29/10/2009

Diario di bordo. Pagina n. 30


Sospinto dal forte e fresco vento di maestrale, il nostro sgangherato ma fiero veliero dalle vele rattoppate, ha fatto nuovamente rotta verso la Puglia, dove, nell’ambito degli incontri radi@ttivi il buon Camillaccio ha incontrato lunedì 19 ottobre le Risonanze Folk. La band proveniente da Villa Castelli (Brindisi) è composta da dieci elementi e vanta una forte appartenenza territoriale a questo lembo di terra brindisina.
Una band ricca di energia che pone il genere combat-folk come alternativa di espressione artistica. Da alcuni mesi è stato pubblicato il loro primo album ufficiale “Per il sonno, per l’ipnosi o per il vino” che comprende sette brani originali e una vecchia canzone popolare “Lu potesce” che racconta, con versi dialettali, di una pulce dispettosa e fastidiosa. Le Risonanze Folk propongono un sound che varia da folk al rock, dallo ska al rock alternativo. Le tematiche che emergono dai brani, alcuni di essi con accenti e influenze dialettali, fanno parte di una cultura che prende spunto anche dalla storia politico-sociale del nostro paese. Da consigliare l’ascolto de “L’ultimo partigiano”. Dal vivo le Risonanze coinvolgono e divertono proponendo spunti per “zumpare”, cantare ed al tempo stesso riflettere.

Da “RADI@zioni / The Next Generation” di lunedì 26 ottobre 2009… per l’approfondimento de “Il Disco Della Settimana”, Camillo Fasulo vi ha proposto “Maker”, recente album per i PONTIAK ragione sociale dietro la quale si celano i Carney bros., tre fratelli originari della più sperduta provincia americana: Van, Jennings e Lain (chitarra, basso e batteria, più tastiere, più le voci di tutti e 3).
“Maker” è una strada polverosa che odora di ruggine e di carburante e dove si rincorrono fantasmi tra schermaglie blues, rigurgiti inaciditi e atmosfere desertiche.
È un disco autentico come il forte legame con la propria terra di questi particolari cowboys della Virginia. Fanno una cosa che si chiama stoner-folk-psycho-rock, che nel loro caso significa un suono non velocissimo ma pesante, distorto, con improvvisi cambi di umore e certe reminiscenze pinkfloydiane vecchia maniera. Il disco è stato registrato completamente live, in presa diretta, nello studio di casa Carney, seguendo la filosofia del “buona la prima”, lasciando grande spazio all’interpretazione dei musicisti e contribuendo in tal modo a dotarlo di una spontanea immediatezza.

Dalla medesima puntata, scelto da Carmine Tateo tra i “Dischi Hot”, ovvero tra quelli più ascoltati del momento, ecco “Love 2”, 6° album per i francesi AIR ma 1° lavoro prodotto interamente dal duo.
Va subito detto che gli AIR stanno cercando di ricreare quelle atmosfere e quella magia che fecero la loro fortuna una decina di anni fa.
L’album è pieno di alti e bassi. Ci sono episodi gustosi ma anche qualche caduta di tono. Accenti malinconici e richiami al pop psichedelico.
Potrà far felici gli ascoltatori della prima ora ma sarà abbastanza difficile che possa far accrescere il numero dei loro fans.

Marco Greco