03/05/2013

Un tragico destino in una mattina di sole. Di Iacopina Mariolo


Due uomini si sono incontrati sulla scia di un disagio che li ha resi partecipi di un destino tragico per entrambi, nell’estremo significato che i termini di vittima e carnefice assumono nel contesto dell’evento.
Un matrimonio finito li unisce se pur l’uno nella tragica fine non voluta o cercata come invece per il secondo, separazione avvenuta nei confini del normale e possibile ciclo vitale di una coppia.
Entrambi avranno rivolto, quella mattina, un pensiero alla propria moglie assente anche se con diversa inclinazione e profondità di pensiero, dovendo l’uno, il carabiniere, superare le distanze fra la materia e lo spirito, e l’altro, l’attentatore, graffiare la coscienza per torti esternati nei confronti dell’ex moglie o subiti.
Pensarli, entrambi intenti nei riti quotidiani di pulizia, l’uno che indossa l’uniforme con cura ed attenzione ai particolari e l’altro non meno attento ai dettagli di un abito elegante e di buon taglio, ha un che di grottesco e di struggente insieme. Così vicini eppure tanto distanti da essere l’uno un tutore dell’ordine e l’altro un attentatore alla vita altrui, cioè un omicida potenziale per scelta.
Come in un rewind il cuore vorrebbe riscrivere quella giornata nata all’insegna del sole , una possibile giornata di incontro per i due uomini, tanto lontani eppur così potenzialmente vicini.

Un saluto, una possibile chiacchiera, uno sfogo per l’uomo armato ma ancora nella possibilità di retrocedere dal gesto estremo:
- Ciao, da dove vieni? Io da Rosarno, ho viaggiato in macchina ed ora sono qui ma non so perché. Spesso mi sento confuso e molto triste ..è per via del fallimento del mio secondo matrimonio, ho perso il lavoro ed ho l’ossessione del gioco. Che razza di esempio per i miei figli!
- Ciao io vengo da Prato ed è stata una levataccia questa mattina nella caserma, ma il sole mi ha dato allegria, nel sole ho trovato un po’ di lei, mia moglie, sai non è più con me da circa tre mesi… cioè è morta. Era ancora giovane per morire. Anche io a volte mi sento triste e confuso e poi economicamente non me la passo strabene, forse non lo sai ma la crisi ha travolto anche il mio settore. Se mi aspetti più tardi andiamo a bere qualcosa, abbiamo delle affinità e potrebbe, perché no, nascere un’amicizia.

La cronaca riferisce che intorno alle ore 11.40 in quella mattina di sole del 28 aprile del 2013 l’attentatore ha sparato : il carabiniere ferito gravemente al collo ad oggi è in prognosi riservata e non si sa se riprenderà l’uso degli arti.
E’ in questi momenti che vorremmo poter invocare la misericordia di Dio per poter curare le ferite, ed il dolore per quell’amicizia mai nata e mai pensata.
Auguri di pronta e totale guarigione ai feriti, il nostro affetto giunga in particolare a Giuseppe che necessita di particolari attenzioni.

L’attentatore come è giusto che sia affronterà, da uomo adulto, le responsabilità del suo gesto scellerato.

Iacopina Mariolo