Brindisi, 07/08/2006
Tragedia di Marcinelle: la commemorazione di Clarizio (Inas-Cisl)
In occasione della tragedia di Marcinelle, avvenuta in Belgio l’8 agosto 1956, il Patronato Inas Cisl di Brindisi, diretto dal responsabile provinciale Vitantonio Clarizio, coglie l’occasione della commemorazione, di uno tra i più gravi incidenti che hanno sconvolto il mondo del lavoro, per stringersi attorno ai familiari del brindisino Natale Santantonio (classe 1928) perito nella catastrofe mineraria del “Bois du Cazier” a Marcinelle.
La più grande tragedia sul lavoro nella storia dell’emigrazione italiana: era l’8 agosto del 1956, nelle miniere di Marcinelle (Charleroi) – in Belgio – morirono 262 persone, di cui 136 nostri connazionali.
Un episodio, questo, che oggi è un monito, una spinta ideale forte per l’impegno dell’Inas e della Cisl nel campo della sicurezza sul lavoro, ma anche in quello della tutela di tutti i migranti, non solo dei nostri connazionali. Nella celebrazione dell’anniversario di Marcinelle sono questi i valori che contano, gli stessi riconosciuti nel libro “Il Belgio degli italiani”, scritto da Abramo Seghetto e Rosario Nocera, con la prefazione del Presidente emerito della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi.
Il testo – edito da Rai Eri – ripercorre le orme dei nostri emigranti e ricorda quella tragedia: una storia di cui l’Inas fa parte e di cui il patronato ha fatto tesoro per continuare a stare al fianco di coloro che – ancora oggi – emigrano.
Ricordare Marcinelle, per il patronato, quotidianamente impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori anche nel campo degli infortuni e delle malattie professionali, significa tornare a sottoscrivere un patto operativo e rivendicativo a nome dei lavoratori e di tutti coloro che guardano con fiducia alla capacità di tutela e di patrocinio dell’Inas.
Per sottolineare questo aspetto del lavoro dell’Istituto, Giancarlo Panero, presidente dell’Istituto, sarà presente proprio a Marcinelle, in occasione del 50° anniversario della tragedia. Alle celebrazioni prenderanno parte anche i rappresentanti del Governo italiano, il console, le autorità locali, il sindaco di Charleroi e i rappresentanti di altri paesi, come la Polonia, che in miniera persero i propri emigrati.
L’appuntamento dell’8 agosto è la tappa conclusiva di una riflessione - su ciò che Marcinelle è stato e su cosa insegna oggi in materia di sicurezza sul lavoro – che ha preso avvio lo scorso 8 giugno con una tre giorni a Charleroi, organizzata dall’Inas Cisl e dalla Femca Cisl, insieme al sindacato Cristiano Sociale del Belgio CSC-ACV e all’Università Cattolica di Lovanio.
Al centro degli incontri c’è stato il dibattito sviluppatosi nel seminario dal titolo “Salute – Sicurezza, oggi e ancor di più domani”. Ne è emerso un quadro in cui il patronato può dare un contributo fondamentale, come spiega Panero: “Troppo spesso lavorare diventa una mera prestazione professionale; il ‘lavorismo’ e il ‘liberismo’ dell’Unione europea si contrappongono alla società attiva auspicata dalla strategia di Lisbona.
Si delinea, quindi, una dicotomia tra l’uomo come soggetto e come oggetto del cambiamento. E’ chiaro che è il primo orientamento a dover prevalere: la persona deve essere protagonista del mutamento, libera nel lavoro, cioè capace di scegliere. Se chi lavora lo fa solo per il salario, è facile essere esposti al ricatto del lavoro nero o rischiare a causa della scarsa sicurezza, come purtroppo è accaduto recentemente anche in Italia. E’ necessario affermare il diritto ad un lavoro dignitoso, non umiliante, ma adeguato in termini di salute, di salario e di realizzazione personale. Per contribuire a raggiungere questo obiettivo in ambito europeo, l’Inas da tempo ha intrapreso un percorso importante, per adeguarsi ad una dimensione globale del lavoro, per fare in modo che i diritti sociali e civili vengano rispettati ovunque: lo strumento per raggiungere questo obiettivo è la realizzazione di una specie di patronato europeo, struttura che sarebbe promossa come centro nevralgico della tutela dei lavoratori in mobilità tra i paesi dell’Unione europea.
Per quanto riguarda Marcinelle e la lezione che quella tragedia ci insegna, è necessaria una vera cultura della sicurezza.
L’Inas Cisl esiste perché non ci siano più infortuni e malattie professionali. Come patronato, cesseremo di operare solo quando questo obiettivo sarà raggiunto.
Vitantonio Clarizio
Responsabile Provinciale
Patronato INAS CISL Brindisi
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