24/09/2010
Diario di bordo. Pagina n. 55
… Ed allora, ciurmaglia, vi siamo mancati? Il nostro vecchio galeone rinnovato nello spirito, nelle vele e nella cambusa, ritorna fiero per cavalcare le onde del rock e della musica alternativa indipendente.
Se non amate i caldi suoni dell’armonica blues, vi consiglio di cambiare lettura… Se invece la vostra testa è stata sfasciata almeno per una volta dal suono di una Fender Stratocaster, siete i benvenuti a bordo, fratelli!
Le nostre pagine ricominciano ad emanare i profumi del rock’n’roll grazie alle anime sempre più ribelli, arrembanti, irriverenti ma costruttive e pacifiste dei suoi attempati conduttori pirata radiofonici di Ciccio Riccio.
Ci eravamo lasciati alcune settimane prima che l’Inter completasse la “triplete”, prima dei Mondiali di Calcio dei nostri fratelli africani, prima… va beh, lasciamo stare… e ancor prima che il caldo sole d’estate andasse a urtare il già debilitato senso civico di alcuni nostri concittadini.
Insomma, il ricovero del nostro galeone nel bacino di carenaggio, ci ha fatto perdere l’occasione di affrontare alcuni argomenti su cui parlare e riflettere.
Ma l’estate, come sappiamo, è la stagione dei concerti, dei tour, dei tunz-tunz, e di tutti quei luoghi eco-gastronomici di cui anche la nostra dieta è diventata un’invidiosa fan e ammiratrice. Nell’abbondanza dei festival estivi la nostra provincia ci ha regalato dei momenti importanti supportati da artisti di qualità, dalla continuità delle serate e della bellezza paesaggistica dei luoghi.
L’estate 2010 ha fato registrare un balzo in avanti nell’offerta, ampliando la diversità delle proposte e presentando nomi conosciuti ma sempre nel rispetto di un budget intelligente per la sua spartizione.
Cosa che non è avvenuta nella città capoluogo, ma questo, ahinoi, non rappresenta più una novità. Nell’assordante silenzio delle serate brindisine hanno fatto eco mezzo Festival del Blues (condizioni atmosferiche avverse), una cantante in pensione e un Festival già fallito prima ancora di accordare gli strumenti.
Troppo poco per una città che intende candidarsi in Italia come capitale della cultura.
È proprio le band-tributo sono quelle che da qualche tempo la fanno da padrone, brutto esempio per chi crede ancora che la musica sia l’emozione di un nuovo testo, inventiva e creatività.
Ben vengano le cover band per farci divertire ma, per favore, non fatele passare per musica originale e di qualità. Il pappagallo presente a bordo potrebbe approfittarne! (Marco Greco)
… Frattanto, RADI@zioni vi anticipa orgogliosamente che tra i vincitori del Premio Italiano Musica Indipendente figurano due nostre “vecchie” conoscenze musicali salentine: il brindisino Amerigo Verardi e il leccese Marco Ancona per la miglior autoproduzione discografica per l’album “Bootleg – Oliando la macchina / Live Tour 2009”.
La premiazione avverrà Venerdì 26 Novembre 2010 presso il prestigioso Teatro Masini di Faenza, alla 14^ edizione del MEI.
(Camillo Fasulo)
… Sabato18 settembre: FONOKIT, Contestaccio, Roma – “E’ una ventosa serata di settembre Rachele ed io e ci avviamo lungo via di Montetestaccio, un viale scarsamente illuminato, pieno di ragazzi griffati, disco-pub, gente sbandata e auto parcheggiate in tripla fila.
Al numero 65B c’è il Contestaccio, un piccolo locale che da qualche anno offre ogni sera un nutrito cartellone di gruppi provenienti da ogni parte del mondo.
Come ripetutamente grida al microfono collegato all’impianto vocale, il proprietario, l’attore Raffaele Vannoli, “se entra senza paga’ ‘na lira, mortacci vostri!”.
Stasera i leccesi Fonokit presenteranno “Amore o purgatorio”, il loro ultimo album.
