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Francavilla F.na, Un Viale intitolato ad Antonio Andriani



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Francavilla F.na, 18/09/2006

Un Viale intitolato ad Antonio Andriani

Questa mattina grande commozione per la cerimonia di titolazione della strada in memoria di Antonio Andriani.
Dopo la Santa Messa presso la Chiesa Matrice affollata sia dai rappresentanti politici locali, ma anche dalle autorità sportive, oltre che da tanti giovani delle scuole di Francavilla Fontana e dai campioni dell’Atletica.

Dopo la Messa corteo verso il nuovo quartiere residenziale di Francavilla, vicino alla piscina comunale e nei pressi della zona Ospedale per dare la denominazione di Viale Antonio Andriani alla ex Via Gran Bretagna.
Tra gli interventi quello di Stefano Baldini, Campione Olimpico di Maratona, che ha ringraziato Ottavio e Antonio Andriani, perché grazie a loro ha potuto conoscere una popolazione ed una terra piena di valori e voglia di vivere con lo sport.

Il presidente del CONI provinciale Nicola Cainazzo ha invece ricordato chi era Antonio Andriani, non dividendolo dal suo gemello. “Ottavio ha portato avanti il nome ed il valore di suo fratello, ha fatto le due cose che gli avevo chiesto quando Antonio tragicamente scomparse: tenere alto il ricordo di suo fratello e dello sport. Ottavio è diventato atleta di livello internazionale ha vestito più volte la maglia azzurra, e con il Memorial e con questa strada ha voluto portare con sé suo fratello, non solo per il ricordo sentimentale ma perché vuole che con lo sport si affermino valori che possano educare i più giovani”.
Lo sport non serve solo per vincere, ma anche per capire valori di confronto corretto e di spirito dell’agone, rivolto a far comprendere che solo con il sacrificio si possono raggiungere i risultati più belli, quelli piccoli o grandi che siano conquistati da soli o in gruppo. Con onestà e sincerità.

Non c‘era tristezza nel ricordo di un giovane scomparso, ma gioia, l’Inno di Mameli ha dato alla cerimonia il ricordo di un ragazzo che nella sua breve vita si è dedicato a famiglia, amici, sport e scuola con il massimo delle sue energie. Era così Antonio Andriani.
Gemello maggiore di Ottavio, nati entrambi il 4 gennaio del 1974, aveva sempre frequentato con massima diligenza le scuole, diplomandosi nell’Istituto Tecnico Industriale. Scuola per la quale ha corso le prime gare, dopo che nel 1988 aveva conosciuto Giacomo Leone ed insieme allo stesso aveva cominciato ad allenarsi. Era cadetto, e già in questa categoria disputò dopo pochi mesi di corsa i Campionati Italiani a Caorle.
Dimostrò di avere voglia e talento, correndo dai 1.500m ai 10.000m. Piero Incalza cominciò a seguirne gli allenamenti. Era metodico Antonio Andriani, non trascurava nemmeno i dettagli. Ed era un ottimo allievo, capace di ascoltare in silenzio per apprendere da chi aveva esperienza. Da allievo stabilì il record regionale sulla Mezz’ora in pista, primato ancora imbattuto, corse sempre i campionati nazionali sia in pista che nei cross, dove addirittura si vide superare nel 1991 da suo fratello solamente. Furono battezzati i gemellini d’Italia. E continuarono ad affermarsi iniziando una sfida personale che li faceva primeggiare. Da junior Antonio continua a vincere, anche titoli italiani, ad esempio importante quello sui 5.000m. Seguiva le orme e le imprese di Giacomo Leone, continua a frequentare importanti stages e raduni in Nazionale, è azzurro a Boston, a Seul sui 10.000, dove per sfortuna fu 9°, per un errore sull’ultimo giro di pista, in quella gara vinse il più grande mezzofondista di sempre Haile Gebreselassie. Fu 4° nel 1993 agli Europei Junior, ancora sfortuna. Ma non era più una speranza. Era certezza. Nel 1994 la sua scomparsa, era tesserato per le Fiamme Oro Padova da un paio di stagioni e si infortunò quell’estate, un taglio da un vetro in spiaggia sotto il piede. Aveva ripreso da poco, e la sera tra l’11 ed il 12 settembre decise di pescare insieme ad un amico presso la Diga Punta Riso a Brindisi. Era una passione conosciuto solo la sera prima con tanti altri amici, in una zona da tutti frequentata (ancora oggi) ma da non frequentare. Un colpo di sonno dopo molte ore di pesca, ed una caduta da 20metri di altezza, dalla parete della Diga che dà all’alto mare.
Un annegamento che si è portato via un ragazzo che era pieno di vita. Un angelo per tutti, che fu chiamato dal Signore. Lo spirito di Antonio Andriani è stato tenuto vivo da Ottavio Andriani, dai genitori, da tutti gli amici, dal tecnico Piero Incalza, dal primo esempio da seguire, Giacomo Leone, e da tanti amici. La gara in sua memoria vuole essere una festa. Un invito a prendere insegnamenti sinceri e puliti, sin da giovanissimi. Perché lo sport è vita.


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