L'assenza di una Emodinamica interventistica e di una
Cardiochirurgia nell'Ospedale Perrino non è, in fondo, una
evenienza strana o particolare per questa Regione.
E' semplicemente un dettaglio di un quadro generale di disorganizzazione e di mancanza totale di pianificazione del sistema sanitario Regionale, con cui, come voi ben sapete, conviviamo da sempre.
Per intenderci, qualcosa di non molto diverso dalla mancata istituzione del Sistema
di Soccorso, il famigerato 118, che per anni ha occupato pagine
di giornali ed ordini del gioro di riunioni di giunte regionali,
senza peraltro vedere mai la luce.
Parole, parole, parole….recitava una canzone a voi tutti nota, parole…Null'altro.
Ma le uniche motivazioni, anche se gravi ed imperdonabili, di un mancato avvio del polo cardiochirurgico brindisino non sono solo queste.
Infatti i conti non tornano…..La gente comune si chiede, come mai, pur essendo i politici da sempre sensibili al consenso popolare, questa volta, di fronte a 30.000 firme raccolte in proposito, sono inermi e passivi di fronte a questo problema così fortemente sentito e recepito dalla popolazione?
Forse perché, sempre nell'interesse della gente, avendo analizzato
i risultati di uno studio epidemiologico commissionato sul territorio
e relativo ai problemi cardiologici hanno concluso che una tale Unità Operativa non è opportuna?
O forse perché, e questa è realmente la cantilena del governo regionale,
i costi, sia di messa in opera che di gestione della Divisione in oggetto
sono insostenibili, specialmente in un contesto di risanamento di finanze
sanitarie regionali e locali?
Si tratta di due motivazioni false ed inconsistenti.
La prima perché non statisticamente vera, come vi è stata dimostrata
fino alla noia, carte alla mano.
La seconda per due motivi. Il primo motivo
è rappresentato dalla considerazione che le esigenze
sanitarie primarie dei cittadini, specialmente quando si parla di presidi
d'urgenza che possono fare la differenza realmente tra la possibilità di
salvarsi o di lasciare le penne, vengono prima di ogni conteggio ragionieristico.
Il secondo motivo non è altro che l'osservazione comune che c'è una lotta
senza quartiere da parte della medicina privata, nell'accaparrarsi,
per strutture anche piccole e spesso inidonee, questi benedetti "accreditamenti"
che permettono loro di eseguire interventi cardiaci e cardiologici.
Perché?…..ma perché sono altamente redditizi, cari signori. Perché i rimborsi
del Sistema Sanitario per quelle procedure sono i più elevati nell'elenco.
E questa ultima considerazione fa cadere anche la falsa scusante dei costi insostenibili.
Anzi, un Ente in deficit, come appunto il Perrino, dovrebbe istituirla per
migliorare i suoi conti, queste benedetta Cardiochirurgia.
E allora, tornando alla "gente comune", fra le varie cose si comincia
a chiedere, e lo fa sempre più insistentemente, se alla radice di tutto
non vi sia proprio un problema di interessi economici…già, di vile (si fa per dire) denaro.
Guardano alla mappa delle Cardiochirurgie in Puglia si apprezza immediatamente
un forte squilibrio. Ben quattro strutture private, di cui due ostituite molto
tempo dopo che il progetto del Perrino era incluso nel Piano Sanitario Regionale), a
fronte di due pubbliche. In nessuna regione italiana vi è un caso simile………………….
(lettera firmata)
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