26/04/2013
Caro amico ti scrivo. Di Bastiancontrario
CARO AMICO TI SCRIVO...
replica al Oreste Pinto che non si vuole più indignare
Mio caro Oreste non più furioso, permettimi di chiosare le sibilline affermazioni contenute nel tuo ultimo rapsodico intervento in cui dichiari che, dopo una vita passata ad indignarti, ora hai deciso
di non farlo più, convertito ad un'atarassia di giudizio piuttosto tafazziana, anche se confortata dalla dichiarazione di intenti di “ rimboccarsi le maniche”. Io, conoscendo la subdola sottigliezza della tua ironia, sospetto una vena preterittiva che, attraverso l'arma del paradosso, celi l' intento di una provocazione tesa ad una riflessione del “modus incazzandi” e dei vari gradi con cui si matura e si esplica un'indignazione autentica. Perché è chiaro che lo sdegno non può mai essere generico e qualunquista, ma deve, per converso, avere una base di ragionato dissenso civile supportato da idee, proposte ed azioni osteggianti la materia e i soggetti posti in discussione. Tu fai l'esempio del criticismo “a prescindere” dilagante sui social network. Certo, tali strumenti hanno proprio questi limiti, e lo riscontriamo quotidianamente nel verificare l''usura non solo del forcaiolismo continuo, ma anche delle citazioni a go-go, dei motti di spirito, delle foto, ecc. Questa è la rete, bellezza!
D'altro canto tu, come il Leonardo Sciascia degli anni ottanta che metteva in guardia contro il pericolo del professionismo dell'antimafia, denunci l'espandersi di un modaiolo professionismo della critica negativa, “dell'infantile bastiancontranesimo”( sembra quasi il nome di una setta eretica!) Capisci che, a questo punto, mi sono sentito tirare in ballo, anche per difendere la categoria di “quelli che non ci stanno”, categoria alla quale tu certamente appartieni, malgrado il tuo appello finale con cui prometti di non indignarti mai più, pur senza alzare le mani, ma anzi rimboccandoti le maniche “per tentare di cambiare qualcosa”. Obiettivo nobile, che tutti noi dovremmo perseguire (ed è questo il vero messaggio che hai mandato), ma che tuttavia non è in contrasto con il manifestare sdegno e indignazione. Questi sentimenti poi, non si manifestano soltanto con gli scritti più o meno esibizionistici, ma si appalesano anche con la partecipazione a manifestazioni, eventi
e si concretizzano poi nell'intimo della cabina elettorale, con una delle poco armi non spuntate che abbiamo: il voto.
Prendo quindi come esortazione positiva il tuo invito a non inflazionare la protesta “tout court” e a non dare credito al cialtronismo politico, con particolare riferimento allo sterile e controproducente nichilismo demagogico del Grillo Sparlante. Noi cittadini dobbiamo continuare a contestare, perché purtroppo ce ne danno ampi motivi (e vorrei vedere se un disoccupato, un esodato o un invalido a cui hanno tolto l'accompagnamento non hanno diritto di incazzarsi!). Anche perché non abbiamo alternativa: non dissentire e non criticare ci porterebbe ad un grado di assuefazione e di consenso storicamente e culturalmente inattuabile.
Non hai scampo, Oreste, dopo aver retoricamente ammazzato tua madre (mamma critica), per venir fuori dalla tua momentanea follia, non puoi che ricorrere all'aiuto dei tuoi piladi amici feisbucchini, e con loro, assieme a loro, continuare a suonare le campane dall'allarme, non per questo rinunciando ad alzarsi le maniche.
* Bastiancontrario
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