07/05/2008

Brindisi, la mia città. Di Enrico Sierra


Giorni fa, passeggiavo con un mio amico al porto di Rimini. Parlavamo del più e del meno... delle ferie, di cucina, di libri, dei nostri viaggi e di tante altre cose... Ad un tratto il mio amico mi interruppe, chiededomi: "perchè in ogni discorso che facciamo, mi parli sempre della tua città? ma cosa ha di così speciale perchè tu possa amarla tanto?".
Nulla ha di speciale. E' una città come tante altre del meridione. Per me, però, ha un fascino particolare.
La amo, anche se il signor Bresolin, in un suo articolo, ha detto che il "concetto di città" a Brindisi non esiste".
Devo ammettere che qualcosa di vero c'è in questa affermazione, sebbene io, in generale, la pensi diversamente.
Sarà perchè vivo lontano da Brindisi e ci torno solo due o tre volte l'anno e pertante non ne conosco a fondo le varie problematiche, come è oggi la città e come la vive chi la abita.
Io amo Brindisi. E' dove sono nato e dove sono nati i miei genitori Don Peppino e Donna Ada (come li chiamavamo tutti, parenti ed amici). E' la città dove sono nati i miei fratelli Antonio e Franco, e dove ho vissuto i più bei anni della mia gioventù.
Amo Brindisi, perchè nella verde età, avevo amici splendidi come Franco, Gianni, Enzo, Tommaso, Edoardo e tanti altri. Dopo circa sessanta anni continuo a sentirli ancora oggi, ed ogni tanto li vedo.
Io amo Brindisi perchè non appartengo alla categoria di quelli che dichiarano amore per il potere - come ha detto tempo fa la signora Valeria Masiello - ma solo perchè dichiarare amore è bello: ti arricchisce e ti porta indietro nel tempo, come fa anche Valeria, nelle cui parole si avverte grande amore per Brindisi.

Certo. Non so cosa sia successo in questi anni a Brindisi, ma io amo la amo così come l'ho lasciata e come la ritrovo quando ci vengo per pochi giorni, e non per i brindisini, che forse, come tanti altri che vivono lontano dalla loro città, non hanno ricordi... sarà il motivo per cui sono lontani anche con il cuore.
Mi permetto di asserire, con la esperienza acquisita nel girovagare per tante città d'Italia, che dappertutto c'è il bello ed il brutto, il buono ed il cattivo, la forza e la debolezza. A volte non è facile stabilire dove stare. Mio padre diceva che il tempo è galantuomo e per vivere bene bisogna avere la schiena dritta, possedere la propria dignità, il proprio decoro e camminare sempre a testa alta.
Io dichiaro il mio amore a Brindisi, che è la mia città, dove i ricordi mi fan tornare indietro nel tempo e mi danno tanta felicità mista a nostalgia.
Quando entro nelle piccole Chiese di Brindisi - la Pietà , dove mi sono sposato con Maria, e con la quale sono stato felicemente insieme per 46 anni, il Duomo, San Benedetto - trovo tanta pace, quella serenità che non ho mai trovato e provato nella bellissima San Pietro, nel Duomo di Milano o in tante altre Chiese, magnifiche e monumentali.
Io so perchè. Perchè solo a Brindisi ho i miei ricordi, ed è li che sono i miei pensieri.
Ecco il fulcro della vita: i ricordi. Ci fanno più giovani e ci fanno vivere.
Io amo Brindisi per le Colonne Romane come sono oggi, perchè io non ho mai visto le due colonne, come la storia ci ha raccontato, ed i miei ricordi mi portano ai 52 gradini della scalinata ed alla Colonna e mezzo che c'è oggi.
Certo, a Brindisi ci sono zone lasciate all'incuria ed alla indifferenza delle autorità e dei cittadini. Dovremmo ricordarci che Brindisi è nostra, che Brindisi è la nostra città, che dobbiamo curarla e coccolarla come si fa con le persone care.
Bresolin ha ragione. Dobbiamo alzare la testa e riacquistare la dignità che forse abbiamo perso tutti, chi ci vive e chi ne è lontano.
Ricordiamo che Brindisi era nostra quando mangiavamo solo pane e pomodoro. Allo stesso modo è la nostra cara città anche oggi che mangiamo la bistecca.
Brindisi è nostra, è la nostra città. Rendiamola vivibile. Guardiamo in faccia la realtà. Ed amiamola sempre.
E' questo che volevo dire al mio amico... e che non ho detto.

ENRICO SIERRA
enricosierra@tiscali.it