27/12/2010
Agende e calendari. Di Pino De Luca
Tra le cose più diffuse che si regalano a fine anno, nonostante l'imperversare dell'elettronica, vi sono agende e calendari.
Non è difficile fare l'uno e gli altri. Dall'avvento del Calendario Gregoriano, in Occidente, la successione dei giorni, delle settimane e dei mesi è assolutamente prevedibile.
La definizione della Pasqua (la domenica successiva al novilunio dopo l'equinozio di primavera) è il fulcro dello scandire del tempo in unità di varia natura che, nel tempo si sono consolidate. Il tempo che misuriamo in sessagesimi (minuti e secondi), ventiquattresimi (ore), 365-esimi e, ogni quadriennio, 366-esimi, 53-esimi con il resto, dodicesimi di varia specie, quindi, decimi, centesimi e così via.
Il tempo del quale abbiamo cognizione perché lo misuriamo ma del qual sappiamo così poco, se non che nell'universo scorre solo in avanti. Infatti è Uni-verso, altrimenti sarebbe Bi-verso.
Calendari e Agende quindi. I primi legati alle calende, alla stagionalità e al tempo rurale, più lento e pacato. Le seconde, più moderne, che rappresentano il planning dell'agire quotidiano.
Entrambi hanno la singolare proprietà di rappresentare un futuro tutto da scrivere e, sfogliata ogni pagina, di diventare inutili.
Un tempo ai calendari si strappavano i giorni, adesso, finalmente, si è compreso che un calendario è un pezzo di storia, la memoria che fu di concimazioni e potature, semine e trapianti, travasi e imbottigliamenti e oggi è fatta di bollette da pagare, pacchi da spedire o ritirare, spese da compiere, compleanni e anniversari da ricordare, medicine che scadono e giorni cerchiati di rosso per passioni da reprimere o da scatenare.
Le agende son più frenetiche e personali. Piene di conti e Km, appuntamenti d'affari e segni particolari, numeri di telefono ed indirizzi, note personali e pagine bianche di noia o distrazione.
Diari minimi e pregni di significato, capaci di accusare o fornire alibi inattaccabili, di perdersi buttate in un angolo e di farsi ritrovare, anni dopo, e riportare alla memoria amicizie, amori, incazzature e grandi difficoltà.
Eccole allora Agende e Calendari che da oggetti intonsi la cui deflorazione giunge inesorabilmente al di sopra di ogni volontà, trasformarsi i cimeli di memoria, argomenti di riflessione e testimonianze della nostra, per altro, insignificante esistenza.
Ricordano tanto gli alberi di olivo che piantò mio nonno, ormai al tramonto della sua esistenza.
• Uè no', ma ce cazzu sta chianti le mazzareddhre? Quiddhre fra vint'anni fannu fruttu.
Fra vint'anni quandu quarchedunu passa de quai e se ssetta allu friscu po' darsi cu suffragia a ci è chiantata la mazzareddhra.
Chi compila Calendari e Agende non fa altro che confezionare i barattoli per conservare la memoria e per questo io dico grazie al mio amico Angelo per il Calendario di Cellino San Marco e a Giorgio & C. per l'Agenda del Brindisino.
Grazie a loro sarà più facile, per chi lo vuole, conservare frammenti di storia, e vivere il presente pensando il futuro.
Pino De Luca |