Mettiamoci l'anima in pace: il governo nazionale ha già deciso il destino che spetta a Brindisi.
La nostra città deve rimanere sede di impianti potenzialmente nocivi ad un ecosistema già largamente compromesso.
Così hanno stabilito a Roma.
Addio sogni di sviluppo sostenibile, addio valorizzazione turistica della città.
Oramai il nostro futuro sarebbe stato già scritto.
La vetusta Brindisi nord, di proroga in proroga, ed in barba alle ordinanze sindacali, deve continuare a bruciare carbone.
La British gas dovrebbe avere campo libero nella realizzazione dell'impianto di rigassificazione: il governo Berlusconi considera strategico tale progetto.
Il fronte dei rappresentanti istituzionali brindisini non è unito, dinanzi a questa nuove imposizioni che ci arrivano dall'alto.
C'e chi preferisce rispettare gli ordini di scuderia che arrivano da Roma e da Bari. Lo dicono i fatti.
Se il sindaco Antonino e la maggioranza al comune hanno manifestato a più riprese grosse perplessità se non totale contrarietà al rigassificatore, il presidente della provincia Frugis ne contesta solo l'ubicazione (negli intendimenti di governo e British gas, dovrebbe essere la zona di Capo Bianco) ma non è sostanzialmente contrario al nuovo "mostro".
Se Antonino ha emanato l'ordinanza di chiusura di esercizio a carbone di Costa Morena, qualcun altro non rinuncia a sostenere, di fatto e con polemiche strumentali, se non stucchevoli, le ragioni e le mire di Eurogen e di quanti considerano carta straccia la convenzione stipulata nel novembre 1996.
Intanto, alcuni noti "paladini dell'ambientalismo", sono indicati nel novero dei possibili candidati a sindaco a Brindisi per conto, si badi, della stessa coalizione che a Roma, possiamo dire con parlare eufemistico, non tiene nel debito conto le esigenze del nostro territorio!
Discorso a parte merita la questione della torcia al plasma, su cui si sono concentrate le polemiche da parte di alcuni ambientalisti dell'ultima ora.
L'attuale primo cittadino, per fugare ogni equivoco e ogni speculazione di sorta, ha dichiarato di voler attendere il pronunciamento degli esperti prima di un suo parere definitivo al progetto. Effettivamente sulla torcia circolano le opinioni più disparate, anche all'interno dello stesso fronte ecologista (ci riferiamo questa volta a quello, sicuramente più credibile, delle associazioni che da sempre operano per la salvaguardia dell'ambiente e della salute dei cittadini).
Pare assai strano che "La torcia" possa essere considerata contemporaneamente "progetto amico dell'ambiente" e "impianto la cui realizzazione è da scongiurare".
Come sempre, la verità, sarà in mezzo. Ma, in attesa che si sciolga ogni dubbio sulla "torcia", chi ha competenze istituzionali in merito allo smaltimento dei rifiuti a livello provinciale, farebbe bene a trovare altre soluzioni: le discariche esistenti scoppiano di immondizia ed è difficile reperire nuovi siti idonei.
Pertanto, sarà poi un'idea tanto peregrina il pensare ad un riutilizzo produttivo dei rifiuti?
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