Mesagne, 15/09/2006
Al Teatro comunale arriva la Danza delle Nereidi
È stato programmato per il 23 settembre, nel Teatro Comunale di via Federico II Svevo, sipario ore 20.00, lo spettacolo denominato “La danza delle Nereidi”.
“L’Amministrazione Comunale di Mesagne – dichiara l’assessore alla cultura prof. Luigi Argentieri -, ha ritenuto di accogliere con piacere la proposta culturale di un gruppo teatrale che si ispira appunto ai Messapi, la Libera Compagnia Teatrale di Aradeo, diretta da Michele Bovino.
La manifestazione, rimandata diverse volte in periodo estivo a causa delle avverse condizioni metereologiche – continua Argentieri -, è il terzo appuntamento programmato dall’assessorato alla cultura per festeggiare la riapertura del Museo del Territorio “Ugo Granafei”.
Lo spettacolo prende spunto dal libro di Fernando Sammarco, I Leoni di Messapia. Esso mette in scena il giuramento dei principi di Sallentia, i quali diedero vita alla famosa dodecapoli; lo spettacolo fa rivivere l’amore contrastato tra una principessa di Mesagne, promessa sposa di un re ed un giovane principe di una vicina città messapica.
La manifestazione fa rivivere i riti sacrificali e religiosi dei Messapi, ed in particolare la danza di alcune sacerdotesse sacre, Le Nereidi, le quali danno il nome allo spettacolo.
Il 12 luglio scorso è stata inaugurata la sezione messapica del nuovo Museo del Territorio.
Esso ha richiamato in pochi giorni varie centinaia di visitatori, sia studiosi che semplici curiosi. Visibilmente soddisfatto il prof. Domenico Urgesi che ha coordinato, negli ultimi mesi, l’organizzazione conclusiva del nuovo allestimento ha dichiarato: “Questo nuovo percorso mette in luce la vera importanza di Mesagne in epoca messapica. Sono esposti i reperti ritrovati in via Castello: tre stele monumentali risalenti a oltre 2500 anni fa e vari corredi tombali datati tra 2400 e 2100 anni fa. Uno di questi corredi funerari, comprendente anche i resti dello scheletro, è stato perfino ricostruito idealmente così come era stato deposto nella tomba.
Gli esperti attribuiscono alle stele un’importanza fondamentale, poiché su di esse sono scolpiti dei carri e delle armi, a rappresentare insieme la potenza economica e militare dei personaggi sepolti. C’è da aggiungere che stele simili sono state ritrovate anche nell’area archeologica di Cavallino, e quindi ci danno l’idea di un comune substrato simbolico nella regione messapica. Quelle stele erano state erette evidentemente per ricordare ai superstiti l’importanza dei defunti e della loro famiglia.
E non a caso il simbolo del nuovo Museo è un cavalluccio: il cavallo era un animale fondamentale per l’economia dei Messapi, ed un cavalluccio-giocattolo è il primo reperto che si può ammirare nella prima sala del Museo. Inoltre altri elementi importanti sono sia i vasi che i gioielli ritrovati. La ricchezza di questi corredi è un indizio molto serio che in via Castello già 2500 anni fa vi fosse l’acropoli di Mesagne”.
Ugualmente significativi sono altri crateri, su cui sono dipinte delle scene votive oppure delle scene di danza. In entrambi i casi si tratta di riti religiosi e sociali che ci danno uno spaccato delle credenze religiose e filosofiche dei Messapi, i nostri antichi progenitori.
COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI MESAGNE
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