17/02/2010
A Fabiola: quando gli angeli ci abbandonano. Di Antonio Camuso
Fabiola, uno degli angeli più belli e più dolci della nostra città ci ha abbandonato, affidando le sue ultime parole non più ad una piuma d’oca, un calamaio e ad una pergamena, bensì ad un SMS su un moderno cellulare.
Il suo "- sto partendo!-" era rivolto non solo ai suoi cari e ai suoi amici più intimi, bensì a tutti noi, uomini e donne di questa città che continua a chiudere gli occhi sugli angeli che la abbandonano: i suoi figli più diletti.
Nella scelta di Fabiola c’è una condanna pesante nei confronti di tutte le istituzioni, l’intera classe politica, che sia al governo o all’opposizione, che non riesce a dare speranza alle migliaia di giovani che fuggono da questa città, o peggio ancora che rimanendo soffrono ogni giorno la morte delle loro speranze, ma innanzitutto la possibilità di essere ascoltati, compresi, valutati per quello che sono e che vorrebbero fare magari infrangendo i nostri tabù e le nostre preclusioni
-Parto via! - ha detto Fabiola: "- Avete fallito!-"
Una condanna, per fallimento, senza se e senza ma, che lascia, chi tra noi non ha il cemento nel cuore, schiacciati sotto un peso immane ed l’inferno nel cuore e nelle viscere.
Purtroppo di cemento in questa città che seppellisce con le ruspe e le palazzine e le pseudo-ville, rapporti sociali, etica e amore, ce n’è troppo ed oggi. Ai piedi di quel palazzo dove si è spenta la vita terrena di Fabiola c’è un solo sperduto fiorellino depositato chissà da chi.
Ciao angelo bellissimo, ciao piccola Fabiola. Che tu possa vegliare e dare forza alle altre tue sorelle e fratelli a cambiare il cuore e la mente di questa città, spingendoli a non mollare ad urlare, quando c’è bisogno, tutta la loro rabbia e frustrazione. Ad imporre, lottando tutti insieme, un nuovo patto generazionale, l’unico che possa evitare a Brindisi la morte morale ed ambientale per narcisistico egoismo.
Ciao Fabiola…
Antonio Camuso Pugliantagonista.it
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