Grimaldi: croce o delizia per il porto di Brindisi? La domanda sorge spontanea in questi giorni in cui si dibatte della possibilità di rilasciare al Gruppo ‘Grimaldi’ la concessione demaniale marittima, per la durata di 20 anni, della zona portuale ubicata nel porto medio di Brindisi. L’istanza, da parte della società palermitana, è stata avanzata all’Autorità Portuale il 19 agosto 2014 ed è stata pubblicata sull’Albo del Comune di Brindisi (dal 20.11.2014 al 19.12.2014) e sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 22.11.2014, oltre che su altri organi di informazione, compreso il sito web dell’Ente, dando così la possibilità a chi avesse voluto presentare osservazioni e/o opposizioni e/o domande concorrenti di farlo entro 30 giorni dalla pubblicazione stessa. All’epoca, sia l’Agenzia delle Dogane che la Capitaneria di Porto dettero parere favorevole affinché venissero concesse le aree demaniali in questione. Da quel momento, al di là di una ditta privata che fece pervenire una serie di osservazioni circa la propria contrarietà al rilascio di tale concessione, nessuno – fra gli Enti e le Istituzioni locali – ha mai presentato considerazioni con cui esprimeva il proprio disappunto rispetto alla istanza del Gruppo Grimaldi, né ha mai chiesto alla stessa un incontro. Né valgono, a tale scopo, i vari interventi sulla stampa con cui troppo spesso, e sempre su sollecitazioni esterne, più di qualcuno ha cercato – e cerca tuttora, sino alla fine – di convincere l’opinione pubblica che tale scelta sia ‘scellerata’ e vada contro gli interessi del porto e della città di Brindisi. Non solo. Si vorrebbe risolvere la questione in maniera semplicistica – e comunque mai negli ambiti istituzionali – affermando che sarebbe sufficiente garantire alla Grimaldi due dei tre accosti richiesti, in modo tale da consentire anche ad altri armatori (quali?) di attraccare le proprie navi, pur sapendo che esistono nel porto interno altri accosti potenzialmente utilizzabili da navi traghetto ro-ro, così come esistono anche presso le banchine di Sant’Apollinare, Carbonifera e Rampe Traghetto, oltre che nel porto medio. Quello degli accosti, dunque, è un falso problema. Ma qualora ci fosse mai qualche altro armatore intenzionato ad utilizzare gli stessi accosti richiesti dalla società Grimaldi, va detto che la istanza di quest’ultima prevede anche l’utilizzo delle banchine per conto terzi.
Non bisogna dimenticare che la concessione in questione verrebbe rilasciata al più grande gruppo a livello mondiale che batte bandiera italiana nello shipping del settore ro–ro e traghetti ro-ro pax. E di certo, giusto per fare un esempio, non ad un armatore come quello della “Ionian Spirit” che da tre anni è ferma nel porto di Brindisi, dove ‘blocca’ tra l’altro la banchina ‘Vecchia Rampa Traghetto’, rendendola inutilizzabile per potenziali altri armatori. Magari riuscissimo, anche per quest’ultima, ad essere così celeri come siamo stati qualche mese fa nel far ‘sloggiare’ dal porto la ‘Norman Atlantic’! Ma tant’è.
Perché non pensiamo piuttosto a CHI E’ Grimaldi? Stiamo parlando di un Gruppo che gestisce oltre 35 navi ro-ro e ro-ro pax, che può contare su oltre 80 navi di proprietà in servizio tra i vari scali mondiali, che gestisce in Italia 4 terminals (Salerno, Civitavecchia, Monfalcone e Palermo) e ben 14 terminals all’estero (Belgio, Spagna, Portogallo, Danimarca, Irlanda, Benin, Egitto, Nigeria e Grecia). Un gruppo, in sintesi, che può contare su grandi capacità finanziarie.
Il 16 luglio l’istanza della Grimaldi verrà discussa in sede di Comitato Portuale. E non v’è dubbio che l’Organo dovrà esprimersi in maniera netta: sì o no al rilascio della concessione ventennale, indipendentemente dalla presenza, anche in futuro, del presidente Haralambides, tanto più perché l’istruttoria ha ormai esaurito il suo percorso amministrativo. Per questo, sarebbe il caso – piuttosto che polemizzare sui giornali – di valutare con molta attenzione le reali opportunità che il rilascio della concessione alla Grimaldi garantirebbe per il futuro e lo sviluppo del nostro porto. Opportunità che vanno individuate sicuramente in un incremento dei traffici passeggeri e merci e, di conseguenza, in un consolidamento ed incremento degli scambi, del fatturato e delle ricadute occupazionali, commerciali ed industriali dell’intero indotto. Tutto ciò premesso, a nostro avviso, non ci sembra che il rilascio della concessione al Gruppo Grimaldi rappresenti questa gran ‘iattura’ per Brindisi. Tutt’altro. Ed è su questo che invitiamo a riflettere tutti gli attori preposti a tale decisione.
Francesco Renna (Brindisi di Tutti)
Francesco Cannalire (Iniziativa Democratica)
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