09/11/2010
Un uomo solo al volante. Di Aqvila Blv
Ore 4, né notte né giorno, inverno.
La sveglia scandisce meccanicamente la fine della quiete e chiama le forze a raccolta. E' durissima, ma è ora.
I soliti preparativi, le solite cose, il bagaglio già pronto dalla sera prima, quello da indossare già sulla sedia.
Ore 4.30, ancora né notte né notte, ma sempre inverno.
La pioggia pare provarci gusto a battere fitta e regolare, il vento sibila in modo sinistro e sferza il cortile deserto. Il cuore è freddo come le mani.
Per fortuna che la cara vecchia auto non tradisce e parte a colpo, così come la cara vecchia radio, che con la sua luce bluette già taglia il buio dell'abitacolo. Prima, seconda, terza e la casa, la città, il passato, sono alle spalle.
Adesso c'è un uomo solo al volante.
La notte è un momento serio della vita. Non c'è chiasso, non c'è banalità, tutto è nobilitato dal buio e dal silenzio. Anche la radio, che come la televisione è fracassona e stupida di giorno, di notte è tranquilla, sobria, persino romantica. Urlatori e stelline da strapazzo cedono il passo ai cantanti veri, ai grandissimi, ai cantautori immortali, alla musica classica. Viaggiare con Battisti, Mina, De Andrè, Dalla, De Gregori, Battiato, Conte, Pavarotti e gli altri, scalda il cuore e tiene svegli perché è bello ascoltare, e capire, le loro poesie musicate.
Le parole di notte hanno un altro suono, un altro significato. Anche quelle del solito benzinaio dall'età indefinibile, che da anni, da sempre e per sempre, è fisso in quella tuta dal colore indefinibile, col berretto col paraorecchie, che proprio adesso si avvicina per la milionesima volta e con gli occhi arrossati accenna un saluto e poi con una smorfia anch'essa indefinibile dice "oggi fa freddo veramente eh, dottò, e quest'acqua pare che ti entra nelle ossa, hanno detto che pioverà tutta la settimana, dottò". Poi rifornisce, ripone la pistola nella colonnina, allunga le sue mani massacrate dalle intemperie e con le unghie perennemente annerite dal carburante, prende i soldi e ricorda che "né bollini, né scheda, vero dottò? - Vero - Arrivederci dottò"! Non sono dottore, ma arrivederci piccolo-grande uomo della notte, caro "rain man" del mio cammino.
Ore 5.30, riparto.
Il povero Lucio canta ". ma un'auto che va basta già a farmi chiedere se io vivo .". Sì, sono vivo, forse non ancora del tutto sveglio, ma vivo, sì. Il cuore inizia a scaldarsi, mani e piedi anche, inizia a far giorno. Il notiziario delle 6 è letto dalla solita, professionale, asettica e quasi robotica voce. Anche le notizie sono le solite, cupe. Crisi economica, politica impazzita, terrorismo, delitti efferati, maltempo. Ed io sono un uomo solo al volante e continua a piovere.
Le 7.30, ci vuole un caffè.
Teresa è lì, bella più che mai dietro il suo grande bancone. Ed è una donna, ormai, Teresa. L'ho vista crescere, l'ho vista prima col grembiule dell'asilo, poi con i libri della scuola ed ora è qui con i suoi vecchi, pronta a rilevare il bar di famiglia. Ed è bellissima. Avrà amore, si sposerà, avrà figli e vivrà dov'è nata. La sua vita sarà semplice ma felice, non potrà essere che così ed è giusto che sia così.
Ed ha ragione Jovanotti quando canta "la gente della notte", che è tutta particolare, variegata ed affascinante, anche perché fa "mestieri strani". Ci sono operai che si apprestano ad andare in fabbrica, carabinieri ancora in servizio o che hanno appena smontato, caporali e braccianti con i loro inconfondibili furgoni. E poi rappresentanti, camionisti, commercianti, ma anche ladri, puttane, checche, brutti ceffi, magnacci, barboni. E le lingue ed i dialetti che si mescolano nei saluti, nelle lamentele, nelle speranze, nelle bestemmie contro la pioggia. Tutti così diversi eppure così simili, altrimenti non staremmo tutti qui, a questo schifo di ora, in questo schifo di posto, con questo schifo di freddo e sotto questo schifo di pioggia. Ciao Teresa, alla prossima.
Le 8.
Sono ancora un uomo solo al volante, piove "ma un'auto che va basta già a farmi chiedere se io vivo .". Il nuovo notiziario è letto dalla stessa voce di prima, professionale, asettica, quasi robotica. Anche le notizie sono le stesse, cupe. Crisi economica, politica impazzita, terrorismo, delitti efferati, maltempo.
Ma adesso c'è pure un incidente, proprio lungo questa strada che percorro con quest'auto che va e che basta a farmi chiedere se io vivo. Sì, sono ancora vivo, ma anche molto stanco e bisogna stare attenti. Sono un uomo solo al volante e lì in fondo c'è una luce blu ed un'auto accartocciata. Gli sfilo davanti, i poliziotti hanno già coperto un corpo con un lenzuolo ed ora parlano con quelli dell'ambulanza e dell'Anas.
Chissà chi era, forse uno che si è svegliato alle 4, proprio come me, ma che non ce l'ha fatta.
E penso ai miei cari e a quanto siamo infinitamente piccoli, limitati ed indifesi davanti al destino. Un destino che a volte è cinico, crudele, impietoso come questa pioggia che continua ad entrarci nelle ossa.
Sono un uomo solo al volante, ma sono le 9 ed ormai è finita.
"Pronto? Sì, tutto a posto. Ci sentiamo più tardi".
Aqvila Blv
Dalla bacheca "Ti Dico La Mia" - Il 9/11/2010 alle ore 23.42.12 |