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Brindisi, Sanità: tagli, profitti e i malati attendono



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Brindisi, 15/10/2003

Sanità: tagli, profitti e i malati attendono

L’attuazione del Piano di Riordino Ospedaliero, con le conseguenti chiusure di reparti e servizi, procede senza ostacoli anche nella nostra provincia. Pochi hanno rilevato che non esiste accanto a un simile piano – come ci si aspetterebbe se non fosse solo un’operazione tendente al risparmio sulla spesa – uno tendente a stabilire il numero e la qualità dei servizi territoriali che dovrebbero supplire ai reparti chiusi.
L’Osservatorio ritiene che debba continuare la mobilitazione popolare per una sanità pubblica accessibile e qualificata e che vada contrastata la spinta a far pagare di tasca propria le prestazioni ai cittadini che la politica dei tagli vuole favorire.
Per questo si ribadiscono le ragioni della mobilitazione.
1) Le logiche liberiste che influenzano da oltre un decennio le politiche dei governi occidentali e guidano il governo Berlusconi che le ha fatte proprie nella maniera più radicale, perseguono dichiaratamente l’obiettivo di ridurre sempre di più la quota di spesa pubblica destinata alla salute, all’istruzione e alla previdenza, di diminuire le tasse per i ceti abbienti, di aumentare le spese militari.
2) In Puglia il Centro Destra ha fatto propria questa linea aggiungendovi confusione, localismi ed esasperazioni sparagnine. Prima con il blocco indiscriminato delle piante organiche e degli acquisti, iniziato nel 2000 e tuttora vigente, quindi nel 2001 con un Piano Sanitario Regionale pieno solo di buone intenzioni ed infine, nel 2002, con il Piano di Riordino Ospedaliero.
3) Il Piano di Riordino Ospedaliero consiste solo nella chiusura o concentrazione di reparti e servizi mentre l’apertura dei nuovi reparti è subordinata all’eventuale residuo di risorse.
4) L’assenza di assistenza domiciliare e la carenza di assistenza specialistica pubblica fruibile rapidamente (senza liste di attesa) non è stata colmata, anzi è stata aggravata dall’attuazione del piano di riordino ospedaliero.
5) Il perdurare e l’aggravarsi di queste carenze non fa altro che spingere i cittadini ammalati a pagare in proprio le prestazioni sanitarie con il conseguente impoverimento del loro reddito.
6) Siamo convinti che la salute non si difende solo in ospedale ma in ogni ambiente di vita e di lavoro. Il 5% del Fondo Sanitario Regionale per legge deve essere speso nella prevenzione, quella vera che elimina e riduce i rischi per la salute e non solo quella che fa diagnosticare precocemente le malattie quando sono già insorte. La Regione Puglia nel suo piano di riordino ospedaliero ha ritenuto che il reparti di Medicina del lavoro non debbano più esistere. Quale è il programma di sviluppo del settore prevenzione della AUSL?
7) I Sindaci hanno per legge l’obbligo di partecipare nell’ambito del Distretto Sanitario (in provincia di Brindisi ce ne erano 6 ora sono diventati 4: Brindisi, Ostuni, Fasano, Francavilla) alla redazione del piano territoriale dove vengono stabiliti i servizi che devono funzionare sul territorio. Tale redazione è tanto più urgente di fronte alla chiusura dei reparti ospedalieri.
8) Contrastiamo la spinta alla privatizzazione dell’assistenza sanitaria facendo rispettare i tempi massimi di erogazione delle prestazioni. Quando una prestazione sanitaria non viene erogata entro 60 giorni il cittadino può pretendere che l’AUSL gliela fornisca nel tempo prescritto anche impegnando (e remunerando a parte) il personale sanitario oltre il normale orario di lavoro.
L’Osservatorio continuerà a vigilare affinchè le ragioni di bilancio non provochino danni alla salute dei cittadini.

COMUNICATO STAMPA DELL'OSSERVATORIO PER IL DIRITTO ALLA SALUTE

Dalla redazione giornalistica di Puglia Tv


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