28/11/2010

Cesare Braico e il nostro Risorgimento. Di Marco Martinese


Come molti di noi avranno notato, in questo periodo, ben supportato dall’opera dei media, v’è un gran fervore e un gran parlare di Risorgimento, in relazione al 150° anniversario dell’Unità D’Italia.
C’è da ogni parte, questa sorta di esortazione a valorizzare il nostro Risorgimento, e, in un’epoca, certamente caratterizzata dall’assenza pressocchè totale di valori, questa, di per sé, potrebbe senz’altro esser un’occasione per scoprire, riscoprire o (perché no?) riscoprirci…
Già, perché anche noi brindisini abbian pagato il nostro tributo alla nascita della nazione, e allora perché non farlo sottolineando la figura simbolo del “nostro” Risorgimento ?
Ovverossia, un nome che, non è, come per tanti, una semplice indicazione viaria…
Il brindisino Cesare Braico.

Cesare Braico, protagonista della lotta al Regno Borbonico, nacque infatti, proprio a Brindisi, nell’attuale via Ferrante Fornari, da Bartolomeo e Carolina Carasco, il 24 Ottobre 1816.
Si laureò in medicina all’Università di Napoli e partecipò attivamente alla seconda e terza guerra d’Indipendenza, come medico e come soldato.
Guidato dal suo ideale molto forte fù sempre tra i protagonisti della lotta alla tirannia.
L’irrequieto Cesare è a Napoli quando, il 15 Maggio del 1848, scoppia la rivoluzione, alla quale partecipa combattendo la gendarmeria e le truppe borboniche, ma solo 1 anno dopo viene catturato insieme ad altri.
Condannati, per anni vengon tenuti in condizioni inumane in una serie di galere fatiscenti, subendo maltrattamenti d’ogni genere, sino a quando si decise di deportarli in America, trasformando la condanna in esilio perpetuo, ma durante la navigazione, la nave venne dirottata in Irlanda (pensate) dal rivoluzionario Raffaele Settembrini, che s’era imbarcato a Cadice fingendosi cameriere.
Gli esuli, dopo qualche mese a Londra, vennero fatti tornare in Italia col contributo del Governo piemontese, poco prima della guerra contro l’Austria, dove Braico si arruolò come volontario partecipando alla Battaglia di Solferino.
Ma l’episodio senza dubbio più famoso resta sicuramente “L’Impresa dei Mille”.
Ossia, insieme a Garibaldi, conquistò il Regno delle Due Sicilie, permettendo l’annessione al nascente Stato italiano, si distinse, come Medico delle camicie rosse e come combattente, al punto da ottenere da Nino Bixio il riconoscimento di “eroe”.
Ma il medico delle camice rosse non si fermò qui…
Dopo l’Unità d’Italia, infatti, venne anche eletto deputato nel primo Parlamento Italiano.
Durante la sua attività di Parlamentare, tra l’altro, fu Presidente del Consiglio di Sanità.
Nel 1869 ricoprì anche l’incarico di Consigliere di Prefettura ad Alessandria, prima, e Forlì poi.
Dal 9 Gennaio 1873 prestò servizio all’Archivio di Stato di Roma, ma già qui iniziò a manifestarsi l’infermità mentale che lo avrebbe fatto internare negli ultimi 4 anni di vita, nel manicomio di Santa Maria della Pietà, in Via della Lungara(nei pressi del carcere di Regina Coeli), dove morì il 27 Luglio 1887.
Le sue spoglie giacciono in un sepolcro chiuso da una lastra di pietra che porta la data del 30 Luglio 1887, proprio nel vialetto principale del cimitero di Brindisi che riaccolse e rivolle il suo figlio, a pochi metri dall’ingresso.
Per tutto ciò, Brindisi gli ha dedicato un parco ed una via.
Nella casa natale di via Ferrante Fornari N. 20, sulla facciata fu posta nel 1893 un’epigrafe marmorea dove si può tutt’ora leggere:
” QUI A 26 OTTOBRE 1816 NASCEVA CESARE BRAICO / OLOCAUSTO GIURATO ALLA LIBERTA’ DELLA PATRIA / SOPPORTO’ PRIGIONIE ESILII CONDANNE DI MORTE / FINCHE’ DA MARSALA SCHIERATO FRA 1000 EROI / DUCE GARIBALDI / ALLA RICALCITRANTE EUROPA IMPOSE L’INDIPENDENZA D’ITALIA / La Societa’dei Reduci pose a 9 Febbraio MDCCCXCIII”.

Forse, la prossima volta che andremo a visitare i nostri defunti volteremo lo sguardo verso il giaciglio di questo nostro eroico concittadino, o quando passeremo al centro per Via Ferrante Fornari, nei pressi del Civico 20, non potremo far a meno di soffermarci a legger quell’epigrafe con una differente attenzione… con differenti occhi… e inevitabilmente produrremo un pensiero… una “naturale riflessione”... Sperando d’aver fatto cosa gradita, saluti ed alla prossima.

Marco Martinese