02/07/2012

Giuseppe Ciracì a tu per tu con Leonardo. Di Domenico Saponaro


Giuseppe Ciracì
DIALOGO CON LEONARDO
a cura di Massimo Guastella
MAP – Museo Mediterraneo dell’Arte Presente
Auditorium dell’ex Chiesa delle Scuole Pie - Via Tarantini 37, Brindisi
Aperta fino al 28 luglio 2012 - Dal mercoledì al sabato dalle 18 alle 21
Ingresso libero

“Tutte le opere sono il risultato di diverse azioni: da una parte l’osservazione e la riflessione attenta verso la società del nostro tempo, le paure e i vuoti contemporanei, dall’altra uno studio di testi e fonti letterarie”.
Parole efficaci, dell’artista Giuseppe Ciracì, che spiegano il sostrato concettuale delle proprie opere attualmente in mostra al MAP di Brindisi.
La personale, curata da Massimo Guastella, ha per titolo “Dialogo con Leonardo” e propone una serie di lavori recenti di Ciracì (nato a Brindisi nel 1975) connotati da un forte taglio grafico – trattasi di disegni e stampe rielaborate – e da un’accurata quanto originale rivisitazione di studi anatomici leonardeschi.
Risultato di una raffinata esecuzione, le opere rappresentano uno stimolante connubio tra una raffigurazione (diremmo a-storica) del reale – segnatamente della figura umana e dei suoi particolari anatomici – e una ricerca concettuale orientata verso alcune matrici dell’arte e del pensiero contemporaneo. Il Rinascimento italiano e un suo protagonista assoluto: Leonardo, sono l’epicentro dell’approfondito studio di Giuseppe Ciracì.
In questa indagine egli muove dal dato puramente tecnico ed esecutivo – forse anche metodologico – per acuire il proprio sguardo sull’opera leonardesca, sul pensiero, e sulla sperimentazione grandemente innovativa del genio vinciano.
Oggetto principale della ricerca è il ciclo di bozzetti conservati a Windsor, un corpus di seicento disegni, eseguiti nel quarantennio 1478-1518, testimonianza della lunga e appassionata dedizione di Leonardo allo studio dell’anatomia e della fisiologia umana.
Una forte connotazione grafica, si diceva, costituisce la peculiarità principale della personale brindisina; abilissimo nel disegno, Giuseppe Ciracì declina questa tecnica con padronanza e originalità. Le figure e i volti senza tempo e senza storia riconoscibili come contemporanei dalla postura, dalla pettinatura o dal taglio dei capelli, finanche dallo sguardo e dall’atteggiamento; gli elementi anatomici scomposti, distribuiti e ricomposti su più fogli (“con ritmo frantumato ma consequenziale”, sostiene a proposito Francesca Londino nel suo testo critico); i tratti somatici scarnificati per effetto di un sapiente uso del vuoto e dell’incompiuto; ancora, una stratificazione materica e concettuale: tutto ciò è il risultato della sua rilettura delle carte del maestro.
Il volume monografico pubblicato da Congedo in coincidenza con la mostra – anch’esso curato da Guastella, che in apertura tratteggia il percorso artistico di Ciracì - si caratterizza per la qualità e la quantità dei contenuti critici e iconografici, nonché per il raffinato profilo grafico e la completezza editoriale (non mancano gli apparati bio-bibliografici, né una puntuale antologia critica). Di particolare interesse il taglio filosofico e teorico del saggio di Maria Cristina Strati, che nel descrivere le opere in mostra stabilisce una loro relazione sia con le formulazioni leonardesche sia con le tesi ficiniane di impronta neoplatonica: richiami opportuni, stante l’inclinazione dell’artista brindisino verso i modelli non strettamente artistici, ma pure filosofici e letterari, del Rinascimento italiano.
L’evento in corso al MAP si rivela di indubbio interesse, dunque, e sul piano scientifico-editoriale e su quello espositivo.
L’operazione si distingue difatti per la sua duplice articolazione: importante traccia documentaria e storico-artistica da un lato e allestimento particolarmente efficace dall’altro, dove la forza del segno, la leggerezza della carta, la trasparenza dell’acetato stabiliscono un suggestivo gioco dialettico-percettivo con la luce e il chiarore degli interni barocchi della chiesa di san Michele Arcangelo. Riuscitissima, al riguardo, la scelta del CRACC e del TASC dell’Università del Salento, diretti da Massimo Guastella, di farne uno spazio per l’arte contemporanea di qualità - peraltro particolarmente attivo in questa sua prima stagione di attività - di cui il territorio aveva bisogno.

Domenico Saponaro