02/06/2008

La Lingua di San Girolamo. Di Aldo Indini


Dalla Storia di Brindisi di Andrea Della Monaca, “Memoria Historica dell’antichissima e fedelissima città di Brindisi, 1674” apprendiamo: "Le Reliquie de’ Santi, che nel medesimo Sacrario di San Teodoro si conservano, trà le quali ve ne sono molte insigne, e particolarmente ci é la gloriosa Lingua del gran Dottor della Chiesa San Girolamo, che con più Idiomi parlando interpretò egregiamente i misterij più oscuri della Sacra Scrittura, e dittò con accenti d’oro tanti libri che scrisse pieni di Celeste dottrina".

San Gerolamo nato a Stridone in Dalmazia nel 347, morto a Betlemme nel settembre dell’anno 420, si suppone la reliquia della lingua portata a Brindisi nel periodo delle Crociate, nel 1200.

Papa Ratzinger, Benedetto XVI che a giorni sarà tra di noi, nell’Osservatore Romano del 14 novembre 2007, riporta: “il latino vincolo di unità tra i popoli”, rammenta San Gerolamo al sacerdote “ le tue azioni non smentiscano mai le tue parole”.
A Brindisi il Santo lo ricordiamo anche per aver scritto nella Cronaca di Eusebio da Cesarea, assicura essere morto nella nostra città Virgilio, "Virgilius Brundusi moritur,... Ossa eius Neapolim translata ..." così come assicura la nascita del Sommo Poeta Brindisino Marco Pacuvio, drammaturgo e poeta latino, nato a Brindisi nell’aprile del 220 a.C., anno di Roma 584, assecondando le parole di Marco Tullio Cicerone nel libro dedicato a Marco Giunio Bruto, scritto all’inizio del 46 a.C. Ma principalmente da Cagnes e Scalese, “Cronaca dei Sindaci di Brindisi dal 1529 al 1787”, apprendiamo: "Il 12 settembre 1730, ad ore sedici , casco un fulmine nella chiesa cattedrale, ed entrò da sopra il campanile e calò in chiesa dal un buco delle corde delle campane e dentro l’altare di s. Teodoro si stava cantando la messa de requiem per il terzo del fu canonico Ronzana, e li due ministri, suddiacono e diacono cascarono in terra tramortiti, casco la palla di sopra il calice del celebrante, e cadde una candela dell’altare, e per grazia di Dio, e i nostri santi protettori s. Teodoro, e lingua di s. Girolamo, si disfece in aria sopra detta cappella, e non fece danno veruno".

Aldo Indini