Lo spreco di cibo ha ormai raggiunto su scala nazionale un livello preoccupante in quanto, come emerso da un recente studio, in un anno ogni famiglia butta via cibo per l’equivalente di un mese di spesa.
Tantissimo, se si contestualizza questo modo di fare in un quadro economico, nazionale, sicuramente, non tra i migliori.
Lo studio in questione, comunque, ha evidenziato che tutta la filiera alimentare, che va dalla produzione, alla trasformazione, alla distribuzione sino al consumo, è interessata dalla perdita di cibo.
La rilevanza della questione ha raggiunto una dimensione internazionale, tanto che i sindaci delle maggiori città mondiali si sono date appuntamento in questi giorni a Milano, in occasione dell’Expo, per sottoscrivere un patto di “urban food policy” tra sindaci che abbia alla base lo scambio di buone prassi tra le città coinvolte e le possibili soluzioni condivise con gli operatori del settore alimentare per limitare lo spreco.
Per questo diviene necessario un nuovo approccio culturale alla questione e l’insostituibile ruolo della scuola è fondamentale per la sensibilizzazione e l’educazione al contrasto di questa pratica poco “smart”.
Un’idea, già adottata con successo in altre realtà, sarebbe quella di dotare, in modo sperimentale, le mense scolastiche brindisine di contenitori, definite “doggy bag”, per conservare porzioni di cibo non usufruito da far portare a casa, evitando così di sprecarlo.
L’esperimento, se dovesse portare, come credo, a risultati positivi, potrebbe essere replicato, mediante le associazioni di categoria, alla ristorazione cittadina e i riscontri, a mio avviso, si farebbero ancora più apprezzabili, trasformando in buona consuetudine ciò che finora troppo pochi, ed in imbarazzo, facevano.
Francesco Cannalire
Capogruppo in Consiglio Comunale, Iniziativa Democratica
No Comments