August 18, 2025

Il tumore della prostata è la seconda neoplasia più frequentemente diagnosticata nella popolazione maschile mondiale. In Puglia raramente si arriva alla diagnosi prima dei 69 anni (età in linea con la popolazione a livello nazionale), anche se i pazienti colpiti hanno un’aspettativa di vita di oltre 10 anni e una buona qualità di vita.

 
Nel corso del convegno, che si è svolto ad Ostuni il 30 ottobre 2015, dal titolo “I tumori della prostata: lo studio Pros-IT”, organizzato con il contributo incondizionato di Takeda Italia, sono stati presentati i primi dati relativi allo Studio Pros-IT, il primo e attualmente l’unico progetto di monitoraggio del tumore della prostata in Italia, promosso dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), coordinato dalla sezione Invecchiamento dell’Istituto di Neuroscienze (IN) di Padova, sotto la guida del professor Gaetano Crepaldi

 
“I centri coinvolti nello studio sono stati oltre 100 e i soggetti arruolati 1.684, numeri che hanno superato il campione pianificato di 1.500 pazienti”. – ha dichiarato il professor Gaetano Crepaldi. “In particolare, in Puglia i pazienti arruolati sono stati 103 (il 6,1% del totale), provenienti da sei centri regionali, nello specifico tre centri di urologia, due di radioterapia e uno di oncologia.”
Realizzato con il contributo incondizionato di Takeda Italia, lo studio Pros-IT proseguirà fino a settembre 2017 e ha coinvolto finora 1.684 pazienti su tutto il territorio nazionale. Obiettivi del progetto sono creare una rete di centri urologici, radioterapici e di oncologia medica e identificare i fattori su cui intervenire, con lo scopo di migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti.
In Italia il tumore della prostata rappresenta circa il 20% di tutti i tumori negli uomini con età pari o superiore a 50 anni, ad esclusione dei carcinomi della cute, e si stima un’incidenza di circa 36.000 nuovi casi all’anno.

 
“Nonostante l’alta incidenza, la sopravvivenza nei pazienti che hanno avuto una diagnosi di carcinoma prostatico si attesta intorno al 91% a 5 anni dalla diagnosi ed è in crescita.” – ha dichiarato la professoressa Stefania Maggi, CNR, Istituto delle Neuroscienze di Padova ”Alla luce di questo dato, nella scelta dei trattamenti, pur restando primario l’obiettivo di massimizzare la sopravvivenza,
negli ultimi anni l’attenzione degli oncologi si è rivolta sempre più alla considerazione dell’impatto di ciascuna terapia sulla qualità di vita, sia in generale, sia sulle funzioni specifiche (urinarie, intestinali e sessuali). Ad esempio, in caso di malattia poco aggressiva alla diagnosi, con una storia naturale lenta e facile da curare, dovremo considerare terapie che non alterino troppo il benessere del paziente.” – ha proseguito la professoressa Maggi.

 
Obiettivi dello studio Pros-IT, che proseguirà fino a settembre 2017, è creare una rete di centri urologici, radioterapici e di oncologia medica, colmare un vuoto informativo per programmare meglio l’assistenza ai pazienti e identificare i fattori su cui intervenire per migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita.

 
“Dai primi risultati del follow up, i pazienti arruolati mostrano uno stato di salute iniziale molto buono: le prossime analisi analizzeranno l’impatto di ciascuna scelta terapeutica sulla qualità di vita e ci aiuteranno a capire, in base a specifici fattori, come l’età e l’aspettativa di vita, se la strada che stiamo percorrendo è giusta.” – ha concluso il professor Crepaldi.

 

 

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