23/03/2009

Quando uno tira in ballo i Templari è quasi sempre un matto. Di Aldo Indini


Dopo aver letto qualche libro già in mio possesso, visitato alcune biblioteche ed archivi, mentre nella mente sfilano uomini e gesta eroiche, armature, inizio a scrivere con tanto entusiasmo, ciò che ho appreso sulla vita e morte dell’Ordine dei Templari.
Principalmente vorrei approfondire, il risultato raggiunto a Brindisi, a seguito della bolla di Clemente V “Facies misericordiam” del 12 agosto 1308, che affida ai concili provinciali l’incarico di giudicare, sul rapporto delle commissioni diocesane, i Templari, come singoli individui e con il ripristino degli inquisitori la soppressione “pura e semplice” del Tempio, “setta condannata”. dove i vescovi, poco persuasi della colpevolezza dei Templari, non danno prova di zelo.
Tra le altre letture mi sono imbattuto nel libro di Umberto Eco, Ordinario di Semiotica presso l’università di Bologna; è autore di molte opere saggistiche, tra cui il “Pendolo di Foucault, edito da Bompiani nel 1988, dove, ad un suo interlocutore, che gli poneva la domanda: “ ma cosa sa lei sui Templari? ” rispose: « Io lavoro in una casa editrice e in una casa editrice, vengono savi e matti. Il mestiere del redattore è riconoscere a colpo d’occhio i matti. Quando uno tira in ballo i Templari, è quasi sempre un matto ».
Mi scoraggia quello che intende Umberto Eco, per matto: « Il matto ha una idea fissa, e tutto quello che trova gli va bene per confermarla. Il matto lo riconosci dalla libertà che si prende nei confronti del dovere di prova, della disponibilità a trovare illuminazioni. E le parrà strano, ma il matto prima o poi tira fuori i Templari ».
Per il pensiero dell’autore che ritiene « un matto chi prima o poi tira fuori i Templari », non coincide con la pubblicazione di Stefano Ferraresi “ Le Orme del Tempio”, se nella premessa dal « ll pendolo di Foucault », riporta:
« In queste pagine ho il materiale per una storia. Vera. Non banale. Meglio dei romanzi gialli americani. Ho trovato qualcosa, e di molto importante, ma è solo l’inizio. Lo voglio dire a tutti quelli che so, in modo che se c’è qualcuno che è in grado di completare questo gioco ad incastri, legga, e si faccia vivo, Intendo lanciare un’esca. Ed inoltre devo farlo subito. Chi sapeva ciò che so io, prima di me, è stato probabilmente ucciso, proprio perchè non lo divulgasse. Se ciò che so lo dico a duemila lettori, nessuno avrà più interesse ad eliminarmi ».
Io modestamente, senza entrare nel mistero dei Templari mi limito solamente a rammentare che a Brindisi sorge il Tempio di San Giorgio ed è dalla Casa Brindisina di San Giorgio del Tempio che ricordiamo i Templari: Fra Adam (1280), Fra Simone (1292) e Fra Angelo (1308), ed il converso Ruggero Flores. ed altri, ma un particolare ricordo ai Templari Fra Guglielmo e Raimondo Guasco.
I due frati Templari, Guglielmo e Raimondo, furono catturati nel 1240 dai Tartari presso l’attuale Erzinean, città della Turchia, nell’Analatolia orientale. Alla maniera dei gladiatori, furono costretti dai carcerieri a darsi a duello, per dar dimostrazione della conosciuta e temuta perizia dei Franchi (così erano generalmente chiamati i Templari) avevano nella pratica delle armi. Un sottinteso accordo fra i due frati, li portò a volgere le spade contro i Tartari, trovando essi, in tal modo coraggiosamente la morte.
Sono fermo e conservo i miei appunti su Brindisi, coinvolta dall’ Inquisizione, città dal cui porto salpano due crociate e tanti pellegrini accuditi dai Templari che a Brindisi « avevano preso stanza ».
Ma da matto, nella mia mente, restano le gesta dei Templari, ed il loro eroismo che si concluderà, in Terra Santa, con la presa di Gerusalemme da parte del Saladino e le atrocità subite dai Templari, atrocità che continueranno anche con il rientro in Francia, ove chi si è riuscito a salvarsi in Terra Santa dai mussulmani, verrà torturato e messo al rogo dai cristiani.

Aldo Indini