26/01/2011

Caso Ruby: interroghiamo le coscienze. Di Iacopina Mariolo


Difficile in questi giorni “infuocati” rimaner fuori da considerazioni personali, da donna, da madre, da educatrice e da operatrice della salute mentale,difficile tuttavia che queste possano trovare una giusta collocazione in questo ciarpame mediatico, di gossip politico e di deliranti esempi di malgoverno, il tutto spesso finalizzato e sapientemente preordinato a scopi personali.
Lo stesso clero, è evidente, traccia percorsi politici nei propri interventi, più che toccare le corde del senso etico e cristiano in riferimento a quanto è accaduto.
Tutto ciò sta ad indicare un grave fenomeno: l’annebbiamento delle coscienze, la mancanza di comprensione morale di quanto ci accade intorno ed il superamento di quell’umanità, di quel senso di umano che rappresenta il soffio vitale, animico ,che rende noi, individui, uomini e donne, i primi nella scala della coscienza e del sapere del regno animale.
Ma come ebbe a dire Plinio il Vecchio nel I° sec. d.c. “l’essere umano è l’unico animale che causa tante sofferenze ai propri simili…”
Ecco che riteniamo possibile un delitto per gelosia nei confronti dell’amata cugina , senza chiamare in causa disordini mentali o percorsi tortuosi di una psiche “malata” (vedi il noto caso di Avetrana); così si può uccidere per un rimprovero, massacrare di botte il proprio bimbo (o dell’altrui compagno/a), lasciare che il vicino anziano muoia in totale solitudine , che ragazze e donne vengano stuprate sotto i nostri occhi senza muovere un gesto, ma anche appropriarci del lavoro altrui vincendo un concorso non per meriti ma per scambio di favori o nepotismo, frodare l’assicurazione con un falso incidente, … ovvio… la lista è lunga e varia in quanto a gravità, ma penso che quanto elencato costituisca di per sé un reato che coinvolge la coscienza da un lato, di chi lo commette, ma anche di chi ne è spettatore e lo vuole sottoporre ad interpretazione.
Non posso interpretare un evento umano senza considerarne l’aspetto etico e la motivazione, l’intento” morale “ inteso come effetto che tale evento ha sull’umanità più estesa.

E’ necessario dunque ricreare quel nesso fra politica , ideologia , senso etico e motivazioni morali che consente a chi governa una società di rispondere ai bisogni degli individui.
Laddove l’etimologia della parola governare, dal lat. Gubernare e dal greco Kybernan, indica propriamente il dirigere una nave da parte di colui che è Kybernos (capitano, da kybè = testa), vale a dire colui che sta nella parte più alta della nave per dirigerla. Quindi è uguale a condurre una nave, ed in senso metaforico diviene reggere il timone dello stato fra tempeste, venti contrari, secche, scogli, per portarla (la nave – stato) in salvo, nel porto sicuro affinché i popoli (lo stato infatti altro non è che la rappresentazione della collettività) possano raggiungere la maggiore sicurezza e prosperità possibile.

Queste sono le considerazioni che possono favorire un recupero in termini di umanità e promuovere un cambiamento verso i giusti livelli di civiltà.
Le scienze umane, le scoperte scientifiche al servizio dell’umanità, hanno raggiunto nell’era postmoderna, traguardi tali da consentire il giusto progredire del benessere collettivo. Dalle auto ad idrogeno o ad acqua, alle energie rinnovabili, alla bioarchitettura etc… traiamo la possibilità di consentire alla terra, il nostro pianeta, l’unico che conosciamo e che ci ha ospitati, dalle origini della vita, ancor prima dell’accendersi della scintilla Sapiente, di ritrovare i propri cicli naturali.

Riprendiamola dunque questa consapevolezza dell’essere e dell’esistere, lasciamo che i chirurghi operino, che i giardinieri potino per ripulirci da quest’orda di brutalità; noi, guardiamoci negli occhi e chiediamoci cosa è possibile fare per recuperarlo, questo senso di umanità, di unione delle coscienze, anche in vista di querelle politiche, di scelte elettorali, perché una democrazia che non persegua l’umanesimo non si può definire tale.

Iacopina Mariolo