02/07/2009

Diario di bordo. Pagina n. 14


Il 21 agosto del 1969, circa mezzo milione di ragazzi si concentrarono in una fattoria che apparteneva a Max Yosgur, a circa 50 miglia da Woodstock, nello stato di New York per un festival di “tre giorni tra pace e musica”.
A 40 anni di distanza vogliamo ricordare uno dei luoghi simbolo del rock. Sotto una pioggia torrenziale caduta per quasi tutto l’evento, si sono esibiti i più grandi artisti della scena rock mondiale di allora: Ten Years After, Santana, Sha-Na-Na, Canned Heat, Who, Richie Havens, Arlo Guthrie, Country Joe, Janis Joplin, Paul Butterfield e Jimi Hendrix, protagonista, all’alba dell’ultimo giorno, di un inno americano distorto e stravolto.
Questi sono solo alcuni dei nomi che in seguito cambieranno la storia del rock.
L’evento fu documentato da Michael Wadleigh nel film “Woodstock” che venne realizzato nel 1970.
Fu un trionfo, e dimostrò l’evoluzione delle tecniche di ripresa e di montaggio per i filmati musicali. Furono pubblicati anche due albums (un doppio e un triplo vinile) che testimoniarono la presenza di una galassia di talenti musicali.
La grande e straordinaria partecipazione di pubblico non creò alcun incidente. In realtà ci furono tre morti (di cui uno investito da un trattore e uno per appendicite) ma ci furono anche due nascite.
L’unica rissa fu causata dallo scontro tra Pete Townshend, il chitarrista degli Who, e il leader degli hippies, Allie Hoffman.
Era la fine degli anni ’60, con una generazione che non comunicava con gli sms, ignorava le grandi firme e il grande fratello era solo il parente nato prima.
In un periodo in cui si moriva in Vietnam, le uniche armi usate sono state quelle della non-violenza, della musica e dell’amore universale.
Nonostante qualcuno abbia deciso di distorcere la storia, ci rimane un periodo irripetibile, creativo e importante per i valori che ha voluto rappresentare, e Woodstock, con i suoi colori e i suoi simboli, ne è stata la testimonianza più diretta.

Ed ora apriamo la cambusa del nostro galeone le cui chiavi per oggi sono custodite da Camillo Fasulo e da Antonio Marra.
Da “RADI@zioni / The Next Generation” di lunedì 29 giugno 2009:
- A due anni di distanza da “Heavy Deavy Skull Lover”, uno dei dischi simbolo del 2007, “Mirror Explodes” conferma gli allucinanti ed allucinati The Warlocks come una delle migliori band attualmente in circolazione.
Il gruppo di Los Angeles, dopo il divorzio dalla major Mute ed uno sfoltimento della formazione, non rimescola le proprie carte ed insiste, seppur con qualche deviazione, lungo il percorso già battuto nei precedenti lavori.
Quella dei The Warlocks è una trama musicale appesa ad un filo conduttore che parte dai Velvet Underground, passa per Sonic Youth e Jesus & Mary Chain ed esplode in un’originale quanto perfetta alchimia di psichedelica e post rock “rumorosamente melodico”.
“Mirror Explodes” è stato scelto da Rino De Cesare per l’approfondimento del “Disco della settimana” nella puntata di lunedì 29 giugno.

E sempre dalla stessa puntata ecco un’altra segnalazione:
- Tra i dischi più ascoltati del momento c’è “Better Than Heavy” dei Mongrel. Inventati dal leader dei Reverend e dei The Makers, i Mongrel includono tra gli altri Mr. Helders degli Arctic Monkeys, Mr. Drew chitarrista dei Babyshambles e il rapper iraniano Low-Key.
Da tutta questa zuppa esce fuori un disco “indie” con influenze hip-hop.
Per dirla tutta: una brutta copia dei Gorillaz (per chi vede il bicchiere mezzo vuoto), mentre, per i più ottimisti, sono un esperimento ben riuscito…
Ma, si sa, la verità spesso sta nel mezzo. Sicuramente Mongrel danno il meglio quando il tocco “artico” si fa sentire di più. Ma, per il momento, ci si può accontentare.
Il progetto è buono ma il prossimo episodio ci dirà come stanno realmente le cose.
Li aspettiamo al varco!
“Better Than Heavy” è stato scelto da Carmine Tateo per il frammento radi@ttivo “Disco Hot / I dischi più ascoltati del momento”.

Le delizie delle terre del jazz sono state particolarmente apprezzate dal veliero radio@ttivo che lo scorso venerdì 26 giugno si é di nuovo cibato delle prelibatezze di quest’isola poco frequentata. Antonio Marra nel corso della puntata di “RADI@zioni CULT” ha avuto l’onore di presentare in anteprima nazionale il nuovo lavoro del giovane saxofonista salentino Raffaele Casarano, intitolato “Replay” che esce in questi giorni per un’etichetta importante quale la Universal.
Raffaele Casarano (collaborazioni con Javier Girotto, Gianluca Petrella, Patrizia Conte, Lincoln Goines etc.) é stato gradito ospite negli studi di Ciccio Riccio proponendo la musica del suo nuovo splendido lavoro, brani di artisti della nuova scena jazz internazionale (Silje Norgaard & Arve Henrikseen) ed anche un assolo live al sax.
“Replay” vede gradito ospite in cinque brani anche il grande Paolo Fresu e propone una forma di jazz che poggia le sue basi sulle sonorità classiche per proiettare il talento di Raffaele Casarano verso le più innovative forme di contaminazione tra i generi nel segno della modernità.
Disco da comprare senza tentennamenti! Infaticabile, il buon Raffaele Casarano cura, nelle vesti di direttore artistico, anche la nuova edizione del “Locomotive Jazz Festival” che si terrà a Sogliano Cavour (LE) dal 3 al 6 Agosto ad ingresso libero.
Il cartellone é tra i più interessanti del panorama jazz nazionale e vede anche la partecipazione di Paolo Fresu, Soweto Kinch etc. Info sul sito www.locomotivejazzfestival.it (ufficio stampa CoolClub.it).

(Marco Greco)