23/04/2011
Fesso chi legge @ Camera a Sud - Brindisi
“FESSO CHI LEGGE”
Mostra fotografica
Immagini di Ida Santoro
Parole di Domenico Saponaro
Libreria–Caffè “Camera a Sud” – Brindisi, Largo Otranto
Dal 23 aprile al 23 Maggio 2011 (h. 8.00 – 24.00)
Con la lettura, con la parola scritta, si può giocare – molti grandi autori lo hanno fatto – senza
peccare di eresia; rileggere e riscrivere in chiave ironica o irriverente, ma non per questo blasfema,
brani, citazioni o intere opere, è cosa bella per chi la fa e per chi ne fruisce.
Sovvertire in modo dissacrante i canoni della buona scrittura, rivedere in chiave ludica moduli
lessicali e sintattici, spiazzare quindi il lettore abituato a un consolidato e accomodante sistema
interpretativo, laddove non appaia un’operazione fine a se stessa (ipotesi invero plausibile in molti
casi), può ingenerare nuove chiavi di lettura, nuovi stimoli creativi, nonché un rinnovato interesse
per il testo.
«FESSO CHI LEGGE»: chi non ha mai letto questa scritta, cadendo quindi nella trappola? E alzi la
mano chi non l’abbia mai scritta o non sia mai stato tentato di farlo.
L’affermazione sintetizza mirabilmente il senso di quanto sinora detto, con la sua disarmante
impertinenza e la lapidarietà di un concetto tutto da verificare (ammesso che ve ne sia bisogno).
Altrettanto impertinente o irriverente può forse sembrare, in questa mostra, l’accostamento - tra il
provocatorio e il ludico - di pseudoconcetti, similcitazioni, fuorvianti definizioni e altri giochi di parole,
alle bellissime e indiscutibilmente serie fotografie di Ida Santoro, ispirate, appunto, alla lettura e alla
parola scritta.
Il tema è declinato da Ida con la leggerezza e l’essenzialità che hanno sempre improntato la sua
produzione: in questo caso, i particolari ingranditi di libri e pagine sono sapientemente
decontestualizzati fin quasi all’astrazione, e focalizzati in una luce di pacato e vibrante lirismo;
parole appena leggibili, pieghe e volute, giochi di ombre e riflessi generano effetti luministici, forme
e atmosfere di grande suggestione, stante anche l’elevato tasso tecnico degli scatti.
Il nonsense, l’ironia squinternata (per rimanere in tema) e dai tratti paradossali della parola scritta,
contro il rigore e la purezza di immagini fotografiche di assoluta qualità compositiva: un connubio
quantomeno insolito, una sorta di corto circuito volutamente spiazzante, ma anche una riflessione
sulla prodigiosa bellezza della scrittura. |