30/12/2011
La demagogia dispersa al vento. Di Rinaldo Sorgenti
Chiunque ha un minimo di dimestichezza con le cose dell'energia sa che l'Italia ha già raggiunto nel Solare Fotovoltaico il traguardo dei 12 milioni di kW (12.000 GW) installati: sono costati 54 miliardi di Euro e producono la stessa elettricità di una centrale da 1 GW alimentata da fonti tradizionali fossili.
La nuova centrale Enel di Porto Tolle produrrebbe oggi il doppio di elettricità dell'intero Solare FV installato finora in Italia, però con un investimento di 2,5 miliardi di Euro e senza incentivi da pagare in bolletta.
In un recente Studio pubblicato da ANIE-GIFI si enfatizza che, nel 2011 (cioè oggi), l'Italia sarà il Paese che ha investito di più nel Solare FV! Loro lo dicono compiacendosene, mentre la cosa dovrebbe saltare all'occhio di qualunque avveduto serio Amministratore Pubblico, che realizzasse che tale traguardo è la dimostrazione dell'assurda situazione in cui ci siamo cacciati. Ma come, l'Italia che conta nel mondo per meno del 2% assoluto, diventa il primo Paese al mondo? Dov'è la logica, la ragione, il merito e, soprattutto, il sano equilibrio e la tanto speculata sostenibilità?
Intanto, i Paesi che prima dell'Italia hanno investito nelle Fonti Rinnovabili, hanno anche capito che, ottenendo questi risultati, si fa poca strada. E quindi tagliano pesantemente gli incentivi (lo hanno fatto la Spagna, poi la Germania ed ora pesantemente anche la Gran Bretagna. Perchè?) e confermano le fonti fossili, investendo in moderne tecnologie per ridurre le emissioni, ma assicurarsi tutta l'energia che serve per conservare il loro benessere e sviluppo.
Programmare gli investimenti nelle Rinnovabili oggi, sulla base di sussidi che a questi ritmi nessun Paese al mondo può permettersi di sostenere, tantomeno noi italiani, significa due cose: dover continuare a pagare gli incentivi (che durano 20 anni) e mettere in preventivo i prossimi licenziamenti in questo settore perché senza incentivi il meccanismo non starebbe in piedi. In mancanza di un P.E.N. (Piano Energetico Nazionale) per disciplinare il quadro complessivo, ecco che l'età dell'oro delle Rinnovabili scoppierà in una fragorosa bolla. E' questo che la sfera di cristallo del signor Feltrin (portavoce provinciale Fds) dovrebbe prevedere, non l'incredibile "catastrofismo" (le ipotetiche: "dieci piaghe") nel Delta di cui straparla, senza cognizione di merito, con la prevista, necessaria ed attesa riconversione a Carbone. Infatti, per pregiudizio o poca dimestichezza con l'argomento e le cose dell'energia, guarda caso le "dieci piaghe" del Feltrin non colpiscono Germania, Danimarca, Stati Uniti, Gran Bretagna, Spagna, Australia, Giappone e Sud Africa, dove il Carbone fa risparmiare enormi ricchezze in bolletta (quindi a beneficio di tutti) e dà alle aziende elettriche maggiori risorse da investire nelle Rinnovabili. Per pronosticare la "bolla" verde non occorre una sfera magica: basta una calcolatrice. E magari anche leggere il World Energy Outlook 2011, appena pubblicato dall'Agenzia Internazionale per l'Energia, dove si legge: "La quota delle fonti rinnovabili, idroelettrico escluso, nella generazione elettrica mondiale, cresce al 15% nel 2035, sostenuta da sussidi annuali che aumentano di quasi 5 volte a 180 miliardi di dollari"!
L'era dei combustibili fossili è tutt'altro che terminata: al 2035 soddisferanno almeno il 75% della domanda mondiale.
Allora, bando al pregiudizio ed alla speculazione. l'Italia ha assoluto bisogno di equilibrare il proprio "Mix delle Fonti" per produrre elettricità e quanto più riuscirà ad agire in questa direzione, tanto più avrà risorse (che non sono infinite) da investire anche per le Rinnovabili. Terzo non datur.
Rinaldo Sorgenti (*)
(*) Vicepresidente di ASSOCARBONI e Già Vicepresidente della Stazione Sperimentale per i Combustibili.
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