Brindisi, 31/10/2003
Crisi del Pastis: Interviene Onofrio Cretì
Oramai da una settimana gli addetti alla ricerca del Pastis hanno avviato uno stato di agitazione permanente il cui fine ultimo è quello di salvaguardare il proprio lavoro e di garantire la continuità di una delle esperienze più significative che la nostra Provincia abbia generato negli ultimi anni. Ad essi esprimo a nome del mio partito tutta la solidarietà e l’invito a continuare a manifestare e difendere l’attaccamento al proprio lavoro ed alla propria dimensione professionale. Il silenzio delle istituzioni coinvolte nel Parco Scientifico, se pur a titolo e per motivazioni diverse, sembra prefigurare l’esistenza di una decisione già presa e apparentemente incontrovertibile, che tra l’altro è già stata avanzata nell’ultima Assemblea dei soci del Pastis. Rispetto a tale ipotesi ritengo utile chiamare il sistema territoriale nella sua interezza a riflettere sul destino di una struttura che rappresenta comunque una straordinaria risorsa per la collettività. Voglio solo ricordare che la Commissione Europea con la creazione dell’area europea della ricerca, il Governo italiano attraverso il piano nazionale della ricerca e la Regione Puglia con la strategia regionale della ricerca interpretano l’esigenza espressa da tutte le forze politiche e da tutte le forme di rappresentanza organizzata ossia la necessità di puntura su ricerca ed innovazione quali motori dello sviluppo economico sociale e culturale aumentandone il volume degli investimenti. Questo convincimento, tra l’altro contenuto in una proposta comune avanzata al Governo da sindacati e Confindustria nazionali in merito alla nuova finanziaria, è ancor più forte nel momento in cui si parla di politiche per lo sviluppo del mezzogiorno. Possiamo quindi dire che su la strategicità dell’innovazione e ricerca non ci sono margini profondi di distinzione tra destra e sinistra. Mi chiedo quindi quali motivazioni politiche si possono trovare di fronte alla scelta di chiudere l’esperienza del Pastis. Un esperienza che ha fatto sì che in un area della provincia in completo abbandono nascesse quel parco tecnologico intorno al quale si è alimentata una cultura, una rete di relazioni, un insieme di competenze, un indotto che hanno via generato nel tempo la nascita di altre realtà che complessivamente contano oggi, al netto dell’indotto, oltre 300 addetti. Per sgombrare il campo da ogni equivoco è bene dire che a circa 100 Km di distanza il secondo Parco Pugliese, Tecnopolis, ha beneficiato di un intervento di Regione e Università pari a 9 milioni di euro che sono serviti a sanare i debiti accumulati nel tempo. I debiti di Pastis ben poca cosa sono rispetto a quelli di Tecnopolis, senza contare inoltre che quella struttura ha beneficiato nel tempo di numerose commesse da parte della Regione Puglia, non ultima la Rupar per svariati milioni di euro, mentre il Pastis non ha mai avuto un sostegno di questo tipo. Sarebbe quindi una colpa grave per tutti noi assistere impotenti ad una politica regionale che sempre più spinge questa provincia ai margini dei processi di sviluppo. Centinaia di giovani ricercatori hanno nel tempo continuato tra mille difficoltà a lavorare in un contesto difficile, con una compagine societaria attenta e brava nel far condurre la società in maniera strettamente funzionale ai propri legittimi interessi e con un sistema di Piccole e medie imprese incapaci di sostenere i costi della ricerca. Centinaia di giovani ricercatori hanno fatto conoscere il nostro territorio altrove in Italia e nel mondo. Molti di questi sono poi entrati nelle imprese del territorio portando nuove competenze e cultura. Cosa questa accaduta anche per i circa mille giovani e meno giovani formati attraverso progetti di formazione e borse di studio che hanno beneficiato di queste esperienze riuscendo a trovare lavoro con più facilità. Senza ricordare poi che solo grazie al Pastis si sono potuti ottenere quelle risorse necessarie a realizzare quel patrimonio immobiliare che è di proprietà pubblica e che arricchisce la dotazione infrastrutturale del nostro territorio. Non capisco quindi quale logica ci sia nel chiudere una struttura come il Pastis creata con decreto ministeriale, sul quale sono state investite già tante risorse, che ha saputo creare quel humus all’interno del quale si è sviluppata un sistema di ricerca territoriale diffuso, che ha svolto una funzione storica per tutti gli insediamenti presenti oggi nella Cittadella, che ha occupato e formato centinaia di giovani, che ha elevato il livello culturale della nostra Provincia. Mi auguro che ci sia la forza di aprire un dibattito territoriale franco e aperto, che non si assista ad un balletto di accuse su passato remoto, passato prossimo e presente, ma che tutti nella convinzione che il parco necessiti di un intervento finanziario immediato, cui deve necessariamente seguire una ridefinizione della sua missione, siano capaci di proiettare il dibattito nel futuro. Voglio sperare che il senso di maturità delle istituzioni sia tale da non perdere questa occasione e di non assumersi tale responsabilità. Onofrio CRETI’
Segretario Provinciale D.S.
Comunicato stampa federazione provinciale DS
Dalla redazione giornalistica di Puglia Tv
|