04/02/2012

Legno della Santa Croce: dono di S. Lorenzo da Brindisi alla sua Città


Il 25 marzo 1604 San Lorenzo da Brindisi donò alla Città di Brindisi la reliquia della Santa Croce.
L'enorme importanza dell'evento mi ha portato ad effettuare assidue ricerche presso la Biblioteca Arcivescovile Annibale De Leo.
Tali studi, assieme ai documenti rinvenuti presso l’Archivio di Stato di Brindisi e le ulteriori notizie apprese dalla Biblioteca Santorum (Istituto Giovanni XXIII della Pontificia Università Lateranense in Roma) mi hanno condotto a redigire l'opuscolo “Il Legno della Santa Croce – Dono di Fra Lorenzo da Brindisi alla sua Città”, pubblicazione che ho dedicato all’Associazione S. Lorenzo da Brindisi, che ha sede presso il Santuario di Santa Maria degli Angeli.
Il mio obiettivo è che questo opuscolo spinga l’Associazione a prodigarsi per il rispetto della volontà testamentaria di San Lorenzo da Brindisi, affinché la reliquia della Santa Croce, da Lui donata, sia posta in un luogo degno, unitamente al pezzo di cuore che il 19 aprile 1620 fu consegnato ad Elisabetta Lenza (guardiana delle suore di S. Maria degli Angeli) dal frate cappuccino Giovanni Maria da Monteforte, che fu compagno di Fra Lorenzo da Brindisi.

L'Associazione S. Lorenzo da Brindisi venne fondata da Mons. L. M. Aguilar, Arcivescovo di Brindisi, nel 1891, ossia dieci anni dopo la santificazione di Fra Lorenzo da Brindisi (proclamata da Papa Leone XIII l’8 dicembre 1881).
L’impegno dell'associazione, stante la carenza di culto, era quello di diffondere la devozione e la conoscenza del Santo, promuovendo opere destinate a ricordare e divulgare il suo nome.
Con il trascorrere degli anni l’Associazione ha vissuto alterne fortune ma ha ritrovato vigore grazie agli Arcivescovi De Filippis, Margiotta, Todisco ed all’attuale Arcivescovo Rocco Talucci, che ha predisposto un apposito statuto

Dalla copiosa ricerca di documenti da me effettuata emerge quanto segue:
La Badessa e Religiose del Monastero di Santa Maria degli Angeli, essendo stato fondato il loro monastero nel passato secolo dal Serenissimo Duca Eminentissimo di Baviera, a petizione dell’umile servo di Dio A. Lorenzo da Brindisi es. Generale dei Cappuccini, tra le altre preziose donazioni con gli esso monastero fu arricchito di molte reliquie e ligi nell’ottenerle autentiche: specialmente che sono pervenute da una sicurissima mano, volle che in detto monastero si conservassero, che si ottiene dal Sommo Pontefice Paolo V una severissima proibizione, sotto pena di scomunica affinché quivi non estraniassero. E prevede l’Oratrice desideravano che a futura memoria apparisse l’autenticità delle magnifiche Reliquie, si registrasse con stabile nocumento del culto abituale affinché non possa insorgere per l’avvenire e non possa emergere qualche pezzo perverso.
La richiesta veniva sostenuta dal noto canonico teologo Annibale De Leo, al quale, il 18 giugno 1766, con speciale delega del Rev.mo Arcivescovo Giuseppe De Rossi, veniva consegnato il Processus autenticitatis et cultus SS. Reliquiarium Monasterii Sanctimonialium S. M.ae Angelorum Brundus, 1766.
Alla pagina 5 di detto testo, nell’elenco della verifica sulla autenticità delle reliquie controllate, viene riportata la reliquia n. 8: De ligno salutifers Crucis Domine Nostri Iesu Christi.

Prima di provvedere alla stampa dell’opuscolo (come sempre a mie spese), ho sottoposto al Rev.mo Arcivescovo Rocco Talucci, la documentazione relativa al Processus autenticitatis et cultus SS. Reliquiarium Monasterii Sanctimonialium S. M.ae Angelorum Brundus, 1766.
L'Arcivescovo ha espresso sommo compiacemento per la pubblicazione delle considerazioni storiche e per gli incoraggiamenti prodotti dal sottoscritto all’Associazione.

Il 22 gennaio scorso ho notificato la pubblicazione al Direttivo dell’Associazione San Lorenzo da Brindisi, che comprende anche l’Assistente Spirituale Mons. Don Mario Guadalupi.
Adesso, nelle vesti di autore della pubblicazione, resto in attesa che il Direttivo dell'Associazione si prodighi nell'organizzazione di un incontro.
Da parte mia auspico la presenza di S.E. l’Arcivescovo Talucci e mi rendo disponibile ad omaggiare gli intevenuti di copia della pubblicazione.

Aldo Indini