30/01/2011

La tutela nella… Rete. Di Domenico Saponaro


La tutela nella … Rete: associazionismo, movimenti e web per un rinnovato senso civico*
di Domenico Saponaro

Social network, community, forum, blog, chat: il lessico universale si è stabilmente arricchito di espressioni, entrate nell’uso comune, che richiamano a una pratica anch’essa ampiamente consolidata – e non solo tra le nuove generazioni.
È oramai parte del nostro quotidiano il ricorso a Internet non solo come strumento professionale o di consultazione e di comunicazione strutturata, o ancora di diffusione culturale e di divulgazione, ma sempre più come luogo pluricentrico, o multipolare, di aggregazione; una sorta di agorà virtuale in cui ritrovarsi e farvi rifluire i caratteri della propria espressività comunicativa o semplicemente informare e informarsi, o limitarsi alla conversazione a distanza, alla chiacchierata (la “chat”, appunto), o concedersi al profluvio di umori, sentimenti, emozioni.
Non solo i “nativi digitali”, gli appartenenti alla “Generazione 2K”, ma anche i padri – o i nonni – “analogici” partecipano a questo immenso, stratificato, complesso sistema di interconnessioni sempre più vincolanti.
Pur in presenza di forum già attivi da molti anni all’interno di siti internet più o meno visitati (e nel caso di Brindisi non va assolutamente trascurata l’importanza di Brundisium.net, su cui tornerò in seguito), l’avvento di Facebook, inutile negarlo, è stato in tal senso determinante.
Una fitta rete di “amicizie “ online (questo il contenuto vincente del social network più frequentato del pianeta) fa da specchio artefatto - spesso deformante – delle relazioni reali, mettendo comunque in moto un meccanismo di comunicazione multimediale (parola scritta - con o senza attenzione alla forma secondo i casi, fotografie, disegni, brani musicali, link, etc.) sempre più articolato, dai contenuti più disparati.
E in questo spazio così dinamico e multiforme (si direbbe multi task) trova un posto privilegiato chi intende rendersi partecipe della vita di una comunità – questa volta reale – attraverso modalità diverse, più o meno efficaci, più o meno supportate da un’effettiva competenza: anzi, quest’ultima non è richiesta, se non a chi, anch’esso partecipe di questo sistema, è chiamato a svolgere un ruolo attivo e funzionale al compimento/completamento dell’attività di volta in volta avviata.
Grazie alla Rete, dunque, si assiste da qualche anno a un crescente e rinnovato senso civico, a una sorta di fortificazione e in qualche caso di rinascita – quando non di un primo manifestarsi - del senso di appartenenza alla propria comunità intesa come insieme di risorse umane e territoriali, come luogo di origini, tradizioni, idee, interessi comuni, ma soprattutto come collettività legata al proprio patrimonio culturale, storico artistico e architettonico.
Giocoforza, i “naviganti” brindisini (non escluso il sottoscritto) non si sono sottratti a questo affascinante meccanismo di interazione; ne hanno anzi messo a frutto le eccezionali potenzialità, così che ci si è ritrovati sempre più numerosi in questa comunità virtuale - ma direi, meglio, virtuosa. Qui, associazioni, movimenti spontanei, soprattutto singoli e comuni cittadini contribuiscono a corroborare un’identità collettiva attraverso una crescente partecipazione alle sorti della città.
Ed è in tal senso importante evidenziare anche la partecipazione attiva, ai dibattiti sui diversi forum, anche di rappresentanti delle istituzioni cittadine (tra questi, certamente i più assidui il vice sindaco Mauro D’Attis e l’assessore all’ambiente Cesare Mevoli), che volentieri mettono mano alla tastiera per prendere parte direttamente alle questioni, non esitando a mettersi in discussione.
Certo, in rete circola molta disinformazione, sui forum si scrivono tante stupidaggini, ma tutto ciò è compensato da una grande voglia di essere informati e da un coinvolgimento senza precedenti.
Le due facce della medaglia: quella delle eccelse peculiarità e quella del degrado vengono evidenziate con il solo fine di valorizzare le risorse del nostro territorio, di scongiurarne l’incuria e la rovina, di migliorare la qualità della vita; nel caso di Brindisi, mi si consenta, di renderla una città “normale”.
Inoltre, se è vero che la trasversalità anagrafica è una forte peculiarità di questa internet community, è altrettanto vero che il fenomeno ha generato un turnover generazionale all’interno della comunità culturale reale, giacché in essa si stanno affacciando nuovi protagonisti, dotati di grandi energie ed entusiasmo, ovviamente per questo ben accolti: se oggi ci ritroviamo qui, lo dobbiamo proprio ad alcuni di loro.
Il Gruppo Archeologico Brindisino di Daniele Vitale e Antonio Mingolla, il Gruppo Rinascita Civica Brindisina (animato da Giovanni Vonghia), i numerosi movimenti e comitati spontanei sorti con lo scopo di “salvare” (ancor più che salvaguardare) alcuni monumenti o emergenze storiche e architettoniche della città, hanno trovato spazio ben disponibile, prima ancora che su Facebook, sulle pagine interattive di Brundisium.net, sito internet ma anche testata giornalistica, che da molti anni svolge un ruolo importante assurgendo a eccellente luogo di aggregazione, comunicazione e approfondimento dei maggiori temi dell’attualità, della cultura cittadina, ma anche di altre tematiche che caratterizzano la nostra collettività (lo sport in primo luogo).
Accanto a Brundisium.net (animato principalmente da Oreste Pinto, Maurizio Pesari e Maurizio Matulli), vorrei citare Brindisi.web di Giovanni Membola, altra figura molto attiva tra chi tiene a cuore i destini della città.
Ringrazio, di nuovo, Danny Vitale e Tony Mingolla per quello che stanno facendo, invitandoli a intensificare ed estendere, se possibile, la loro azione anche se sento che questa incitazione è superflua.
Per toccare – anzi, sfiorare il tema di questo appuntamento, aggiungo che affrontare le tematiche legate allo stato di conservazione delle nostre torri costiere deve costituire il presupposto per trattare in maniera sistematica e scientificamente articolata la delicata tematica dell’intero sistema difensivo brindisino: la cinta murata (o quel che ne rimane), i bastioni e i castelli.
Lo spazio (virtuale) e le energie (reali) per farlo mi sembra non manchino.
Insomma siamo caduti … nella Rete ma, in questo caso, possiamo senz’altro dire di esserne contenti!

Domenico Saponaro

*Relazione tenuta da Domenico Saponaro (Presidente di Italia Nostra Brindisi) alla conferenza di presentazione del video-documentario “I baluardi dell’occidente” a cura del Gruppo Archeologico Brindisino, sulle torri costiere brindisine.