03/04/2009

Radeglia e Mignogna in mostra al Castello di Mesagne


La sala nobile del Castello di Mesagne (Brindisi) ospita dal 3 al 12 Aprile due mostre personali di artisti giovani ed interessanti: "SACRUCORI" di Adriano Radeglia e "non nominare il nome di dio invano" di Marco Mignogna.

SACRUCORI, è una mostra di opere in terracotta policroma, olio su tela e grafica-olio che parlano di sacro.
"Uno sguardo al costato trafitto dalla lancia che - come scrive Radeglia nel pensiero delle opere - è l’ultima ferita al corpo di Cristo sul calvario, la più importante, quella che “tocca” il cuore.
Il cuore, protagonista assoluto, si presenta attraverso immagini forti unite dal sangue versato che ritroviamo in tutte le opere, chiodi trafitti, piaghe, spine.
Esigenza di un credo personale non legato alla chiesa cattolica italiana. C’è un richiamo alla simbologia del Sacro Cuore già praticata nell’antichità cristiana e nel Medioevo e anche alla devozione delle nostre famiglie meridionali che ancora oggi proteggono sacre campane di vetro.
L’ inaugurazione di venerdì 3 aprile alle 18.00 inizierà con l’intervento di Antonio Pasimeni, studioso di simbologia, e la presentazione del Prof. Antonio Galluzzi.

"Non nominare il nome di dio invano" di Marco Mignogna è la mostra fotografica che immortala "Cristi compianti da madri su sedie a rotelle, crocifissi e morti asfissiati. Abiti talari ‘dismessi’. Sguardi e gestualità obligui". Il giovane fotografo mesagnese, alla sua prima mostra fotografica ufficiale, "non si ferma alla concezione, alla significazione e all’esecuzione dello scatto. Ridipinge le sue foto di sfumature ed effetti che vanno oltre la mera sperimentazione grafica. Le nuove ombre sull’immagine hanno un significato preciso, l’accento su alcune tinte ha un significato preciso, l’esaltazione dei volumi ha un significato ben preciso".
Una mostra meditata, coraggiosa e audace. "Una riflessione sul senso autentico della sacralità e sulle indubbie contraddizioni dell’istituzione Chiesa dei nostri giorni, espressa attraverso immagini di figure e simboli. Una vera e propria denuncia di atteggiamenti e comportamenti celati da becero e fasullo moralismo” spiega Marco per raccontare la sua mostra.
“Non nominare il nome di Dio invano” è il titolo diretto e cristallino che tesse il filo rosso tra le opere in esposizione.

Le mostre rimarranno aperte fino al 12 aprile dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 21.00.