. E un parco carbone è sotto sequestro giudiziario da 3 anni.
SENZA SE E SENZA MA, LA SINISTRA DEVE BANDIRE IL CARBONE DALL’ITALIA.

Un passaggio sul rigassificatore, che si vuole costruire a Brindisi accanto alle centrali a carbone senza neppure doverle alimentare, per ora congelato dalla messa in mora dello Stato Italiano a cura della Commissione Europea, e dagli arresti per corruzione dei manager della British Gas Italia e dal sequestro giudiziario del cantiere. Il provvedimento autorizzativo è stato sospeso, in attesa di VIA e consultazione della popolazione ai sensi della Legge Seveso sui rischi di incidente rilevante.
Ebbene, quanto a questo fondamentale tema di democrazia ambientale, la Legge Seveso fa riferimento a normativa che in 10 anni non è ancora stata prodotta dal legislatore. E così, si rischia di vanificare l’opposizione unanime di Consigli Comunali Provinciale e Regionale con una banale inchiesta pubblica e due annunci a pagamento sui giornali. Questo prevede la legge sulla VIA cui la Seveso rimanda. Consentendo alle grandi società milionari studi di impatto ambientale di parte e lasciando popolazioni ed Enti Locali in balìa della potenza di fuoco di una British Gas.

Su carbone e clima, e sulla democrazia ambientale, Brindisi è simbolo della lotta per lo sviluppo sostenibile.
Non possono più delegarsi a comunità piccole ed economicamente deboli le grandi battaglie per il pianeta.
Della Sinistra , Brindisi deve essere monito e simbolo di riaffermazione dell’uomo sul profitto.

Roma, 8 dicembre 2007
Pablo ZITO