May 12, 2025

Due anni e quattro mesi per il Dott. Gabriele Rampino, presidente dell’ordine dei farmacisti; un anno e mezzo all’ex sindaco Vincenzo Della Corte; un anno e 10 mesi a Pietro Incalza, funzionario comunale, e un anno a Giuseppe Zullino, funzionario comunale. Assolti i 15 consiglieri comunali che votarono la delibera.

Questa la sentenza emessa oggi dal Tribunale di Brindisi nell’ambito del processo sulle irregolarità nella realizzazione del piano delle farmacia comunali di Francavilla Fontana.

Il pm Valeria Farina Valaori, al termine della requisitoria del processo, aveva chiesto 2 anni e 2 mesi per l’ex sindaco Vincenzo Della Corte e per il Dott. Gabriele Rampino; 1 anno e sei mesi per i 15 consiglieri che votarono la delibera. Tra di essi vi sono Luigi Vitali, attuale segretario regionale di Forza Italia e Piero Iurlaro, senatore di Ala.

 

I fatti risalgono al 2012, l’anno in cui il consiglio comunale approvò l’apertura di una nuova farmacia in una zona in cui vi era già la presenza di due altre farmacie mentre nulla fu previsto in un’area più popolata in cui ve n’era sita solo una.
Secondo quanto sostenuto dall’accusa, il piano avrebbe avvantaggiato Gabriele Rampino e leso i diritti di altri due farmacisti, Francesco Cannalire e Maria Teresa Bungaro, che si sono costituiti parte civile presentando richieste di risarcimento del danno per un totale di un milione e 600 mila euro.
Le accuse sono a vario titolo di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici e abuso d’ufficio.

 

Sulla sentenza è intervenuto il Sen. Pietro Iurlaro (Ala) con il comunicato stampa che pubblichiamo integralmente
Assolto per non aver commesso il fatto”. Questo recita il dispositivo emesso nel pomeriggio dal giudice chiamato ad esprimersi sulla questione “piano farmacie” di Francavilla Fontana per cui, evidentemente ingiustamente, un’intera classe dirigente rappresentata dai consiglieri Comunali di centrodestra della scorsa legislatura si è ritrovata imputata in un processo – per carità, legittimo! – che, tra le altre cose, ha messo in dubbio il dovere proprio di un consigliere nel votare insieme alla SUA maggioranza una delibera già varata dalla SUA giunta guidata dal SUO sindaco.
Ora, non ho mai pensato neppure per un momento, al netto di quanto consentitomi dalla legge, di aver oltrepassato qualche limite. Neppure, ho mai pensato di aver commesso alcun reato. Dopo mesi (anni?) di silenzio sulla vicenda accolgo quindi la sentenza di assoluzione piena con orgoglio, ma senza particolare stupore. Piuttosto, con il rammarico e il rimpianto di chi, come rappresentante delle istituzioni e uomo di politica, ha dovuto subire attacchi, battutine, illazioni. Detto questo, se per me e per gli altri amici assolti si chiude una brutta pagina della nostra vita politica, resto fiducioso che anche gli altri indagati, tra cui il dott. Vincenzo della Corte, sapranno, nei prossimi gradi di giudizio, dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati.
Al mio sindaco, me lo si consenta, va però il mio abbraccio e l’inutile consiglio – lui già lo sa – di continuare ad avere assoluta fiducia nella Giustizia. Le persone per bene come della Corte non hanno certo paura, ma sanno attendere con pazienza il loro momento. O, se si preferisce, “l’innaturale” corso degli eventi.

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