16/08/2008
Dal Canale Navigabile alla colmata di Capo Bianco. Di Aldo Indini
Il nuovo regno italiano dopo il 1861, riordinata l’amministrazione, fece tra le altre sistemazioni, quella dei porti. Quello di Brindisi fu destinato come primo punto d’approdo per i piroscafi della Società inglese “La Valigia delle Indie”.
Fu anche questo il periodo in cui si ritornò a parlare dell’ istmo, ovvero, “canale navigabile, da Brindisi a Taranto, che partendo da Fiume Piccolo, percorrente la linea che da Oria passa per Torre Santa Susanna ed Erchie, diviso in due versanti, di cui uno è inclinato allo Ionio e l’altro all’Adriatico”. Era intendimento della Reale Marina un più celere percorso nel collegamento dei due porti militari di Brindisi e Taranto.
Ma principalmente per lo sbarco della Valigia delle Indie, il nuovo governo nominava nell’adunanza del 3 agosto 1862, una commissione sotto la presidenza del vice Ammiraglio Francesco Serra.
Sulle conclusioni di questa commissione l’ingegnere Tommaso Mati presentava il 4 giugno 1864, un progetto, con il quale, “per mezzo di una scogliera riuniva la punta di Capo Bianco colla Pedagna grande, e questa successivamente colle altre isolette sino a raggiungere quella denominata Traversa, e prolungava poi, al di là della Traversa, un molo per una lunghezza di metri 1090 nella direzione ponente-maestro”.
Inoltre dalla punta così detta della “Fregata, che trovasi allo sbocco di fiume piccolo, dove principia la costa Murena, faceva partire un’altro molo che, nella direzione di tramontana, si prolungava attraverso il porto esterno per metri 500”.
Della Punta di Capo Bianco se ne riparla della colmata prevista nel PRP, approvato nel 1975, e nell’ Adeguamento Tecnico Funzionale approvato nel 1999, perché era “interesse primario dell’Autorità Portuale realizzare la nuova area, POL Capo Bianco, per la Marina Militare, cosi, come stabilito dall’Accordo di programma del 16/12/1999, trattandosi di un’opera già finanziata e di fondamentale importanza per la riqualificazione ambientale della città e del porto interno”.
Detti lavori comprendevano: “la colmata di Capo Bianco, pontile nel porto esterno, zona di Capo Bianco, radicato alla colmata di futura realizzazione – molo sotto flutto tra le Isole Pedagne sostituito da un’unica diga soffolta tra le isole di Pedagna Grande e Giorgio Treviso”.
Dal gennaio 2002, presso il Ministero dell’Ambiente, risultano due provvedimenti inerenti l’Autorità Portuale di Brindisi: la variante del P.R.P su proposta dell’Autorità Portuale per il nuovo molo ENEL per lo scarico del combustibile necessario alla centrale di Cerano e l’impianto di rigassificatore GNL su proposta della Società B.G. Italia, inerente sempre l’Autorità Portuale in quanto Ente Gestore del Demanio Marittimo del Porto di Brindisi, ove era prevista la realizzazione del rigassificatore.
Poiché evidenziato chiaramente in atti governativi la “volontà politica” per la realizzazione nel Porto di Brindisi a Punta Capo Bianco di un impianto rigassificatore, nella riunione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri del 18/07/2002, gli Enti Locali, rappresentanti in quella sede dal Sindaco di Brindisi, dal Presidente della Provincia e dal Presidente della Regione Puglia, esprimevano la necessità, “di spostare il rigassificatore a Cerano in adiacenza della centrale elettrica ENEL Brindisi Sud “.
La proposta di ricollocare dell’ impianto di rigassificatore a Cerano, predisposta dal Comune di Brindisi, in data 19/07/2002, viene inviata dal Dirigente dell’Assessorato all’Ambiente della Regione Puglia al Ministero delle attività Produttive e al Ministero dell’Ambiente.
La proposta di uno spostamento del rigassificatore è scartata dal Ministero delle Attività Produttive con nota del 22/07/2002, “sia per difficoltà procedurali sia per l’impossibilità di utilizzare la procedura semplificata prevista dall’ art.8 della L. 340/2000 e soprattutto, per gli elevati costi aggiuntivi connessi alla nuova ubicazione”.
Ha inizio così a Brindisi un netto no al rigassificatore da parte delle istituzioni, associazioni, gruppi ecc., in una ricerca di responsabilità di chi ne ha agevolato la possibile costruzione, con il coinvolgimento anche dell’Autorità Giudiziaria sulle responsabilità penali di concussioni, corruzione o di falso in atti, ma che nulla a che vedere od intervenire su di un provvedimento di natura prettamente politica.
Resta sempre la politica l’arte di governare la società e nella volontà politica, il processo di decisioni politiche.
Nonostante si costituiscano movimenti e comitati che scendono in piazza per manifestare disagio e dissenso, assumendosi finanche l’onere di un lungo e costoso percorso giurisdizionale, il ruolo dei partiti non è in discussione.
I movimenti hanno bisogno dei partiti per raggiungere i loro obiettivi fondamentali. Il ruolo dei partiti è indispensabile e quando si tratta di legiferare e di realizzare istanze collettive la mediazione dei partiti è necessaria.
Anche se nelle istituzioni la scelta della guida è demandata, con le ultime normative all’elettore, resta sempre che la scelta del singolo, è la scelta di un partito politico, motivo per cui la centralità delle istituzioni è rappresentativa di un partito politico.
Probabile sono fermo a vecchi concetti, ma per me resta che la politica l’insieme delle azioni intraprese per esercitare un potere sull’organizzazione della società, azioni che potremo constatare quale sia la reale volontà politica dei partiti in campo nazionale, se nei primi mesi del 2009 vedremo, o meno, nel porto di Brindisi, o fuori di questo, l’inizio comunque dei lavori di realizzazione dell’impianto rigassificatore.
Aldo Indini |