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Brindisi, Rigassificatore, Associazioni: "il Governo deve subito intervenire"



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Brindisi, 14/07/2006

Rigassificatore, Associazioni: "il Governo deve subito intervenire"

Siamo stanchi di essere trattati da imbecilli, di essere imboniti con notizie di vantaggi che non stanno né in cielo né in terra, di assistere alla pubblicizzazione di convegni addomesticati e funzionali agli interessi della LNG che, contro tutte le valutazioni oggettive ed imparziali promettono fantomatici posti di lavoro e iperbolici vantaggi economici.
Il tutto senza la benché minima menzione di danni e di pericoli come se il rigassificatore fosse un immenso e preziosissimo dono il cui valore non viene compreso dall’arretratezza dei cittadini di Brindisi.
Siamo stanchi insomma di questo trattamento ottusamente colonialistico di cui siamo fatti oggetto e siamo anche stanchi di vedere che queste inammissibili campagne persuasive si intensifichino proprio nel momento in cui sembra sfuggir di mano alla società inglese e ai suoi adepti il grande affare.
E cioè quando il nuovo Governo, in coerenza con gli impegni pubblicamente assunti dal centrosinistra ai massimi livelli durante l’ultima campagna elettorale, è chiamato a tradurre queste scelte in precisi atti formali in perfetta sintonia con la Regione Puglia e gli Enti locali.
Siamo stanchi infine di assistere ad una mortificante “campagna acquisti” fatta di tentativi rivolti ad ottenere “consensi” e “disponibilità”, peraltro puntualmente smentite, a trattative ed incontri che non hanno oggetto e perciò sono prive di senso. Come non lo hanno avuto in passato, perché si tratta di trattative false e strumentali in quanto fondate sul presupposto dogmatico secondo il quale il rigassificatore si deve fare e lo si deve fare a Capobianco.
Ed allora diciamo con rinnovata determinazione che questo atteggiamento è da respingere duramente perché non è pensabile che la società costruttrice, forte di una autorizzazione decisa in ambiti ristretti a Roma con procedure irregolari e senza alcun coinvolgimento democratico delle istanze interessate, imponga la sua volontà alla stragrande maggioranza della popolazione brindisina, ad un possente movimento di opinione, a quasi tutte le sensibilità politiche di entrambi gli schieramenti, agli enti locali, alla Regione Puglia e alla nuova maggioranza dell’Unione nonché al Governo: imponga cioè, per i caratteri generali assunti dalla questione, la sua volontà all’intera Repubblica in tutte le sue espressioni nazionali e locali.
Sarebbe veramente troppo perché ci troveremo di fronte al naufragio della politica e alla mortificazione di ogni dignità e di ogni coerenza.
Siamo stanchi di tutto questo e diciamo perciò al nuovo Governo di centrosinistra che deve intervenire subito perchè i poteri forti non possono andare avanti alla ricerca del “fatto compiuto” facendosi beffa della democrazia e delle sue regole.
Il Governo deve poi sapere che, con una serie disperata di iniziative e di pressioni, si sta cercando di accreditare la più falsa delle rappresentazioni della realtà brindisina e cioè una spaccatura tra i fautori del “si” e quelli del “no” come se si trattasse di una città e di una provincia divise a metà mentre invero il contrasto è, da una parte, tra le istituzioni interessate (Provincia a guida del centrosinistra, Comune a guida del centrodestra e Regione con Giunta di centrosinistra) nonché un possente movimento di popolo che propugnano il cambiamento e, dall’altra, da una ristretta minoranza che vuole perpetuare il passato ed impedire ogni innovazione sacrificando gli interessi del territorio sull’altare degli affari e di vecchie e fallimentari politiche. E lo vuol fare propugnando la costruzione di un impianto localizzato nel porto a ridosso della città in una zona dichiarata ad alto rischio di incidente industriale.
Chiediamo perciò al Governo Prodi di attivare immediatamente le necessarie procedure per addivenire, in sede di autotutela, all’annullamento del provvedimento autorizzativo per motivi di legittimità (vizi procedimentali che indubbiamente sussistono) e quindi senza indennizzo ovvero, in eventuale subordine, con la revoca del provvedimento medesimo da parte del Governo per motivi di merito («nuova valutazione dell’interesse pubblico originario») rispettivamente ai sensi dell’art. 21/nonies e dell’art. 21/quinquies della Legge 7 agosto 1990 n. 241 come introdotti dalla Legge 11/02/2005 n. 15.
Non c’è tempo da perdere perché il protrarsi della questione del rigassificatore danneggia ulteriormente questo martoriato territorio, impedisce il decollo del progettato nuovo modello di sviluppo ed apre spazi a tortuose manovre.

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Franco Rubino”, Cobas, LAV, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Porta d’Oriente.


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