21/02/2009
Brindisi Città dell’Odissea. Di Aldo Indini
Chi ha conosciuto Giuseppe Roma, ha avuto la possibilità di incontrare uno studioso la cui attenta cultura è basata nella storia letteraria e civile di questa città.
La principale ricerca di Giuseppe Roma fu quella del favoloso centro metallurgico dell’età omerica, Temese « Città del Bronzo » che nella preistoria, fu Brindisi.
Ciò scaturisce da un suo articolo riportato nella “Rivista Internazionale Mediteterranean”, Fascicolo di Maggio-Giugno dell’anno 1968.
Nella sua «Brindisi Ignorata – Itinerari Omerici », Giuseppe Roma ritiene che i Cretesi furono i primi a conoscere il segreto della fabbricazione del bronzo ed è pur vero che tre secoli prima dei fatti di Troia, Brindisi fu occupata dai Cretesi che si stabilirono definitivamente. Nelle testimonianze di Plinio, i Brindisini erano celebri nella fabbricazione del bronzo.
Fu tanta la rinomanza di una simile produzione, al punto tale da fare derivare la parola bronzo per antonomasia dal nome della città di Brindisi, Brundisium, forma di quel Brund(is)ium tanto che i Bizantini chiamarono il bronzo brentesion, con lo stesso nome di Brindisi Brentesion.
Antichi scrittori di Omero avevano già tramandato a questo riguardo che la città di Brindisi era anticamente «soprannominata» Temese.
« Sopra il purpureo mare …Bronzo cercando a Temese …»
(Odissea, I, 182 - 184, trad. Romagnoli)
Ma perché non sciogliere un millenario interrogativo? dice Giuseppe Roma, della storia letteraria e civile, “ Brindisi Città dell’Odissea”.
Lo scrittore cerca di farci comprendere che « l’elemento umano di già avanzatissima qualificazione civile, quello insediatosi preistoricamente sul porto di Brindisi», nel mentre raccoglie argomenti, elementi e notizie che anche indirettamente possono costituire verifica di una localizzazione del bronzo in Brindisi, fin dall’età omerica e preromerica.
Nelle testimonianze degli antichi autori, scrittori e commentatori dell’Odissea; i quali scrissero che la Temese omerica era la città di Brindisi, lo scrittore raccoglie le testimonianze che sono: Didimo Alessandrino; lo Scholio 138/A citato dal Barman; lo Scholio Ambrosiano E/89; lo Scholio Ambrosiano/88; lo Scholio del Codice Viennese 5, 56, 133; lo storico Bizantino Io.Kynnàmos; l’Index Historicus del Corpus Scriptorum Hystoriae Byzantinae; il poeta Ovidio; lo storico Tito Livio; lo storico Polibio; il filologo olandese Burmann; il francese Lemair; il Maggi senza tralasciare gli autori salentini quali D. Ferdinando, Giovanni Maria Morticino, Andrea della Monaca ed altri.
In particolare i nostri Giovanni Maria Morticino con Andrea Della Monaca « nella storia brindisina, all’indice delle cose più notabili contenute nella Memoria Historica dell’antichissima e fedelissima Città di Brindisi, scrivono: Temese, Città d’Omero, l’istessa che Brindisi ».
Mi piace concludere, per l’ambita richiesta da parte dell’Amministrazione Comunale del riconoscimento di “ Brindisi Capitale della Cultura Europea”, con uno degli apprezzamenti tra i più celebri per la storia della nostra città, quello che :« Nell’anno 1219, Federico II di Svevia , da Ulma, in Germania, scrivendo al papa Onorio III nella lettera datata “ apud Ulman,X Maij.VII indictio,1219”, a riguardo della città di Brindisi, ricordava al Pontefice: “ Cum civitas Brundusina famosasit in orbe terrarum…” e cioè “essendo la città di Brindisi famosa in tutto l’orbe terrestre…” (Registro Vaticano, 10. c. 112/a, n. 527; ap. Cod.Dipl.XVII, in Vendola pag.107) ».
Sono convinto che Brindisi può concorrere, nel 2012, per il titolo di Capitale della Cultura Europea, titolo che per l’anno 2008 è stato assegnato alla città di Stavanger (Norvegia) a pari merito con la città Liverpool (Gan Bretagna).
Aldo Indini |