18/12/2007
Attori e fantasmi dell'Opera. Di Aldo Indini
Un ciclone nel 1956, il Teatro mise in moto,
inizia col prologo il sindaco Manglio Poto.
Si apre il sipario è sulla scena, più di uno,
è arriva il nuovo sindaco Vitantonio Bruno.
La trama apparve come un grande masso,
periodo quando sindaco, è Giuseppe Sasso.
L’intreccio non è fermo, cammina,cammina,
e da dietro le quinte, ecco Francesco Arina.
Scenografia, il tirante si tende come un’arco,
e sul palcoscenico appare Franco Lo Parco.
Ancora ritorna sul palco quello di prima,
nella buca del suggeritore è Franco Arina.
La botola si apre per ora in un cantuccio,
e siamo così al sindaco Bruno Carluccio.
Luci della ribalta se ne parla dopo un mese,
ed entra in platea il sindaco Errico Ortese.
A lui seguì del vernacolo il gran menestrello,
avvocato sindaco gran poeta Ennio Masiello.
Ora sulla pedana calmo, recita e se la canta,
è il momento del sindaco Cosimo Quaranta.
E’ nell’ orchestra anche con donne in gonna,
suggerisce il sindaco Giuseppe Marchionna.
Al loggione l’ingresso si paga un danaro,
e la breve comparsa di Teodoro Saponaro.
Non è una quinta,ma una terza, si cammina,
ed ecco riapparire sindaco Francesco Arina.
Sul fondale vediamo di Masiello caro amico,
è il nuovo sindaco, il notaio Michele Errico.
Novità di legge e teologia, è tra i più saggi,
ultimo comparire sul palco, Lorenzo Maggi.
Attori e fantasmi sono ancora nel teatrino,
la prima apertura sindaco Giovanni Antonino.
Ora possiamo cantare, non stare ancora zitti
è nel 2007 l’inagurazione di Domenico Mennitti.
Aldo Indini |