Brindisi, 06/08/2006
Avrà inizio domani il " Festival Taranta Ethno World"
La rassegna “Brindisi d’Estate 2006” si arricchisce di un nuovo prestigioso appuntamento musicale e culturale. Domani,
lunedì 7, e martedì 8 agosto avrà luogo il “Festival Taranta Ethno World” che si avvale della direzione artistica di Eugenio Bennato.
Il programma prevede per domani, con inizio alle ore 21.00, nel cortile dell’Archivio di Stato, l’esibizione di Katia Guerriero (Portogallo), Las Migas (Spagna) e di Lingatere (Puglia).
Martedì 8 agosto, invece, alle ore 21.00, nel piazzale Lenio Flacco, si esibiranno I cantori di Carpino (Gargano), Zona Briganti (Calabria), Rione Junno (Gargano) e lo stesso Eugenio Bennato con la sua “Taranta Power”.
“Con Eugenio Bennato – afferma il Sindaco Domenico Mennitti – abbiamo avviato un percorso di collaborazione che certamente produrrà i suoi effetti anche in seguito.
Questa ‘due giorni’ consentirà al pubblico brindisino e, più in generale, pugliese di apprezzare gli sforzi compiuti da Bennato nella ricerca di forme musicali che si rifanno alle tradizioni dei popoli”.
EUGENIO BENNATO
Esordisco con una citazione di un maestro del Novecento, un artista precursore; Pablo Picasso, il quale afferma: “la ricerca in se non ha senso, il punto decisivo non è ricercare ma trovare”. Io da decenni ricerco nel campo della musica popolare informazioni ed emozioni, ma l’attività in cui mi piace rispecchiarmi è la creazione di melodie, di armonie e versi, cioè l’attività di compositore, con la speranza continua di inventare qualcosa che abbia autonomamente un valore e un senso contemporaneo. Alcune delle cose che ho scritto sono rimaste nella memoria, per lo meno in una fascia di ascoltatori lontani dalla musica di consumo. E devo dire con soddisfazione che i miei lavori hanno avuto spesso la sorte di indirizzare e catalizzare dei movimenti di respiro culturale più vasto rispetto alla semplice pubblicazione di un prodotto discografico.
Nel 1999 Taranta Power apre una stagione di rinnovato interesse per la musica delle nostre radici, e in particolare per il ritmo rituale della taranta. Si diffondono scuole e stage, festival e concerti sino a raduni (si pensi a Melpignano o a Caulonia) che richiamano decine di migliaia di spettatori.
Nel 2002 con “Che il Mediterraneo sia” cerco di allargare l’orizzonte alternativo della nostra musica popolare alle favole di altri paesi, dal Magreb al Medio Oriente, per ritrovare i segni di una storia leggendaria di scambi, di viaggi e di reciproche influenze
Oggi nel 2005 scrivo “Sponda sud”.
E’ difficile parlare di un lavoro che mi impegna al presente nel percorso indefinibile e irrazionale dell’invenzione di una melodia o un verso, ma per spiegare “Sponda sud” posso dire che questo lavoro ha sicuramente a che vedere con i miei viaggi, con le continue tournée nel mondo, con il continuo confronto fra le mie radici e le etnie di altri popoli lontani. Questo nuovo lavoro é un prosieguo del percorso precedente, è un allargamento dell’orizzonte mediterraneo a più lontane latitudini,e in particolare alla intensa e misteriosa Africa, dove colloco una mitica sponda che custodisce la fonte di tutte le leggende, e il segreto di un suono battente primitivo che attraverso deserti e mari viaggia e si diffonde e arriva fino a noi, fino alle nostre sponde, che risuonano così di antiche tammorre e chitarre, nelle campagne ricche di arte e di cultura. Da Napoli al Gargano alla Calabtia quelle voci quelle melodie e quei balli mi portano ad Algeri, a Orano a Casablabca, e poi più in là al Cairo, in Etiopia, in Mozambico. Ogni tappa è una scoperta e un riconoscimento, lungo il filo di un’emozione e di un progetto, in un percorso alternativo rispetto alla devastante logica del business e dell’appiattimento globalizzante, contro la quale silenziosamente combattono i tamburi di ogni villaggio.
Eugenio Bennato
RIONE JUNNO
Il gruppo Rione Junno è costituito da giovanissimi interpreti dello straordinario stile garganico, provengono non a caso dalla cittadina di Monte Sant’Angelo che è uno dei centri fondamentali legati alla magia del tamburello e della chitarra battente.
Lontani dalle insidie del folklorismo deteriore ma inserito nell’onda alternativa e contemporanea della musica etnica, i Rione Junno sono rappresentanti della nuova proposta musicale radicata nella tradizione ma rivolta al futuro. Nei loro spettacoli riaffiorano gli echi dei canti e delle antiche melodie del Gargano, frutto di un’intensa ricerca musicale che è riuscita a riportare alla luce gli schemi e i dettami più originali e tipici del canto popolare locale: strofe antichissime imperniate sul canto a tre voci e tarantelle tradizionali. Anche gli strumenti: chitarra battente, tamburello, zampogna e ciaramella, violino, castagnette, sono quelli d’una tradizione antichissima che si rinnova ancora una volta attraverso l’energia dei Rione Junno.
