06/06/2009

Diario di bordo. Pagina n.10


Ascolta Erica Mou in "Pensiero Stupendo"

Dalle pagine ingiallite e quasi bruciate dalla salsedine del nostro diario eccovi una nuova avventura fatta a bordo del nostro galeone pirata-radi@ttivo, sulle calde onde del rock e della musica di qualità.
Alcuni giorni fa ospite di “RADI@zioni” è stata Erica Mou, giovane talento di 19 anni di Biscegle (BA), dove ha presentato, esibendosi in acustico, il primo album “Bacio ancora le ferite”. Di seguito riportiamo una parte della lunga intervista realizzata durante l’appuntamento “Cult” di venerdì 22 maggio negli studi di Ciccio Riccio.
- Erica Musci, in arte Erica Mou. Come mai hai voluto proporti con il nome di una caramella?
Ci sono diversi motivi. Il primo è che alcune volte ho problemi di pronuncia, pertanto occorreva avere un nome d’arte. Poi, per le caramelle che sono dolcissime e hanno anche quel gusto un po’ retrò. Io sono un po’ come loro, se mi appiccico ai denti non mi stacco più.
- Il tuo primo disco si chiama “Bacio ancora le ferite”. Qual’è la sua corretta interpretazione?
Il titolo è tratto da una frase di un brano presente nel disco dal titolo “È”. Abbiamo scelto questo nome perchè racchiude tutto il lavoro svolto per la sua realizzazione. I dischi si fanno ugualmente anche se non si vendono più. Quindi capisci che se le cose non vanno bene, tu le fai lo stesso.
- Pur avendo un tuo stile personale, sei stata accostata a diverse cantanti italiane della nuova generazione. Quali sono quelle che senti maggiormente vicine?
Le amavo tutte, adesso un po’ meno. Nel senso che da quando ho fato un file chiamato “Secondo il mondo io somiglio a…”. in ogni concerto c’è sempre qualcuno che aggiunge qualcosa. Siamo arrivati a 35 nomi. In realtà non so a chi mi sento musicalmente più vicina, perché ascolto moltissime cose, compresa tanta musica straniera.
- Con la chitarra hai un bellissimo rapporto. Ti è mai capitato di scegliere la parola di una canzone, non tanto per il significato, quanto per il suono?
Quando scrivo le canzoni, lo faccio sempre con la chitarra in mano. È difficile prescindere il testo dalla musica e viceversa, quindi mi succede automaticamente.
- Prima di entrare in studio, avevi già un’idea precisa del suono che volevi ottenere?
A dire il vero, in studio non sono mai entrata. Come tutte le cantanti del mondo sono paranoica, nel senso che c’è questa mania della non perfezione raggiunta. Il produttore di questo disco, Marco Valente, mi ha proposto di registrare nel salotto della sua abitazione tramezzata di piumoni per insonorizzare la stessa. Si è trattata di una produzione molto casalinga ma fatta con il cuore.
- Al M.E.I. (Meeting delle Etichette Indipendenti che si tiene annualmente a Faenza) sei stata definita come “il futuro della musica italiana”. Quanto ti fa piacere e quanto ti impegna questa affermazione?
È stato emozionante perché è stata detta durante una conferenza stampa con tante persone e con molti addetti ai lavori. La definizione è stupenda, poi col tempo pensi al futuro caricandoti di aspettative verso te stessa, che a mio avviso non dovresti avere.
- Scrivere canzoni ti ha aiutato a crescere anche come persona?
Scrivere canzoni mi ha aiutato a non finire mai in prigione perché la musica è una valvola di sfogo importantissima. Non ho altri hobby, pertanto mi ha aiutato e mi aiuta costantemente.
- Considerato che hai solo 19 anni, hai deciso cosa fare da grande?
Vorrei fare quello che mi piace senza fare compromessi. Se dovessi farlo, chiedo di lasciarmi essere sempre una brava persona. Spero di riuscire un giorno a vivere di questo lavoro.

Contatti: www.ericamou.com, www.myspace.com/ericamou, facebook ericamoufanclub.

… E dalla stiva di “RADI@zioni / The Next Generation” anche questa volta tiriamo fuori…
– Può un disco di pop-rock, senza chitarre per di più, essere perfetto? Sì se c'è in giro una band che si chiama Animal Collective con un album intitolato “Merriweather Post Pavilion”! Verrebbe da definirli gli unici veri alfieri dell’indie-rock del nuovo millennio, ma questa etichetta alla band va strettissima.
Avanguardia, sperimentazione, psichedelia elettronica, folk tribale? Chiamatela come volete. Quel che conta, in fin dei conti, è che oggi non c'è nessuno come loro e come loro nessuno ha fin’ora saputo cogliere, anticipare, prevedere e infine concretizzare il suono di questo 1° decennio del secolo XXI. È questa la vera psichedelia dei nostri giorni! “Merriweather…” è stato scelto da Camillo Fasulo per l’approfondimento del “Disco della settimana” nella puntata di lunedì 25 maggio.

E sempre dalla stessa puntata ecco un’altra segnalazione:
– Tra i dischi più ascoltati del momento c’è “Dark Days / Light Years” dei Super Furry Animals. C’è un miscuglio di generi veramente forte e di grande qualità qui dentro! Si respira aria “beatlesiana” infettata da ritmi novantiani (Beck insegna!), cori in stile sixties e numeri di scuola “kraut-rock”… Un album che, sfuggendo ad una facile catalogazione, ci consegna una band in piena tempesta ormonal-musicale, una band di cui si parla davvero troppo poco al di fuori del Regno Unito e i cui meriti un giorno saranno scolpiti nel grande libro della storia del rock! È stato scelto da Carmine Tateo per il frammento radi@ttivo “Disco Hot / I Dischi più ascoltati del momento”.

Marco Greco