Brindisi, 18/07/2006
L'Unione Inquilini sull'adeguamento dei canoni case popolari
Il Direttivo regionale dell’Unione Inquilini si è riunito nella giornata odierna, per discutere ed esprimere la propria posizione, intorno all’approvazione di alcune modifiche alla Legge 20 dicembre 1984 n. 54, approvate dal Consiglio Regionale, nell’ambito della Legge di assestamento di bilancio.
L’Unione Inquilini ritiene tale adeguamento, di natura transitoria, capace di incidere non sulla entità dei canoni stessi, i quali variano in maniera minima (ed anzi, paradossalmente, come nel caso della Provincia di Brindisi, determinano una riduzione del canone stesso), ma introducono un elemento di giustizia sociale. Il provvedimento, pertanto, deve essere letto come elemento di novità e di anticipazione rispetto alle azioni di modifica dell’intera e complessa riforma dell’Edilizia Residenziale Pubblica, che la Giunta intende perseguire.
Analizzando con attenzione il testo, infatti, si nota che la logica che ha mosso tale provvedimento non è quella di “fare cassa” (ad esempio i pensionati in fascia 1, pagheranno un canone minimo di 25 €, anziché gli attuali € 12.91 (cifra questa stabilita con legge 3/96 e che, peraltro, non è mai stata, dopo dieci anni, adeguata agli indici istat), ma quella di porre rimedio ad una profonda iniquità, oltre a contrastare una elusione fiscale significativa.
Nel primo caso, infatti, si tenta di adeguare i canoni delle famiglie con redditi superiori al limite di decadenza (ossia famiglie con redditi familiari convenzionali annui pari a € 26.000,00 - corrispondenti da 36.000/38.000 euro lordi annui), ai canoni stabiliti con il canale concertato dalla Legge 431/98. Infatti, non si capisce per quale ragione, chi in passato ha avuto la “fortuna” di ricevere in assegnazione un alloggio popolare, debba pagare un canone minore, pur avendo un reddito maggiore, rispetto a quelle famiglie che non hanno mai potuto accedere all’assegnazione di un alloggio erp (meno fortunati!?) e che sono costretti a pagare fitti da pizzo sul libero mercato.
Il segnale è chiaro! Il diritto alla casa è un diritto fondamentale dell’essere umano, quindi di tutti. Ma bisogna stabilire anche dei principi di priorità per l’assegnazione e la permanenza negli alloggi erp e l’unica condizione per poterli stabilire è la condizione reddituale. In estrema sintesi, bisogna fare una battaglia che è prima di tutto culturale: considerare la casa popolare non come la residenza esclusiva di una vita, ma come un polmone che deve garantire un diritto fondamentale, in ordine prioritario, alle famiglie meno abbienti.
Nel secondo caso, inoltre, si pone l’attenzione sul contrasto dell’elusione fiscale molto diffusa nella nostra Regione. Molte famiglie, ad esempio, non presentano la dichiarazione reddituale, spesso, per non incorrere nella decadenza dall’assegnazione. Ebbene, il nuovo provvedimento non fa altro che imporre dei canoni determinati sulla base della Legge 431/98; oggi, invece, la legge 54/84 stabilisce che chi non presenta il reddito con cadenza biennale viene collocato nella fascia di reddito più alta, pagando solo il 90% dell’equo canone, ossia, eludendo si risparmia!
L’unica preoccupazione che ci sentiamo di far emergere riguarda il “caso Brindisi”.
Ricordiamo che gli assegnatari della provincia di Brindisi, da circa otto anni sono costretti a pagare fitti maggiorati rispetto agli assegnatari di altre province pugliesi (quasi il doppio). Il Consiglio di Amministrazione dello IACP nel lontano 1998 ed il Commissario straordinario nel 2001 e 2003, approvarono un diverso calcolo per la determinazione del canone di locazione. Avverso tale determinazione tutti i sindacati inquilini proposero ricorso al Tar, che in una recente sentenza (ottobre 2005) ha accolto le ragioni dei ricorrenti. Lo IACP di Brindisi ha presentato ricorso al Consiglio di Stato che, fra non molto, emetterà la propria sentenza.
Pertanto ci chiediamo: come si comporterà lo IACP di Brindisi? Rideterminerà i canoni sulla base della 54/84, così come recentemente modificata, oppure continuerà ad utilizzare le tabelle “brindisine” ?
E’ del tutto evidente, che questo provvedimento del Governo regionale ha, di fatto, ribadito che il canone in Puglia si calcola con una sola modalità, rafforzando sia la sentenza del Tar di Lecce, sia la linea che Unione Inquilini e sindacati confederali hanno da sempre difeso.
Paradossalmente, con questo provvedimento, i 5000 assegnatari della provincia di Brindisi riceveranno un beneficio concreto: pagheranno gli stessi canoni dei pugliesi, pagheranno tutti e pagheranno meno!.
Per concludere, l’Unione Inquilini esorta il Governo regionale, la maggioranza che la sostiene e, soprattutto, l’assessora al ramo, a perseverare su questa strada, l’unica percorribile, anche se talvolta può risultare impopolare. E’ necessario abbattere privilegi e soprusi. E’ necessario salvaguardare il ruolo sociale delle case popolari.
COMUNICATO STAMPA UNIONE INQUILINI - SINDACATO CASA E TERRITORIO -
FEDERAZIONE REGIONALE PUGLIESE
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