LAS MIGAS
Las Migas è un gruppo di Flamenco formato da donne: Silvia Pérez Cruz, cantante e saxofonista, Marta Robles e Isabelle Laudenbach, cantanti e Lisa Bause chitarrista e violinista.
Ogni componente della formazione proviene da diversi parti della Spagna, ma sono tutte accomunate da un’unica idea di espressione musicale: il flamenco tradizionale contaminato da altri stili musicali ed altre forme espressive. Il risultato è un mix di speciali ed attuali atmosfere musicali, anche perché rappresenta un inconsueto modo di presentare il flamenco con donne che ricoprono il tradizionale ruolo maschile. Las Migas è una formazione giovane, ma già considerate tra i migliori gruppi Spagnoli di flamenco del 2004. Hanno partecipato al “Jazz and Creative music Festival” di Barcellona, hanno inoltre collaborato al progetto "Ex-In", componendo la musica per la fiera di Barcellona. Il loro repertorio è formato dal flamenco "palos" come tanghi, bulerías, rumbe, malagueñas, tanguillos, "canción por bulerías", copla, alcuni brani sono di propria composizione, altri composti espressamente per loro da affermati musicisti
ZONA BRIGANTI
Da oltre dieci anni ormai i miei concerti in Calabria, da Castrovillari a Reggio, sono contrassegnati dalla presenza costante dei super appassionati di Rogliano (cittadina vicina a Cosenza) mancabilmente presenti in prima fila con striscioni, tamburelli e chitarre battenti e con il loro incontenibile entusiasmo. Molti di loro, portavano sulle spalle i loro figlioletti, che saltellavano festosi sostenuti dai saltellanti genitori. I “Briganti di Rogliano”, come si sono fieramente autoproclamati, mi offrono oggi una straordinaria sorpresa: i bambini sono diventati adolescenti, e hanno formato un gruppo musicale di straordinaria bravura, con le loro squillanti voci e la loro giovanile energia ritmica su tamburelli e chitarre battenti.
Li ascolto per caso e non ho dubbi: si tratta di un gruppo già in grado i testimoniare la grandezza della musica popolare calabrese, e di manifestare contemporaneamente il carattere contemporaneo di un movimento artistico nuovo e proiettato nel futuro.
Li porto immediatamente in sala di registrazione a Napoli, e nasce per me il progetto “Zona Briganti”
Eugenio Bennato
CANTORI DI CARPINO
I cantori di Carpino, paesino pugliese in provincia di Foggia, sono i depositari della più straordinaria ed affascinante tarantella che è possibile ascoltare nelle terre del sud Italia.
La tarantella del Gargano è caratterizzata da melodie raffinatissime e da testi di grande forza poetica che s’ innestano sulla sonorità della chitarra battente, strumento capace di evocare i magici scenari del passato e di scandire ritmi che rimandano alla grande vocazione contemporanea della musica etnica.
Su quel modello una inesauribile schiera di musicisti e appassionati iniziarono a interpretare quei brani e nel frattempo i giovani di Carpino stessi, cioè i legittimi depositari di questo genere musicale, presero ad interessarsi della loro tradizione, rivolgendosi ai vecchi straordinari maestri.
Intorno al compianto Andrea Sacco, scomparso di recente, ad Antonio Piccinino e ad Antonio Maccarone, si raduna un gruppo di giovani diretti da Nicola Gentile. Nasce il gruppo dei Cantori di Carpino, un “ensemble generazionale” che dà vita ad uno straordinario concerto di musica etnica di valore internazionale e che testimonia il portentoso salto di generazioni che questa musica riesce a compiere. Una musica ancestrale che si offre al nuovo millennio come forma purissima, antica e dinamica.
KATIA GUERREIRO
Il Fado ha avuto quasi vent’anni di silenzio: i giovani lo trovavano troppo retrogrado o troppo folcloristico. Da qualche anno il genere sta però conoscendo una nuova vitalità, grazie a nuove voci: quella di Misia o di Cristina Branco, che hanno saputo prendere le distanze dall’ombra schiacciante di Amalia Rodrigues.
L’ultima arrivata, Katia Guerreiro, che si ispira con leggerezza alla ”grande Dama”: repertorio tradizionale, arrangiamenti di chitarra classica. Meno tragica di Amalia, questa giovane cantante impone una musicalità veramente stupefacente.
Nata in Sud Africa nel 1976, la piccola Katia non sa ancora questa musica che culla il cuore del Portogallo e ben presto anche il suo.
Quando con la famiglia arriva alle Assorre non ha ancora compiuto un anno. Durante la sua infanzia incontra la musica con suo fratello, a 18 anni parte per Lisbona per iscriversi alla facoltà di medicina e comincia lo studio della «viola da terra». Diventa tra l’altro la cantante di un gruppo di fado i «Charruas», e durante il suo corso di laurea integra l’Orchestra della Scuola di Medicina di Lisbona. Una notte Katia Guerriero entra in una «casa di fado» con degli amici e viene invitata sul palco. Appena comincia a cantare conquista il pubblico e le si aprono le porte di un ambiente particolarmente chiuso. E’ la nascita di due stupendi album, «Fado Maior» nel 2001 e «Nas Mãos do Fado» nel 2003, nei quali questa cantante delicata presenta un perfetto equilibrio tra tradizione e interpretazione personale che fa la sua modernità e la sua forza.
COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BRINDISI
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