06/03/2013
Metodi e Protagonisti nuovi per rinnovare Democrazia e Rappresentanza. Di Enzo Casone
Lo tzunami del Movimento 5 Stelle, annunciato ma non nelle dimensioni in cui si è espresso, ha spazzato via gran parte delle previsioni precedenti il 24/25 febbraio. Il dopo-elezioni è stato caratterizzato da una fitta presenza di “l’avevo detto” e dal dispiegarsi di analisi e controanalisi specie nei confronti del PD (bontà loro!). Acquisito che il PD ha perso 3,5 milioni di elettori(il 28% del suo elettorato del 2008) devo rilevare che solo pochi attenti analisti dei fenomeni elettorali (come Ilvo Diamanti e Manheimer per es) hanno evidenziato che il PdL ha perso ben 7,5 milioni di elettori (il 46% del suo elettorato al 2008), e che la Lega Nord si è più che dimezzata.
Tanto solo per rimettere in ordine il punto di partenza di ogni ragionamento e per avviare un discorso sul risultato elettorale in modo complessivo e non strumentale. Proprio per quanto premesso ritengo del tutto inadeguato qualunque approccio al fenomeno secondo gli schemi del secolo scorso od anche solo di dieci anni fa.
L’attenzione va focalizzata sull’accelerata evoluzione dell’atteggiamento dei cittadini, sulla crescente lontananza degli stessi dal sistema politico e dalle Istituzioni, sulle motivazioni sostanziali che sottendono a tutto questo: la crisi economica e sociale che ha raggiunto il suo apice nell’ultimo anno dopo i pirotecnici giochi di fumo di Berlusconi, Tremonti, Bossi e compagnia, le immagini devastanti di pezzi crescenti di ceto politico indagati per corruzione o per uso illecito di risorse pubbliche, di ceto politico dalla vita ultra dispendiosa, interventi sul bilancio pubblico a carico dei soliti noti. I cittadini hanno avuto difficoltà –anche a causa di gravi superficialità e di semplificazione onnicomprensiva della comunicazione mass-mediatica – a discernere e pesare le diverse situazioni, le diverse posizioni. Ed infine non hanno creduto all’unica Forza politica, il PD, che si era posto quelle problematiche, aveva avanzato proposte, aveva attivato percorsi di coinvolgimento democratico. La determinazione ed il coraggio di Bersani, la Carta d’Intenti dell’alleanza di Centro Sinistra, il visibile rinnovamento delle liste non sono stati sufficienti: l’onda era partita ed aveva acquistato forza.
La sostanza del messaggio politico, la sostanza del malessere deve essere al centro di analisi serie e soprattutto moderne, in primis nel PD: nei criteri di lettura, nelle modalità di linguaggio e di partecipazione attiva, nell’adeguamento delle proposte nonché nella determinazione nel portarle avanti. Tanto non per la mera ottica di un recupero del PD, ma perché il PD acceleri la sua fase di rinnovamento, di adeguamento ai tempi nuovi, sia un soggetto “collettivo” che si impegni a rispondere alle domande dolorose, che aiuti il Paese ad evitare un ‘impasse pericolosa rispetto alla crisi economica, alla funzionalità, trasparenza e rappresentatività delle Istituzioni, ad un definitivo adeguamento di tutti i soggetti collettivi, indispensabili – a differenza di quello che va blaterando Grillo – per il governo democratico di un Paese complesso come l’Italia. Ed un soggetto collettivo deve attivare subito i suoi strumenti di democrazia, le sedi ove analizzare, focalizzare ed aggiornare le proprie visioni e le proprie proposte. Quindi concordo con la richiesta di Congresso straordinario, però a tutti i livelli e non soltanto dove si vogliono consumare pseudo“rendiconti politici”: l’analisi, vera ed approfondita, il rinnovamento sostanziale devono interessare l’intero corpo di un Partito nazionale. In conseguenza sarà oggettivamente necessario adeguare i gruppi dirigenti ma soprattutto il modo di essere soggetto collettivo. E’ un percorso che non può limitarsi al vecchio rito del cambio delle figure più o meno apicali mentre alla fine tutto rimane immutato. E soprattutto questo rinnovamento e questo adeguamento devono avere come protagonisti gli attori del Presente ed i costruttori del Futuro. I vecchi saggi, tra cui mi colloco anch’io almeno come vecchio (come saggio non so), possono aiutare il processo ma senza pensare di usare le proprie personali, pur se importanti, esperienze per guidarlo. Il processo deve procedere sulle gambe e sui cervelli delle nuove risorse umane , guardando a quelle interne ed a quelle esterne, libere – senza rigidità precostituite ma nell’ambito delle regole democratiche e di convivenza civile – di esprimersi e di plasmare il Partito. E con esso costruire la nuova Italia.
Questo era lo spirito fondante del PD, di cui mi onoro di essere stato parte costituente come ultimo Segretario provinciale dei DS. Poi abbiamo lasciato prevalere i vecchi schemi. Ora è il tempo di attuare compiutamente quel progetto democratico.
Enzo Casone
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