È ancora presto. All’ingresso ci viene incontro Fabio del gruppo brindisino dei Madreperla membro dello staff, anche lui come noi, esule nella capitale. Dopo avere scambiato qualche veloce chiacchiera col mio irsuto compaesano, ci avviamo nella sala del concerto, una stanza con pareti di colore nero.
Oggi è il 18 settembre, il giorno in cui 40 anni fa, morì Jimi Hendrix e sugli schermi disseminati per tutto il locale passano le immagini di un concerto del chitarrista di Seattle.
Non c’è traccia dei Fonokit; è da quando si chiamavano Bludinvidia che non li vedo suonare dal vivo, più precisamente dall’uscita dell’album “Non è abbastanza ancora”.
A mezzanotte è il turno di un noiosissimo gruppo pseudo-prog di Biella, la cui sola cosa degna di nota è una cover di Zum zum zum, sigla del varietà Canzonissima. Ne approfittiamo per bere qualcosa e fumarci una sigaretta.
Toh! Al bancone c’è Valerio Mastandrea in compagnia di Davide Liotti e Marco Conidi (chi se lo ricorda in trio a San Remo con il brindisino Bungaro e Rosario Di Bella?). Verso l’una, scorgo tra la folla Marco Ancona, voce e chitarra dei Fonokit, proprio mentre, il gruppo biellese ha concluso il suo set.
Dalle casse risuonano le note di London Calling e il trio leccese si posiziona sul palco. Marco indossa una magliettina a righe e al posto della consueta capigliatura Ziggy-style, sfoggia un taglio sobrio, di media lunghezza e imbraccia una Rickenbaker rossa, modello 360 V64. Alla sua sinistra al basso, Ruggero Gallo, in magliettina, tatuaggi e Fender Bass e alla batteria Paolo Provenzano con addosso un paio di occhiali a la Jarvis Cocker ultimo periodo.
Non sopporto usare un linguaggio bellico, ma sin dalle prime note del brano “Fine”, il gruppo dimostra di essere una vera “macchina da guerra”. Non riesco a trovare un altro termine per descrivere l’impatto sonoro che travolge gli spettatori.
Marco canta, grida letteralmente le parole delle canzoni, per tutta la durata del concerto, senza perdere un filo di voce. Dopo un solo brano a causa del cedimento della tracolla, imbraccia una Telecaster. Il suono della chitarra è sporco, pieno d’inventiva, una sorta di punk psichedelico alla Flaming Lips, il tutto tenuto insieme dal potente basso di Ruggero, preciso e “funky” e dalla batteria, altrettanto metronomica di Paolo.
Accanto ai brani dell’ultimo disco, tra cui la memorabile “Non posso farne a meno”, trovano posto alcune canzoni dei Bludinvidia, come la potente “Television Man” e “Nell’aria”, quest’ultima cantata e suonata insieme a Giuliano “Negramaro” Sangiorgi. Ho avuto l’impressione che la canzone non fosse prevista in scaletta, ma che sia stato lo stesso Giuliano a volerla suonare dopo una stupenda versione, sempre in coppia, di “Non esiste”, uno dei migliori pezzi dei Fonokit.
L’esibizione continua con “No money no cash” e se fossimo in un paese normale, il brano scalerebbe le classifiche. Il pubblico, ovviamente, gradisce e canta in coro le parole delle canzoni. Dopo “Sedia elettrica”, dal testo perversamente inquietante, è la volta di “Ammirami”. C’è tempo per l’ennesimo ripescaggio dal repertorio dei Bludinvidia “Danneggiamento del sistema periferico” e per un bis finale con la riproposizione di “Fine” e di “Non esiste” (questa volta senza Giuliano). Storditi e contenti, io e Rachele, consapevoli di avere assistito ad un grande spettacolo di rock and roll, usciamo dal locale e ci incamminiamo su via di Montetestaccio, in direzione Pandino nero, tra studenti stranieri ubriachi e travestiti che sfidano i sampietrini su tacchi vertiginosi.”
(Vincenzo Assante)
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