Brindisi, 14/08/2006
Restinco, Nigro (Prc): solidali con la Polizia ma il centro va chiuso
Riceviamo e pubblichiamo integralmente un comunicato stampa sul CPTA di Restinco, a firma di Gianluca Nigro, della segreteria regionale del PRC, in risposta alle prese di posizioni dei sindacati polizia.
Da anni ci battiamo per la chiusura dei centri di Permanenza ed Assistenza ( CPTA ), i quali troppo spesso vengono impropriamente definiti centri di accoglienza, e vorrei cogliere l’occasione per approfondire l’argomento. Precisiamo da subito che siamo a favore, come sempre, del miglioramento delle condizioni dei lavoratori di polizia e che riteniamo opportuno prendere in seria considerazione le ragioni di coloro che svolgono servizio all’interno del CPTA di Restinco. Tuttavia nell’affrontare questo argomento dobbiamo anche dire ciò che sappiamo e ciò che pensiamo di quella struttura: tra le cose che non vanno vi sono anche elementi assai ambigui almeno sul piano dell’opportunità.
Quando una delegazione del PRC, presieduta dal Senatore Martone ( allora segretario della commissione diritti umani del Senato), fece visita al CPTA di Restinco scoprimmo molti “difetti” del centro oltre a quelli citati di recente sulla stampa, alcuni dei quali particolarmente significativi e collegati a queste recenti prese di posizione. Intanto, come avviene troppo spesso in questi casi, non fu rilasciata copia della convenzione fra l’ente gestore “La fedelissima” e l’ UTG, poi scoprimmo che, udite udite, la media dei presenti in quel centro variava, senza mai superarle, dalle 50 alle 55 persone e che la quota procapite erogata all’ente gestore era di €26.70, ma calcolata per un minimo di 90 presenze giornaliere. Si evince che l’interesse del non aumento delle presenze possa essere letto come non riduzione della quota pro capite e non come denuncia sulle condizioni dei lavoratori. Come non notare che vi è un piglio un tantino corporativo nell’assegnare la gestione di una simile struttura ad una associazione di carabinieri in pensione e modulare un trattamento economico assai discutibile. Sarebbe abbastanza interessante vedere l’organigramma dei lavoratori del centro e verificarne le parentele con agenti di Pubblica Sicurezza e capire come mai in quel centro sempre la delegazione PRC notò una sproporzione fra il numero di trattenuti ed il numero di lavoratori del centro, tanto che definimmo il centro un ufficio di collocamento. Fu prodotta una interrogazione parlamentare.
Nel ribadire la nostra vicinanza ai lavoratori, sempre e comunque, diciamo senza nessun piglio ideologico che per risolvere i problemi interni di queste strutture è necessario, anche dalla parte delle forze di Pubblica Sicurezza, convincersi che non vi sono altre alternative al di là della loro immediata chiusura. Se chiedessimo quanti sono i riconoscimenti e le espulsioni prodotte grazie alla detenzione nei CPTA potremmo facilmente verificare che queste strutture sono perfettamente inutili anche a realizzare gli scopi, non condivisibili, per i quali sono nati: le persone trattenute, spesso anche più di una volta, non vengono riconosciute e spesso all’uscita ricevono il c.d. foglio di via per lasciare il territorio.
Chiediamo ai sindacati di polizia, che conoscono assai bene il malfunzionamento dei CPTA di chiedere migliori condizioni per i lavoratori, ma anche di denunciare l’inefficienza di questo istituto giuridico, per altro assai ambiguo sotto il profilo costituzionale. Il PRC appoggerà sempre i lavoratori, ma non può tacere sulle contraddizioni che emergono nella verifica democratica di istituti giuridici profondamente ingiusti come i CPTA.
Gianluca NIGRO
SEGRETERIA REGIONALE
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
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