Brindisi, 21/07/2006
Decreto Bersani, Panificatori:”il Ministro tenga conto delle diversità del territorio italiano”
Si è tenuta ieri, 20 luglio, l’assemblea provinciale dei panificatori della CNA per discutere del nuovo Decreto Bersani sulle liberalizzazioni.
La categoria ritiene che il Ministro abbia emanato il Decreto per aumentare la concorrenza in favore dei consumatori e per consentire l’ingresso di nuovi imprenditori sul mercato, ma soprattutto per garantire al fisco entrate da nuovi lavoratori autonomi e per consentire a grandi gruppi alimentari e commerciali di inserirsi nel mercato del pane, ritenuto erroneamente monopolio di pochi artigiani panificatori.
Gli artigiani della panificazione subiranno un ulteriore danno, in particolare quelli del Sud e della Puglia, dove le regole della produzione e della vendita del pane sono state per anni rispettate da pochi produttori.
La liberalizzazione, i panificatori ritengono che giunga per favorire proprio chi sino ad ora ha lavorato illegalmente.
Da anni si combatte contro gravi problemi, quali la produzione abusiva da parte di forni privati privi delle minime autorizzazioni, o di pizzerie e ristoranti, il crescente aumento di energia, carburante, gas, acqua, dei costi degli adeguamenti di strutture e macchinari alle nuove norme ambientali e di sicurezza, della tassazione locale, delle materie prime, oltre alla riduzione del consumo del pane da parte della popolazione.
La Legge 1002 sulla panificazione varata nel 1956, modificata più volte in questo cinquantennio, sulla base dei cambiamenti del mercato e dei nuovi sistemi produttivi, viene oggi abrogata in toto con un semplice quanto brevissimo articolo che non tiene più conto delle reali esigenze del mercato e della categoria dei panificatori artigiani.
Nella provincia di Brindisi, il nuovo Decreto comprometterà la sopravvivenza dei 200 panifici e il lavoro di migliaia di lavoratori, in prevalenza donne.
A Brindisi città, inoltre, tramite uno studio effettuato dalla CNA Provinciale, il prezzo del pane è tra i più bassi d’Italia e la liberalizzazione porterà ad un ulteriore abbassamento, che causerà la chiusura dei vecchi e dei nuovi panifici, ad unico vantaggio dei centri commerciali che potranno fornirsi dai grossi produttori industriali del centro-nord, causando la scomparsa del nostro pane fresco.
I panificatori chiedono pertanto che il Ministro tenga conto delle diversità del territorio italiano e del valore di questo mestiere, oltre che della capacità occupazionale delle imprese artigiane, e proponga di concerto con le Associazioni di categoria, una nuova legge sulla panificazione.
La legge dovrà prevedere che:
- i panifici possano essere gestiti solo da fornai panificatori con precisi requisiti professionali da raggiungere tramite formazione o esperienza accumulata alle dipendenza di una azienda di panificazione;
- i panifici attivi all’entrata in vigore del nuovo decreto possano usufruire di una fiscalità di vantaggio o almeno di sgravi sulla tassazione locale, in modo da attutire l’impatto di nuove e aperture (l’apertura di un nuovo panificio era legata al numero di abitanti di una circoscrizione o comune in modo da garantire l’equilibrio tra domanda e offerta).
- si applichino sanzioni certe e più severe per chi produce e vende in forma abusiva, ma soprattutto prevedere un controllo sugli enti di vigilanza, affinché questi operino concretamente per la repressione delle produzioni abusive;
- il pane artigianale si possa distinguere sul mercato, in qualsiasi punto viene somministrato, dal supermercato al ristorante, da quello industriale con apposita etichetta;
- si incentivino forme utili a far crescere i rapporti commerciali tra la grande distribuzione organizzata e i panificatori artigiani, oltre che tra questi ultimi e le imprese agricole locali.
La categoria, che ha elaborato altre interessanti proposte, chiederà un impegno a tutti i rappresentanti istituzionali, dai parlamentari ai sindaci di tutta la provincia, affinché in pochi mesi si possa regolamentare sul territorio il settore della panificazione, e scongiurare la chiusura di decine di aziende oltre che il rischio di trovare il mercato invaso da pane di scarsa qualità e addirittura a prezzo più alto.
Gli artigiani panificatori chiederanno un immediato incontro con il Prefetto a cui illustrare la possibile crisi a cui si dovrà far fronte nei mesi a venire.
GRUPPO PANIFICATORI BRINDISI
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