Giampaolo Parisi è stato arrestato al termine di una serata movimentata caratterizzata da offese e minacce ai poliziotti della stazione di Ostuni.
Tutto è cominciato quando un equipaggio della Squadra Volante intimava l’Alt ad un ciclomotore, il cui conducente, privo del previsto casco protettivo, è stato notato confabulare con un noto pluripregiudicato del posto.
Il conducente si è dato alla fuga ma è stato catturato poco più tardi in un vicolo del centro storico del Comune ostunese.
Una volta fermato, l’uomo si è rifiutato di mostrare i documenti aggiungendo che non avrebbe preso ordini da nessuno, che avrebbe fatto solo quello che gli impone la Legge e che non poteva essere fermato dalla Polizia da lui non riconosciuta come organo istituzionale, perché non era pregiudicato e non poteva subire un controllo da persone, a suo dire, che non hanno niente di meglio da fare che perdere tempo in questo genere di situazioni.
Subito dopo, Parisi, ha insultato uno dei due agenti con frasi del tipo “
L’uomo è stato condotto presso gli uffici del Commissariato ma, continuando nel suo atteggiamento di sfrontatezza, ha riferito che non avrebbe chiamato alcun legale perché nessuno avrebbe potuto effettuare un controllo sulla sua persona, dicendo inoltre che ciò che si stava compiendo, costituiva solo ed esclusivamente un abuso, chiedendo di uscire dall’ufficio perché “pieno di puzza di m….”.
L’uomo ha poi minacciato gravemente alludendo alla circostanza di essere a conoscenza dei modelli e dei numeri di targa delle autovetture degli Agenti, dei nomi dei figli e delle mogli, “invitandoli” a lasciarlo stare così avrebbero potuto vivere tranquillamente, aggiungendo, inoltre, che se avessero soprasseduto li avrebbe permesso di effettuare un’importante operazione di polizia.
Gli insulti hanno riguardato anche il Dirigente del Commissariato di P.S. di Ostuni, invitato espressamente a desistere poichè “era a conoscenza del fatto che il Dottor Albano avesse una famiglia” e che, forse, testuali parole, era il caso di lasciarlo tranquillo se avesse voluto vivere sereno, perché se gli fosse stata rovinata la vita, lui l’avrebbe rovinata agli operatori, facendo “un casino enorme”, anche perché, continuava convinto, “non era il caso di sporcarsi personalmente le mani con i poliziotti, bastava dare 200 euro ad un albanese per il servizio…”.
Tutta la vicenda è stata portata a conoscenza del PM di turno presso la Procura della Repubblica di Brindisi che, preso atto delle reiterate, ripetute e gravi minacce rivolte nonché della continua forma di resistenza e di ostruzionismo alle operazioni di Polizia, ivi comprese le lesioni procurate ad un Pubblico Ufficiale nell’adempimento delle proprie mansioni con totale spregio nei confronti dello Stato e di ogni forma di sua rappresentanza sul territorio, ha disposto che l’arrestato, dopo le formalità di rito, fosse tradotto presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari.
Giampaolo Parisi, non contento, ha proseguito nella sua condotta irriguardosa anche una volta tradotto in casa ai domiciliari dove ha aggiunto che, una volta nuovamente libero, l’avrebbe fatta pagare a chi lo aveva arrestato perché, a suo dire, “non stava bene di testa”.
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