16/02/2012
Da Monti una stoccata in pieno petto allo sport. Di Matilde Sardiello
Epilogo amaro il No del premier Mario Monti alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020.
Scelta determinata da una crisi economica mutuata da vari governi precedenti, che investe il nostro Paese ormai da tempo.
I giovani stigmatizzati “bamboccioni”, “sfigati”, che “vogliono il posto fisso, possibilmente vicino a mamma e papà”, pur essendo il lavoro un diritto inalienabile, sono investiti quotidianamente da diktat che annebbiano ottimismo e speranza di un futuro sereno.
Tagli economici, sacrifici e “pianti” per risanare un’economia malata da tempo si perpetuino pure , ma non toccate la cultura, perché è investimento, evoluzione e ricchezza.
Lo sport, definito dall’OMS componente essenziale per un’equilibrata crescita umana culturale e sociale dei giovani ….., ha incassato profonda amarezza. Una sciabolata!
Il tripode olimpico nel 2020 non arderà a Roma, l’ultimo tedoforo ha portato la fiaccola nella Città Eterna nel 1960.
La storia delle Olimpiadi moderne ci racconta che non sempre si perde economicamente, emblematica l’edizione olimpica del 1984 di Los Angeles, 1992 di Barcellona, tangibile esempi di investimenti pubblici e privati sapientemente impiegati, con ricavi da diritti TV, sponsor e merchandising.
La magnifica Antica Grecia stabiliva che durante le Olimpiadi si osservasse l’Ekecheiria tregua sacra, perfino la bellicosa Sparta la rispettò, oggi nel 2012 la crisi non solo economica, ma anche sociale ed etica prevarica la speranza più intrinseca di chi crede nei valori umani.
La mancata candidatura di Roma Capitale alle Olimpiadi 2020, ha spento la speranza di chi ci credeva fino in fondo.
Il darwinismo ci insegna che dobbiamo essere forti e saperci adattare per sopravvivere.
Matide Sardiello
Docente Educazione Fisica Lic. Scientifico “F. Ribezzo” - Francavilla F.na
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