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Brindisi, Rigassificatore, Albano (Ds): "il dovere di non essere arrendevoli"



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Brindisi, 26/08/2006

Rigassificatore, Albano (Ds): "il dovere di non essere arrendevoli"

Non credo che ci sia stato qualcuno che abbia pensato, anche per un solo momento, che la vicenda del rigassificatore a Brindisi si sarebbe potuta risolvere con i pronunciamenti dei consigli comunale, provinciale e regionale.
Eravamo, credo, tutti consapevoli che avremmo dovuto affrontare diverse altre battaglie per far valere le ragioni della stragrande maggioranza dei nostri concittadini che, a più riprese, hanno manifestato la loro contrarietà a questo insediamento che, oltre a non essere funzionale agli interessi della città e alle sue prospettive di sviluppo, appare anche viziato nell’iter autorizzativo per le ragioni sulle quali reputo inutile soffermarmi in quanto sono state ampiamente discusse e soppesate in varie circostanze.

Da diverso tempo è in atto una strategia a tutto campo che prevede l’ utilizzo di tutti i mezzi possibili per tentare di superare la netta contrarietà all’insediamento da parte di questa comunità e che si è concretizzata nell’offerta di benefit, intimidazioni e minacce fra le quali c’è stato anche quello della nomina di un commissario ad acta per lo svolgimento degli adempimenti amministrativi connessi al rilascio dei permessi e delle autorizzazioni per la costruzione dell’impianto di rigassificazione.

La Lng si è sempre presentata ed ha agito per quello che è: un corpo estraneo alla nostra realtà, refrattaria a qualsiasi ragionamento diverso dal proprio interesse e tornaconto personale. Nonostante l’aperto dissenso e le contestazioni circa la regolarità dell’iter autorizzativo, ha esperito la procedura d’appalto dei lavori per la realizzazione dell’impianto, ha statuito, in modo arrogante, che il rigassificatore è un impianto privo di rischi, quasi un accendino, ha sottoscritto accordi con chiunque ci stava, ha fatto trapelare l’ipotesi di realizzazione di una ipotetica catena del freddo che fa il paio con quella del caldo anch’essa tante volte promessa e mai realizzata, ha fatto trapelare cifre a dir poco fantasiose sull’entità delle assunzioni, facendo leva sul solito ricatto occupazionale, ha infine paventato la possibilità della richiesta, per la verità azzardata, di una somma astronomica di denaro per risarcimento danni.

E’ evidente che si voleva e si vuole spaventare tutti, per soffocare le legittime determinazioni della popolazione brindisina che da tempo manifesta, sempre più numerosa, non tanto e non solo la propria contrarietà alla costruzione del rigassificatore, ma principalmente la propria adesione a favore di uno sviluppo diverso, nella convinzione, che qualcuno ritiene bizzarra, che esso debba essere deciso a Brindisi e non altrove.

Le istituzioni locali sono pienamente legittimate a decidere sulla questione, e lo stanno facendo tutelando anche chi ha pensato e pensa di poter decidere al loro posto, prescindendo dalle loro determinazioni.

Ritengo però che si debba continuare ad agire ricercando sempre il dialogo, evitando quelle contrapposizioni frontali che in passato hanno generato duri scontri e che si sono risolti sempre a discapito della gente e del territorio.
Ma anche e soprattutto perchè intorno a questi problemi non ci possono essere differenziazioni motivate da ragioni politiche, perché l’inquinamento, l’aria, l’ambiente e lo sviluppo non hanno una connotazione politica e gli eventuali effetti dannosi colpiscono tutti prescindendo dalle differenze di posizione o di schieramento.

Entrando nel merito della questione voglio riaffermare e ribadire che il nostro è un no convinto senza tentennamenti e senza equivoci;
• è un no contro il tipo di sviluppo, che imposto dall’alto, si è concretizzato in una realtà di elevato rischio ambientale e di grave disoccupazione;
• è un no a favore di uno sviluppo armonico che tenendo insieme turismo, terziario, agricoltura, piccola e media industria rispetti in pieno le vocazioni territoriali;
• è un no per riaffermare la centralità del porto nella considerazione che il rigassificatore aggraverebbe in maniera irreversibile la sua funzionalità già pesantemente condizionata dal traffico di combustibili.

Certo che quando c’è un’elevata disoccupazione, miseria, fame ed urgenza di lavoro le cose diventano difficili perché si può essere tentati, come si è fatto sovente nel passato, ad accettare di tutto, a cedere alle pressioni ed alle apprensioni determinate dall’emergenza che ci ha portato spesso ad effettuare scelte sbagliate.
Bisogna una volta per tutte prendere coscienza che nella nostra realtà è in crisi il vecchio modello industriale, che qualcuno a Brindisi testardamente rincorre ancora e che provoca continuamente nuova disoccupazione aggravata da un immobilismo che viene da lontano e che mi è sembrato finalizzato al ricatto e all’asservimento.

Noi non possiamo più ragionare in questi termini, continuando a riproporre soluzioni che hanno distrutto il nostro territorio, impoverito la nostra economia, condizionato l’ambiente e creato un tasso di disoccupazione che risulta essere fra i più alti del mezzogiorno.

Non vogliamo con questo ipotizzare lo smantellamento della nostra della realtà industriale, che vogliamo invece preservare, e rilanciare in moda che possa inserirsi in un contesto diverso, in cui non è più possibile accettare a scatola chiusa soluzioni che possono solo peggiorare la situazione.

La sfida di oggi è quella di vincere questa battaglia che contiene il coraggio per la difesa delle proprie vocazioni territoriali e del suo sviluppo.
Una battaglia immane e nel contempo esaltante per la quale possiamo contare come mai è avvenuto in questa città sull’adesione sempre più numerosa e convinta della gente, sulla sintonia dei consigli comunale, provinciale e regionale. Una battaglia esaltante di giustizia e di rivendicazione della nostra dignità e del nostro diritto all’ autodeterminazione delle quali governo centrale e “ cabina di regia” non potranno non tener conto e riconoscere.
Noi siamo convinti che il rigassificatore non si farà.
Avvertiamo l’esigenza di non essere in alcun modo arrendevoli.

Vincenzo Albano
Consigliere Comunale Democratici di Sinistra


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