22/04/2008

L'educazione e la televisione. Di Enrico Sierra


Durante la giornata ho un po' di tempo a disposizione, per cui seguo molto la televisione, muovendomi con il telecomando da un canale all'altro. Potrei dire di essere un portatore sano del tubo catodico.
In questo mio muovere, ciò che mi colpisce sempre più è il fatto che in molti programmi televisivi, l'educazione è un optionale.
Su tutti i canali (pubblici, privati o satellitari che siano), c'è un viavai di gente che si muove come un elefante in un negozio di cristalleria, che usa termini sguaiati e offese a più non posso, che discute a voce alta, che indispone e che vuole avere sempre ragione, con una ineducazione che evidentemente fa parte del proprio DNA.
In alcune trasmissioni, che qualcuno si ostina a chiamare di opinione, c'è sempre il bene informato (ma spesso solo "per sentito dire") che interviene con prosopopea, copre le voci e le opinioni degli altri. Cosa preoccupante è il fatto che anche il conduttore, che dovrebbe tutelare il corretto filo della discussione, venga preso da smania di protagonismo, ed intervenga ad alta voce, zittendo gli altri. Probabilmente avrà paura di perdere il suo potere, che è quello del Capo!!.
Tutto ciò lo considero ineducativo, oltre che poco educato.
Gli spettatori presenti in studio, e quelli al di là dello schermo, si divertono, perchè, purtroppo, se non c'è lite, l'auditel non sale.
Il fatto è che nei talk show, nelle trasmissioni di intrattenimento e critica sportiva, in quelle culturali di politica, ci sono tanti esperti, professionisti delle materie. Nascono come funghi. Vediamo e sentiamo i politologhi che parlano o dovrebbero parlare di politica, e farla capire, i sessuologi che dovrebbero parlare di sesso e comportamento sessuale, i sociologhi, gli psicologhi, che intervongono dandosi arie di conoscitori del campo. Rimene il fatto, però, che ben pochi capiscano i loro interventi. Tecnici e professori, luminari della scienza, che illuminano poca gente.
Quelli che mi affascinano di più, forse per invidia, sono i tuttologi. Quelli che sanno di tutto e di tutti, che intervengono in tutte le trasmissioni. Parlano delle loro esperienze, trattano sesso, giustizia, sport, famiglia e chi più ne ha più ne metta. La loro caratteristica principale è una supponenza che lascia sbilorditi; spesso offendono anche, e lo fanno con una ineducazione particolare: parlano sulle parole degli altri, interrompono, gridano e si accalorano fuori misura.
Una vera baraonda. Culturale?. Ci credo poco.

Eppure, questi spettacoli sono seguiti, osannati. Tanta gente, forse, pensa che ciò che accade sulla scena corrisponda al vero. Ma è proprio così? Oppure si segue un copione?
Mettendo tutto in un calderone bisogna ammettere che certi programmi sono ineducativi, specialmente quando sono presentati in un orario protetto.
Sono pienamente convinto che esistano programmi davvero educativi e belli. Con la B maiuscola. Con interventi chiari sensibili educativi e comprensibili.
Purtroppo questi programmi sono poco seguiti e realizzano un basso tasso di ascolto.
Valli a capire certi telespettatori!

ENRICO SIERRA
enricosierra@tiscali.it