La giornalista Federica Marangio presenterà ad Ostuni il suo libro “La cicatrice- Mai dichiarare guerra all’amore” (Falco editore).
L’iniziativa curata dall’ufficio cultura del Comune di Ostuni si svolgerà martedì 21 luglio alle ore 19,30 nel Chiostro di Palazzo San Francesco, nella centralissima Piazza della Libertà.
Sul palco del Chiostro, oltre alla scrittrice, saliranno Monica Setta, giornalista e scrittrice e Vincenzo Sparviero, caporedattore de “La Gazzetta del Mezzogiorno”. La lettura di alcuni brani del libro sarà affidata a Tanya Oggiano
Il romanzo “La cicatrice – Mai dichiarare guerra all’amore” della giornalista Federica Marangio pubblicato per i tipi di Falco Editore è il libro dell’estate, di quelli che si portano in borsa e si leggono al primo momento libero, per concedersi una fuga dal mondo, uno sguardo oltre l’orizzonte verso i limpidi sentimenti dell’amore.
“La cicatrice” si presenta con uno stile tutto suo, riuscendo a spaziare dai problemi di una donna, Elettra, tornata a vivere con i genitori alla bellezza di quaranta anni dopo il fallimento del suo matrimonio, ai problemi di coppia che possono affliggere le donne, ma non solo. E la storia d’amore, al centro del racconto, non è che una piccola visione del romanzo, ricco di spunti che spaziano dalla filosofia, alla religione, all’etica, alla musica riecheggiando in puntualizzazioni classiche.
Un romanzo in controtendenza perché narra educando con disinvoltura. Ma se uno degli aspetti più essenziali è la donna protagonista, allora vale la pena sottolineare lo sguardo profondo che Elettra opera verso se stessa, una sorta di autoanalisi che la porta a spogliarsi di ogni convenzionalità. L’aspetto gioviale che innesca lo stato di rinascita della protagonista è “lui”, quest’uomo di molto più giovane di lei, del quale si innamora follemente. Lui è il mezzo attraverso cui Elettra riesce ad abbattere ogni barriera precostituita, ogni pregiudizio persino in un profondo sud d’Italia, scosso dalla crisi economica. Elettra è una donna che appare forte e determinata ma al contempo fragile e triste soprattutto quando si lascia prendere dalle considerazioni sulla condizione lavorativa dei giovani di oggi. L’autrice riesce a far emergere questo con un tratto stilistico chiaro, immediato e semplice pur nella sua ricercatezza. Passa con grande facilità dallo stile tipico del reportage con una minuziosa descrizione delle sensazioni provate nei diversi viaggi alla coinvolgente narrazione di vicende personali e talvolta intime.
Un velo di malinconica nostalgia è nelle storie che vedono protagonista la sua nonna. Il lettore verrà trasportato in un mondo in cui i mezzi di locomozione procedono al suono di carrozze e il vociare delle persone in piazza si confonde al profumo del pane fatto in casa. La sua penna è elegante, fresca e vivace e stuzzica la curiosità del lettore in un racconto solo apparentemente intimo, ma che diventa universale.
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