01/06/2004

Brindisi e i progetti di devastazione ambientale


Cerchiamo di fare chiarezza. E' stato approvato dal Senato nei giorni scorsi il disegno di legge "per il riordino del settore energetico con delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia", disegno con il quale si vuole andare avanti sulla strada di una politica liberizzatrice, che viene da lontano, mediante la progressiva rimozione delle procedure di autorizzazione e di controllo in materia di costruzione e di potenziamento di nuovi impianti energetici.
Nella competente Commissione del Senato sono stati presentati, dalla Senatrice Stanisci e da altri, alcuni emendamenti rivolti ad impedire che le nuove procedure semplificate si possano applicare nelle aree riconosciute ad elevato rischio di crisi ambientale e che in questi territori vengano autorizzati nuovi incrementi di potenza che comportino ulteriori emissioni inquinanti nell'ambiente. Tali emendamenti sono stati, sempre in Commissione, bocciati, in linea con il parere negativo del Governo, dalla maggioranza dei componenti la Commissione medesima.
Il provvedimento, che ovviamente non contiene specifiche autorizzazioni, apre una enorme autostrada alla possibilità che il Governo autorizzi il potenziamento e l'esercizio a carbone della centrale Brindisi Nord, come richiesto da Edipower, e porti a termine con la massima facilità il disegno inteso a consentire la realizzazione del rigassificatore. Una possibilità questa che sarà sicuramente colta dal Governo come è dimostrato dalla sua scelta di opporsi ai citati emendamenti, di porre la questione di fiducia per evitare la dialettica parlamentare e di non assumere in merito alcun rassicurante impegno politico.
Ciò che accade a Brindisi è incredibile. Riproponiamo al riguardo alcuni dati che, oltre quelli che già sono noti e quelli che in qualche modo trapelano dagli accertamenti in corso da parte degli organi pubblici di controllo, dimostrano la gravità della situazione. Nel 2003 sono state immesse nella nostra atmosfera 16.200 tonnellate di anidride solforosa, 13.400 tonnellate di ossidi di azoto e 750 tonnellate di polveri. Siamo inondati di veleni e minacciati da un vero e proprio attentato alla salubrità ambientale e alla salute dei cittadini.
Né va dimenticato che qualche tempo addietro è stato da alcuni organi investigativi locali sequestrato un camion con un carico di rifiuti radioattivi non etichettati come tali dal trasportatore e destinati alla piattaforma polifunzionale per l'incenerimento e lo smaltimento di rifiuti industriali pericolosi. Impianto questo in cui è presente una discarica diventata in sostanza una "montagna" la cui capienza di 170.000 mc si vorrebbe incrementare di ulteriori 450.000 mc. E poi c'è l'inceneritore di CDR per il quale il Commissario Prefettizio del Comune di Brindisi ha espresso parere favorevole.
Di fronte a questo allarmante scenario non bastano le dichiarazioni di principio nè le generiche intenzioni. Sono poi sicuramente importanti ma certo non risolutive le chiare prese di posizione di singoli parlamentari ed esponenti politici. Ciò che soprattutto occorre è però che le forze politiche ad ogni livello e le coalizioni presenti in questa campagna elettorale assumano un pubblico e solenne impegno di essere in prima linea, dopo il 13 giugno, nella necessaria mobilitazione popolare di protesta che crediamo sia la via maestra da seguire per bloccare i dissennati progetti in corso e per ripristinare i diritti e i poteri delle comunità locali. Abbiamo detto e riconfermiamo che la grande manifestazione del 27 marzo segnava l'avvio di una azione sociale permanente che va portata avanti con la massima determinazione.

Annino Baroni - Giovanni Caputo – Michele Di Schiena – Raffaella Guadalupi – Teodoro Marinazzo – Achille Noia – Mario Panessa – Michele Polignano – Maurizio Portaluri